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LE FAMIGLIE ITALIANE DETENGONO QUASI TUTTO IL PATRIMONIO RESIDENZIALE. MA IL VALORE È IN CALO

  • Redazione
  • 3 giugno 2015

[Fonte: Consiglio nazionale degli architetti]

Il valore dello stock abitativo è quasi raddoppiato tra il 2001 e il 2011. Tuttavia nel successivo biennio la discesa dei prezzi sul mercato immobiliare residenziale ha indotto una riduzione del valore medio delle abitazioni, con una conseguente contrazione del valore della ricchezza abitativa (-3,5% nei due anni). A rimarcarlo è il Consiglio nazionale degli architetti, citando i dati dell’Istat che nei giorni scorsi, per la prima volta, ha pubblicato la stima del valore delle principali attività non finanziarie detenute dalle famiglie, dalle società e dalle amministrazioni pubbliche. 

In particolare, stando all’indagine dell’Istituto di statistica, nel 2013 circa l’88% dello stock di attività non finanziarie possedute dai settori istituzionali in Italia è costituto da immobili; quelli residenziali pesano per circa il 63% e quelli non residenziali per il 26%. Gli altri beni di capitale fisso, materiale e immateriale, rappresentano poco più del 9%. I terreni agricoli incidono per circa il 3% del totale. 

Scendendo ancor più nel dettaglio, si può osservare che un’ampia quota di immobili non residenziali (circa il 55% nel 2013) è detenuta dalle società non finanziarie; le famiglie produttrici ne posseggono circa il 30%, mentre il patrimonio non residenziale delle Amministrazioni pubbliche rappresenta circa l’11% del totale. 

Nel 2013 lo stock degli altri beni di capitale fisso diversi dagli immobili è invece detenuto per il 75% dalle società non finanziarie, per il 14% dalle Amministrazioni pubbliche e per l’11% dalle famiglie. 

Quasi il 90% dello stock di terreni agricoli, infine, è di proprietà delle famiglie. Lo stock di beni durevoli delle famiglie, cresciuto in maniera piuttosto regolare sino al 2011, ha subito negli ultimi due anni significative cadute (-0,5% nel 2012 e  -2,5% nel 2013), indotte essenzialmente dalla dinamica fortemente negativa degli acquisti di automobili.

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