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Diventi non autosufficiente? A rimetterci rischia di essere anche la casa

  • Quotidiano Del Condominio
  • 13 ottobre 2017

 

[A cura di: Reale Mutua]

Pensando al proprio futuro e all’eventualità di trovarsi ad affrontare un problema di non autosufficienza, più di un torinese su due (51%) teme che i suoi mezzi economici non basteranno per sostenere i costi dell’assistenza. È quanto emerge dall’ultima ricerca dell’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare. Un dato che evidenzia come la non autosufficienza, oltre a incidere sulla qualità della vita del malato e di chi gli è vicino, per una fetta consistente di torinesi rappresenti un problema gravoso anche per le stesse finanze personali. Al punto da nutrire forti dubbi sulla capacità di far fronte alle spese con i propri risparmi.

I dati sui non autosufficienti in Italia

Ma se gli abitanti di Torino si dicono pessimisti sul domani, le loro preoccupazioni sono confermate anche dalla situazione attuale del nostro Paese. I numeri parlano chiaro: secondo le rilevazioni del Censis, sono oltre 3 milioni i non autosufficienti in Italia, vale a dire il 5,5% della popolazione. Tra questi, le persone con una condizione di non autosufficienza grave, costrette in modo permanente a letto, su una sedia a rotelle o comunque confinate nella propria abitazione per impedimenti fisici o psichici, superano gli 1,4 milioni.
Alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione e delle trasformazioni del welfare pubblico, il “peso” della non autosufficienza ricade in gran parte sulle famiglie. È sempre il Censis a rilevare come, ad esempio, ben 910.000 famiglie italiane si siano dovute autotassare per far fronte al costo privato dell’assistenza, e altre 561.000 abbiano già utilizzato i propri risparmi arrivando anche a indebitarsi.

Come affrontare i costi della non autosufficienza

Ma, guardando al domani, come pensano i torinesi di affrontare i costi della non autosufficienza? Il 60% si rivolgerebbe ai sussidi messi a disposizione dal sistema di welfare pubblico, come l’assegno di accompagnamento, mentre il 55% attingerebbe fino in fondo ai propri risparmi.
Qualora i soldi non bastassero, per il 12% degli abitanti di Torino la soluzione sarebbe quella di vendere i propri beni, come l’abitazione, mentre una quota analoga arriverebbe a indebitarsi, chiedendo un prestito alla propria banca o ai familiari. Per non arrivare a questi estremi, il 28% dei torinesi agirebbe per tempo stipulando una polizza assicurativa specifica che garantisca prestazioni e servizi adeguati per far fronte alla problematica, oltre a fornire un sostegno economico.

Le forme di assistenza integrativa

“Dalle risposte che abbiamo raccolto con la seconda puntata del nostro Osservatorio sul welfare, emerge la preoccupazione, da parte degli italiani, per i costi legati all’eventuale perdita dell’autosufficienza loro o di un loro caro – afferma Anna Deambrosis, responsabile della Direzione welfare di Reale Mutua -. Il problema è serio e concreto, anche alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione che, nel tempo, accrescerà il fabbisogno di cure e assistenza. Per questo motivo, diventa sempre più importante favorire lo sviluppo di misure di assistenza sanitaria integrativa. Da parte nostra, ovviamente, siamo già attivi nel rispondere a questa crescente domanda di welfare attraverso piani dedicati, che fanno leva sul network di strutture socio-sanitarie convenzionate, su professionisti e operatori specializzati, e sull’innovativo servizio di telemedicina”.

Tags
  • anziani e casa
  • Reale Mutua
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