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TASSE LOCALI E IMPOSTE SUGLI IMMOBILI: LA CGIA IN AUDIZIONE ALLA CAMERA

  • Redazione
  • 17 luglio 2015

C’è anche la delicata tematica della tassazione locale, con
particolare riferimento all’imposizione fiscale sulla casa, al centro
dell’audizione alla Camera della Cgia di Mestre, svoltasi lo scorso 1° scorso
presso la Commissione Parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria.

Di seguito l’intervento della Camera degli Artigiani.

 

LA TASSAZIONE LOCALE

Negli ultimi 5 anni, le autonomie locali hanno subito importanti
riduzioni di risorse. Nel 2014, rispetto al 2010 i “tagli” ammontano a circa 25
miliardi di euro. Di fronte a questi tagli, le regioni e gli enti locali hanno
reagito non solo aumentando la tassazione locale, ma anche riducendo la spesa.
Nel corso degli ultimi anni l’autonomia tributaria degli enti territoriali è
progressivamente aumentata. Le Regioni possono incrementare maggiormente le aliquote
delle addizionali regionali IRPEF, mentre i comuni (rispetto alla vecchia ICI)
possono incidere più profondamente sulla tassazione degli immobili.

Particolarmente sentito dagli imprenditori è l’incremento della
tassazione sugli immobili. Si tratta di un esborso non correlato al reddito,
percepito come una forma di patrimoniale. Da nostre stime, risulta che il
prelievo sugli immobili strumentali nel periodo 2011-2014 sia più che
raddoppiato. Si è passati da 4,9 miliardi di gettito ICI nel 2011, a oltre 10
tra IMU e TASI nel 2014.

A rendere più pesante la tassazione sugli immobili si è aggiunto anche
l’incremento del prelievo sui rifiuti. Sul punto non si dispongono di dati
aggregati, tuttavia si può supporre un rilevante aumento in concomitanza con le
previsioni normative che vincolano ad una sempre maggiore copertura del costo
del servizio.

Anche la futura riforma del catasto è fonte di preoccupazione per le
imprese. Se si osserva il comportamento dei sindaci nei recenti anni, si vede
chiara la tendenza a inasprire la tassazione sugli immobili strumentali.
Prendendo a riferimento l’aliquota IMU applicata ai capannoni nei comuni
capoluogo di provincia nel 2014, si osserva che solo l’11% non ha elevato
l’aliquota base (7,6‰), mentre oltre il 40% ha portato l’aliquota al livello
massimo (10,6‰).

Di fronte allo scenario delineato, l’introduzione
della “local tax”, assieme all’avvio della riforma fiscale, è guardato
con preoccupazione dal mondo imprenditoriale. L’elevazione delle rendite
catastali produrrà un aumento della base imponibile: il rischio è che
l’invarianza di gettito a livello locale sia realizzata spostando il peso della
tassazione sugli immobili strumentali. Invece, è importante prendere una
direzione diametralmente opposta: la riforma del catasto e l’introduzione della
nuova imposta devono essere l’occasione per ridurre la tassazione soprattutto
sugli immobili strumentali.

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