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Primo trimestre 2024 nel mercato immobiliare delle Aste giudiziarie

  • Redazione
  • 16 aprile 2024

Il mercato relativo alle aste immobiliari mostra notevoli segnali di crescita. A confermarlo sono i dati del primo trimestre del 2024 di Wikicasa, che mostrano una sostanziale ripresa dell’attività da parte dei tribunali.

Nei primi tre mesi dell’anno, sono stati pubblicati 35.901 annunci inerenti aste giudiziarie aventi come oggetto unità immobiliari, oltre il 40% del totale delle pubblicazioni del 2023, anno in cui il numero di immobili pubblicati all’asta è sceso sotto le 90.000 unità.

I segnali di aumento della pubblicazioni nel settore delle aste sono sempre più evidenti e vanno ricercati in molteplici ambiti. Su tutti, la necessità dei tribunali di smaltire le vecchie pratiche dopo il periodo della pandemia, che ne ha notevolmente rallentato l’operato nell’ultimo anno. Inoltre, si iniziano a osservare i primissimi effetti del rialzo dei tassi dei mutui degli ultimi anni, che da sempre ha un impatto sul settore delle aste immobiliari.

Tendenzialmente, un rialzo nei tassi si riflette sul mercato delle aste nel giro di 2-3 anni. Non è un caso, infatti, che gli anni successivi a quelli caratterizzati da condizioni di accesso al credito particolarmente convenienti hanno segnato una progressiva decrescita del numero di immobili in asta. Anche il valore complessivo in termini di base d’asta degli immobili in asta segna un netto miglioramento. Il valore complessivo, pari a 5.600.793.028€ equivale al 45% dell’intero dato registrato dal settore nel 2023.

La suddivisione per tipologia
Tra gli annunci in asta del trimestre, 26.242 fanno riferimento ad Esecuzioni Immobiliari (73,09%), mentre 8.069 sono associati a Procedure Concorsuali (22,48%). I restanti 1.590 annunci (4,43%) provengono da altre procedure che, pur passando dalla vendita all’asta del bene, non configurano pignoramento o fallimento. Questo è il caso di procedure di divisione giudiziale tra coniugi o eredi, cause civili ed eredità giacenti.

In quali città italiane conviene investire nell’acquisto di un immobile all’asta
Gli ultimi anni hanno confermato il trend che vede un sostanziale aumento di partecipanti agli esperimenti in asta nelle principali città italiane, aspetto che ha sensibilmente visto salire il prezzo di base d’asta e, di conseguenza, il valore di aggiudicazione.
Sebbene in alcune città, come Milano e Torino, i prezzi in termine di base d’asta siano molto vicini ai valori medi di una compravendita, riducendo fortemente le opportunità di investimento, altre città dimostrano ancora un potenziale inespresso sotto questo punto di vista.
A Firenze e Genova, per esempio, il mercato delle aste mantiene prezzi di partenza ancora molto lontani da quelli delle compravendite, garantendo quindi ampie possibilità di ingresso in due città che presentano una forte richiesta sul mercato delle locazioni. Per questo motivo, un acquisto in asta finalizzato alla rendita in una di queste due città potrebbe essere una soluzione particolarmente profittevole.
Resta da comprendere tuttavia le differenze sostanziali in termini di qualità dello stock disponibile tra mercato delle aste e mercato delle compravendite, che presentano variabili e casistiche fortemente peculiari.
È il caso proprio di Firenze, dove il valore medio di una compravendita particolarmente elevato, è dettato principalmente da una particolarità del mercato della domanda, noto per essere composto da potenziali acquirenti stranieri e alto spendenti orientati verso immobili di lusso.

La divisione delle aste tra Nord, Centro, Sud e Isole
Anche i primi mesi del 2024 confermano il Nord come la zona sul territorio nazionale con il maggior numero di aste pubblicate, che cubano il 32,87% del territorio nazionale. A seguire il Centro (27,37%) e il Sud (24,62%). Chiudono le Isole, dove il numero di aste in pubblicazione è pari al 15,14% sul totale nazionale.

L’analisi regionale
Lombardia, Lazio e Sicilia continuano, come negli ultimi anni, ad affermarsi come le regioni italiane con lo stock di immobili in asta più elevato. In queste sole 3 regioni è disponibile il 33,71% dell’offerta nazionale. La Lombardia, con 4.508 immobili in asta è al primo posto, mentre Lazio e Sicilia seguono rispettivamente con 3.927 e 3.666 aste pubblicate.
Le differenze in termini di controvalore sono invece più marcate rispetto alla quantità di offerta. La Lombardia stacca infatti il Lazio di oltre 100 milioni di euro in valore aggregato in termini di base d’asta, con un controvalore pari a 729.955.452 €. Lazio e Sicilia, pur avendo un numero molto simile di immobili in asta, a loro volta hanno prezzi di partenza completamente diversi. Se la prima si attesta a un complessivo 609.009.962 €, le unità immobiliari in asta in Sicilia registrano un valore totale in termini di base d’asta di 432.651.792 €.
La Valle D’Aosta risulta invece la regione con il minor numero di procedure aperte per il primo trimestre del 2024. Solo 38 immobili all’asta per la regione, corrispondenti allo 0,11% delle aste attive in Italia. Il controvalore totale delle unità immobiliari in asta in Valle D’Aosta è pari a 5.164.848 €.

“I dati raccolti sul mercato sono particolarmente significativi e segnalano un’importante ripresa del comparto delle aste immobiliari in Italia – ha commentato Mattia Colantuoni, Head of Sales di Wikicasa – Le dinamiche di mercato attuali stanno favorendo il mercato dell’intero settore, sia sul lato della domanda che sul lato dell’offerta. Rispetto al 2023, è prevista una forte crescita sia in termini di quantità di prodotto, sia in termini di volume d’affari generato dagli immobili in asta. Per questo motivo, tutti i player coinvolti nel settore, si troveranno a dover gestire un numero sempre maggiore di posizioni da qui alla fine dell’anno”.

Questa accelerazione del settore richiede nuovi servizi che rendano il mercato sempre più efficiente. “Oggi, tutti i player attivi nel settore, dai service ai consulenti, si troveranno a gestire volumi sempre più elevati. Per questo, servizi digitali a valore aggiunto, verticali sul mercato delle aste immobiliari, possono fare la differenza per migliorare la qualità dell’informazione e connettere in modo rapido e trasparente tutti gli operatori della filiera, aumentando le aggiudicazioni e creando sempre più valore” conclude Colantuoni.

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