Novità in vista sul decreto relativo alla composizione delle commissioni censuarie: il primo, cioè, di attuazione della parte della legge di delega fiscale inerente la riforma degli estimi. Nella seduta del 30 settembre, infatti, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Pietro Carlo Padoan, il CdM ha approvato in secondo esame preliminare il provvedimento, apportando alcune modifiche alla versione originale, su indicazione delle Commissioni parlamentari: iter previsto dalla cosiddetta procedura aggravata imposta dalla legge che ha delegato il Governo a regolare la materia, in caso l’Esecutivo si discosti dal parere parlamentare espresso dalle Commissioni di merito.
Le commissioni censuarie – che tra gli altri compiti avranno quello di validare il sistema che dovrà essere applicato a livello territoriale per la revisione della disciplina del sistema estimativo del Catasto – come è noto sono ripartite in locali e centrale (quest’ultima con sede a Roma) e sono articolate in sezioni (terreni, catasto urbano, catasto dei fabbricati).
Tra le principali novità introdotte dalla modifica alla bozza di decreto si segnalano:
* l’indicazione del primo novembre 2014 per l’entrata in vigore del decreto;
* l’eliminazione del gettone di presenza ai componenti delle commissioni;
* il coinvolgimento diretto delle associazioni di categoria operanti nel settore immobiliare nella designazione dei componenti le commissioni;
* l’estensione dell’incompatibilità ai membri del governo e delle giunte regionali e comunali;
* l’estensione a Comuni e associazioni di categoria di ricorrere alla commissione censuaria centrale contro le decisioni di quelle locali, in caso, ad esempio, di non condivisione dei valori applicati.
L’ultima versione del decreto è tornata alle Commissioni Parlamentari, che nei prossimi giorni esprimeranno un nuovo parere, questa volta, presumibilmente, positivo, come lo è, nel frattempo, quello di Confedilizia, che per voce del presidente, Corrado Sforza Fogliani, commenta: “La politica, contro la burocrazia e a favore dello Stato di diritto, ha ottenuto che anche i contribuenti, e non solo l’Agenzia delle entrate, possano ricorrere. Per questo ripristino di un elementare principio di democrazia e di confronto, pur nell’ambito di Commissioni a larga prevalenza pubblica, siamo grati alle Commissioni Finanze di Senato e Camera con i rispettivi presidenti e al Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio, ma non possiamo trascurare di sottolineare che questo è solo il primo decreto legislativo attuativo della legge delega fiscale, e che la partenza non è certo stata buona. Invitiamo il Governo a prendere una decisa iniziativa e una decisa linea per i prossimi decreti che eviti quello scontro tra politica e burocrazia del Ministero economia che si è ora verificato e che ha creato grande sfiducia sul fatto che si voglia veramente fare una riforma fiscale corretta e appropriata”.