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REGIME FISCALE, CANONI ALTI, MOROSITÀ: TEMPI DURI PER GLI AFFITTI. E LA DOMANDA NON TROVA RISPOSTA

  • Redazione
  • 22 maggio 2015

Aumenta la domanda di unità immobiliari in affitto, specialmente tra le fasce sociali a minor reddito. Tuttavia, sia dal settore privato (dove gli investimenti sugli immobili da immettere sul mercato delle locazioni) sia da quello pubblico (complice l’insufficienza delle politiche strutturali), le risposte sono inadeguate. 

E sullo sfondo ci sono gli effetti della crisi economica, i loro riflessi sull’emergenza abitativa, il problema della morosità, un regime fiscale complesso e poco appetibile per la proprietà immobiliare. Sono questi i principali dati che emergono da “Investire sulla casa”: il rapporto promosso da Sidief e realizzato da Censis e Nomisma in una fase in cui la domanda di abitazioni in locazione è in crescita, da un lato per effetto della crisi, e dall’altro in relazione a fattori culturali. Oltre al fabbisogno sociale, specie nelle grandi aree urbane, sta emergendo infatti una domanda legata soprattutto alle nuove generazioni che guarda all’affitto con crescente interesse non solo per ragioni economiche, ma perché più vicine ad un’idea di casa come servizio, in una logica di flessibilità dei progetti di vita.

Contemporaneamente anche dal lato degli investitori si registrano segnali di un potenziale riavvicinamento al tema residenziale, che fatica tuttavia a concretizzarsi per il permanere di una serie di fattori disincentivanti. Tra questi: il regime fiscale penalizzante ed in continuo cambiamento, il quadro normativo incerto e gli elevati rischi da locazione e la farraginosità delle

procedure urbanistiche.

In questi anni per quei (pochi) soggetti che hanno continuato a detenere patrimoni abitativi in affitto di qualche consistenza, le difficoltà gestionali sono state crescenti: infatti è aumentata ovunque la morosità, ma anche la pressione fiscale, mentre il patrimonio invecchiando necessita di crescente

manutenzione. Non a caso l’Italia resta una sostanziale anomalia rispetto alle nazioni europee più sviluppate, dove il segmento abitativo dell’affitto di mercato, da noi ormai residuale, rappresenta invece, insieme a quello sociale, un pilastro importante delle politiche della casa.


IL COMMENTO DEL SUNIA

Sul rapporto di Nomisma e Censis relativo al comparto delle locazioni in Italia non poteva non esprimere la propria posizione il Sunia, secondo cui “i dati contenuti nell’indagine confermano la necessità di una politica abitativa organica che abbia al centro l’affitto sostenibile”.

In particolare, a giudizio di Daniele Barbieri, segretario generale del sindacato inquilini facente capo alla Cgil, “Appare soprattutto evidente la divaricazione tra i numeri drammatici del disagio abitativo presentati nella ricerca e gli strumenti messi in campo per affrontarlo. Divario ancor più evidente se raffrontato all’attenzione ed alle risorse che i principali Paesi europei dedicano al settore della locazione Se, come afferma la ricerca, oltre 2.300.000 famiglie sulle circa 3.500.000 in affitto privato hanno una incidenza del canone sul reddito oltre il 30%, è evidente la necessità di superare la logica degli interventi emergenziali e mettere in campo una strategia organica che, partendo dall’indispensabile sviluppo dell’offerta pubblica a canone sociale, individui e strumenti fiscali, normativi e di sostegno diretto che favoriscano un mercato dell’affitto privato più sostenibile dove, con forme diverse dal passato, sia possibile l’intervento di investitori istituzionali e del risparmio privato.

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