“Il Suolo su cui sorge il Condominio…Dalla sorpresa geologica alla salvezza del patrimonio edilizio: nuove frontiere per la sicurezza in condominio”. Si intitola così l’evento organizzato dall’associazione BMItalia (Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari & Building Manager) in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Geologi, la Protezione Civile e l’Università degli Studi di Torino, in programma il prossimo giovedì 5 dicembre, dalle 14 alle 18, presso la Camera dei Deputati – Sala del Refettorio (Palazzo San Macuto, via del Seminario 76 – Roma).
“La miopia di chi, non imparando dalle catastrofi pregresse, ha continuato a maltrattare un territorio fragile ed a sfidare le forze della natura con il cemento. Decenni di scarsa o assente manutenzione e la mancanza di un’adeguata cultura geologica per una reale attività di prevenzione hanno condotto il Paese a gestire una logica dell’emergenza ormai divenuta quotidiana, senza comprendere appieno la reale portata di una politica volta ad investire nella prevenzione che avrebbe fatto risparmiare dieci volte tanto, integrando gli aiuti forniti dalla tecnologia con un’attenta attività di presidio territoriale”. Con queste parole il Consiglio Nazionale dei Geologi ha voluto sottolineare quale sia il vero cancro del Paese, come testimoniano le tragedie che hanno riguardato i recenti terremoti e le recentissime alluvioni.
In questo scenario, quali i rimedi tecnici? Quali le soluzioni dal punto di vista giuridico? Ma soprattutto, quali prospettive concrete per evitare il ripetersi di catastrofi con conseguente conta dei danni a persone o cose?
Novissima, autem non minimus, la consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo per Amministratori di Condominio e Building Manager nel trasmettere all’utenza il proprio sapere, le proprie conoscenze e tutte quelle informazioni necessarie per educarla a quella cultura di salvaguardia del patrimonio edilizio esistente oggi purtroppo ancora non saldamente radicata.
Al tavolo dei relatori, moderati dal giornalista Saverio Fossati, si alterneranno alcuni dei massimi esperti in materia di prevenzione e messa in sicurezza del territorio. Ecco, di seguito, la scaletta degli interventi:
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Presidente Zullo, tra pochi giorni si terrà l’evento da voi organizzato assieme al Consiglio nazionale dei Geologi, presso la camera dei deputati. Quali sono gli obiettivi che vi proponete?
Con questo evento speriamo di portare un argomento importante e più che mai attuale, quello della salvezza del patrimonio edilizio, all’attenzione non solo degli addetti ai lavori, ma anche delle Istituzioni. Sarà l’occasione per dimostrare che la collaborazione e la coesione tra multidisciplinarità del settore esistono de facto, e che il lavoro dei tecnici ha necessità di essere supportato da strumenti legislativi ed attuativi che rendano possibile la concreta effettuazione di tutte quelle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria agli edifici e alle infrastrutture che porterebbero il Paese ad affrontare al meglio le fasi emergenziali.
Quali sono, dal suo punto di vista, gli ostacoli maggiori che non consentono al Paese di uscire da una logica emergenziale nella gestione dei fenomeni idrogeologici?
Sono diverse le cause, alcune riconducibili ad eventi anche imprevedibili che sfuggono alla capacità di intervento dell’uomo. Altre, invece, direttamente riconducibili a quest’ultimo. C’è ancora poca attenzione e scarsa prevenzione in un territorio, quello nazionale, caratterizzato da una fragilità del suolo diffusa, che porta spesso a conseguenze molto ingenti, sia in termini economici
che ambientali. Negli anni il consumo di suolo ha raggiunto livelli sempre maggiori, con la trasformazione di territori naturali in paesaggi antropizzati attraverso la realizzazione di costruzioni e infrastrutture. In aggiunta, poi, alla scarsa manutenzione e all’inadeguatezza del controllo del costruito, negli ultimi anni il nostro territorio è esposto agli effetti dei cambiamenti climatici. Le intense precipitazioni in brevi periodi di tempo, possono aumentare il rischio e portare a conseguenze disastrose.
Mi è capitato di leggere il Rapporto sul Dissesto Idrogeologico curato dall’ISPRA dal quale emerge che gli edifici situati in aree ad elevato rischio frane in Italia sono più di 150 mila. Gli edifici esposti ad elevato rischio alluvionale sono ancora di più, raggiungendo quasi le 500 mila unità. Ecco un ulteriore motivo che rende difficile far fronte all’emergenza: non avere contezza di questi numeri. E questa mancanza di consapevolezza fa sì che non vengano innescate le giuste contromisure volte a ridurre il rischio dovuto al dissesto idrogeologico. Ritengo quindi che sia necessario e fondamentale insistere su azioni di previsione, prevenzione e mitigazione degli effetti.
La conoscenza del territorio, l’individuazione e la quantificazione dei rischi, permettono di prevedere eventuali disastri e calamità naturali, con l’obiettivo di ridurre al minimo i possibili effetti collaterali. È questo lo scopo che si pone BMItalia nel convegno organizzato il 5 di dicembre a Roma: aggiungere una voce, un piccolo contributo a supporto di un obiettivo molto più grande.
Infine, come si inserisce l’amministratore di condominio nell’ambito della salvaguardia del patrimonio edilizio rispetto al rischio idrogeologico? E, per estensione, qual è il compito delle associazioni di categoria in generale, e di BMItalia in particolare?
In Italia è necessario sicuramente effettuare investimenti per mettere in sicurezza l’intero territorio, e ciò passa da un’intensa attività di pianificazione degli interventi di gestione e di manutenzione. Questa attività può passare solo attraverso chi oggi è chiamato ad amministrare il suolo, una risorsa preziosa per tutti ma, in particolare, per gli amministratori condominiali: il suolo rappresenta il bene più importante su cui poggia l’intera comunione amministrata.
In questa logica l’amministrazione pubblica e gli amministratori immobiliari, devono trovare quanto prima una comune strada da intraprendere specialmente in alcune parti del Paese dove la conoscenza del territorio deve determinare anche i criteri di urbanizzazione. Comprendo che per i molti può sembrare incomprensibile ipotizzare questa stretta collaborazione, ed è chiaro che questo non può che avvenire in apposite commissioni in cui il contributo più importante deve arrivare da quelle figure tecnico specialistiche in grado di apportare le necessarie competenze. Se però analizziamo il nuovo articolato della legge di riforma del condominio, possiamo verificare come il legislatore sia stato previdente nel riscrivere l’art. 1135 che all’ultimo comma cita: “l’assemblea può autorizzare l’amministratore a partecipare e collaborare a progetti, programmi e iniziative territoriali promossi dalle istituzioni locali o da soggetti privati qualificati, anche mediante opere di risanamento di parti comuni degli immobili nonché di demolizione, ricostruzione e messa in sicurezza statica, al fine di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, la vivibilità urbana, la sicurezza e la sostenibilità ambientale della zona in cui il condominio è ubicato”.
Da qui BMItalia parte per formare figure professionali dotate di profonda consapevolezza e in grado di partecipare, attingere e fornire contributi ed informazioni nelle sedi in cui verrà chiamato a partecipare in modo attivo e non come semplice spettatore. Sono certo che questa vision che caratterizza la nostra associazione è e sarà sempre condivisa anche da molte altre associazioni di categoria.