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IN 3 ANNI 6 MILIARDI ALLE IMPRESE: COSPICUI I FINANZIAMENTI AL COMPARTO DELLA CASA

  • Redazione
  • 12 gennaio 2017

Più di 6 miliardi di euro di finanziamenti in 3 anni, di cui una percentuale non indifferente destinata a realtà imprenditoriali che a vario titolo gravitano intorno al comparto della casa e dell’immobiliare. È quanto hanno stanziato le banche italiane, secondo il report diffuso dall’Abi, che evidenzia come sia in crescita la capacità di sostegno alla domanda di credito delle Pmi, pur influenzata ancora dall’andamento del ciclo economico. Ad ogni buon conto, tra ottobre 2013 e ottobre 2016 sono state accolte 21.498 domande di finanziamento, per un controvalore erogato di 6,3 miliardi di euro su un plafond complessivo di 10 miliardi, destinato alle Pmi che intendano effettuare investimenti in beni materiali e immateriali strumentali all’attività di impresa. 

L’analisi è stata effettuata dall’Abi nell’ambito dell’iniziativa Imprese in sviluppo, finalizzata a favorire la crescita degli investimenti delle Pmi e rinnovata con l’Accordo per il Credito 2015 tra l’Abi e tutte le altre associazioni d’impresa. 

L’associazione bancaria, a seguito della rilevazione aggiornata delle operazioni effettuate, sottolinea anche che “l’utilizzo delle risorse messe a disposizione è un segnale importante a supporto della ripresa della domanda di credito per investimenti e rilancio economico dell’Italia”. 

Analizzando nel dettaglio le richieste di finanziamento accolte, si rileva che quelle coperte dal Fondo di garanzia per le Pmi, dall’Ismea o dalla Sace, nonché dai Confidi, rappresentano il 21,2%. Disaggregando inoltre i dati per tipologia d’impresa emerge che: 

– il 42% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore industria; 

– il 28,6% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore commercio e alberghiero; 

– il 7,9% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore artigianato; 

– il 4,6% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore edilizia e opere pubbliche; 

– il 3,6% dei finanziamenti è riferito a imprese del settore agricoltura; 

– il restante 13,3% ad aziende del comparto altri servizi. 

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