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NORMATIVA TECNICA IN FERMENTO SULLE PRESTAZIONI ACUSTICHE NELLE ABITAZIONI

  • Redazione
  • 7 marzo 2016

[A cura di: Uni]

Riunitosi nuovamente a fine gennaio, il Comitato Strategico Costruzioni continua ad approfondire alcuni dei temi più dibattuti del settore, tracciando le linee del percorso normativo. Prima di queste, il Bim (Building Information Modelling): una nuova politica della filiera delle costruzioni basata sulla modellazione e gestione informativa dell’intero processo edilizio. Il tema non è nuovo. Già nel 2009 è stata pubblicata la norma UNI 11337 (“Edilizia e opere di ingegneria civile – Criteri di codificazione di opere e prodotti da costruzione, attività e risorse – Identificazione, descrizione e interoperabilità”), seguita da una serie di specifiche tecniche a complemento del quadro generale tracciato dalla norma nazionale (possiamo citare la recente UNI/TS 11337-3:2015 sui modelli di raccolta, organizzazione e archiviazione dell’informazione tecnica per i prodotti da costruzione). A questo proposito si segnala che i lavori di aggiornamento e completamento sono tuttora in corso e si prevede la loro conclusione nel corso del 2016.

Un altro tema di primo piano per la filiera delle costruzioni è il benessere acustico. Questo è uno dei sette requisiti fondamentali previsti dal Regolamento 305/2011 (CPR) sui prodotti e i sistemi da costruzione. Attualmente, a livello regolamentare, nel nostro Paese è in vigore il DPCM del 1997 sui requisiti acustici passivi degli edifici, il quale tuttavia presenta alcuni limiti, dovuti in parte ad alcune imprecisioni nel testo tra cui richiami non corretti alla normativa tecnica, così come alla natura di alcuni valori limite privi di tolleranza e dunque di fatto in alcuni casi inapplicabili. Anche per questo motivo, su sollecitazione di chi opera nel settore, si è provveduto negli anni a sviluppare una serie di specifici documenti normativi. Tra questi la norma UNI 11367 che, pubblicata nel 2010, introduce quattro classi di prestazioni acustiche e tiene conto dell’incertezza di misura.

Ora si ritiene opportuno che il percorso di aggiornamento e revisione del quadro regolamentare cogente prosegua in stretta sinergia con le attività di normazione volontaria, anche attraverso indicazioni in merito ai criteri di installazione e posa in opera di componenti e sistemi edilizi. Per questo si intende sviluppare una o più norme che forniscano dei criteri esecutivi degli interventi – le cosiddette “soluzioni conformi” validate – coerenti con le tipologie costruttive più ricorrenti in Italia e funzionali a un più agevole raggiungimento dei valori limite stabiliti in ambito regolamentare, ovviamente sempre in un quadro coerente con il corpus normativo già in vigore in altri settori specifici (p.es. il settore degli impianti). Particolarmente importante in questo contesto è che le norme conservino un approccio prestazionale e che soprattutto se ne salvaguardi il carattere indicativo e preferenziale piuttosto che prescrittivo: è questa infatti la condizione per valorizzarne l’efficacia, che deriva dal suo carattere consensuale.

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