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Per le case popolari 350 milioni di euro in 5 anni

  • Quotidiano Del Condominio
  • 23 aprile 2018

Dal 2019 al 2023, 350 milioni di euro a favore delle case popolari per riqualificazioni, interventi antisismici e di efficientamento energetico, sostegno alla locazione. In Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la Delibera del Cipe (Comitato Interministeriale per la programmazione economica) del 22 dicembre 2017 in materia impiego delle risorse residue a beneficio dell’edilizia residenziale pubblica.

Le premesse

Scorrendo il testo, si evince che la proposta pone in evidenza:

a) l’esistenza di un particolare disagio abitativo riscontrabile a livello nazionale a causa della insufficiente offerta di alloggi da destinare alle persone con limitata disponibilità economica, nonché la necessità di adeguamento strutturale del patrimonio edilizio, proponendo la riprogrammazione delle risorse disponibili non ancora utilizzate;

b) l’esistenza di ulteriori fabbisogni manifestati dalle regioni per il recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, nonché di una crescente domanda di alloggi espressa dalle persone con limitata disponibilità economica;

c) la necessità di riprogrammare le risorse individuate nella proposta procedendo nel contempo ad una rivisitazione degli indirizzi e delle priorità, al fine di dare risposte coerenti alle nuove dinamiche sociali, demografiche ed economiche che caratterizzano l’attuale disagio abitativo ed al fabbisogno espresso dalle circa 600.000 domande di edilizia residenziale pubblica, giacenti presso le amministrazioni locali;

d) la necessità di individuare ed avviare un programma, realizzato attraverso una sperimentazione su base nazionale, che affronti tematiche in linea con le policy prioritarie imposte dall’Europa su ambiente e sicurezza nell’edilizia pubblica, che veda coinvolte tutte le regioni e che abbia inoltre come obiettivo decisivo quello di stimolare le amministrazioni locali ad introdurre tematiche e procedure innovative nella realizzazione e gestione dell’edilizia residenziale pubblica.

Le risorse

Con la nota n. 12694 del 13 dicembre 2017, il Ministero delle infrastrutture ha trasmesso il quadro aggiornato delle risorse finanziarie complessivamente giacenti sul conto corrente n. 20127 «Fondi di edilizia convenzionata/agevolata programmi centrali»: una disponibilità finanziaria di risorse non più utilizzabili tali da consentirne la riprogrammazione di una quota parte, che il Ministero delle infrastrutture ha fissato in 350 milioni di euro, da destinare a programmi e interventi sulla base dei seguenti indirizzi:

a) coerenza con le policy prioritarie dell’Unione europea in tema di ambiente e sicurezza nell’edilizia pubblica;

b) consumo di suolo zero;

c) privilegiare il recupero edilizio ed urbano rispetto alla nuova edificazione;

d) integrazione di funzioni residenziali con quelle extra-residenziali;

e) incremento della dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati;

f) efficientamento energetico degli edifici;

g) innalzamento dei livelli di qualità dell’abitare per quanto attiene il superamento delle barriere architettoniche e la sicurezza nell’uso degli spazi;

Ripartizione

La somma di 350 milioni di euro è così ripartita:

a) fino a 250 milioni di euro, per l’attuazione di un programma integrato di edilizia residenziale sociale, onnicomprensivamente intesa quale sovvenzionata e agevolata. Le proposte di intervento, predisposte dai comuni ed attuate dalle medesime amministrazioni comunali, dagli ex IACP, da imprese e cooperative in modalità di edilizia convenzionata, dovranno:

  1. essere finalizzate ad un «consumo di suolo zero» ed essere in grado di innescare processi complessivi di qualità e di coesione sociale;
  2. prevedere interventi di recupero e ristrutturazione degli immobili esistenti, interventi di demolizione e ricostruzione, acquisto di immobili e, solo in misura residuale, nuove costruzioni;
  3. prevedere un mix di residenze, funzioni, spazi collettivi e per servizi di prima necessità, complementari agli alloggi;
  4. essere destinate alla locazione permanente con canone sociale, per le proposte di intervento che usufruiranno di un contributo pubblico a copertura totale del costo di realizzazione, mentre per le proposte di intervento che usufruiranno di un contributo pubblico in quota parte del costo di realizzazione, alla locazione permanente o con patto di futura vendita degli alloggi al termine del periodo di locazione a canone agevolato, da assegnare alle categorie svantaggiate;
  5. essere cofinanziate da soggetti pubblici e/o privati per una quota pari ad almeno il 20 per cento del finanziamento statale assegnato;
  6. avere caratteristiche edilizie di alta sostenibilità, con efficientamento energetico degli edifici da realizzare secondo i requisiti per gli «edifici a energia quasi zero» di cui alla direttiva dell’Unione europea 2010/31/UE, garantendo una prestazione energetica dell’immobile pari almeno alla classe di efficienza A1 per gli interventi di recupero e riuso e pari alla più alta classe A4 di efficienza per gli interventi di sostituzione edilizia, demolizione e ricostruzione, nonché di nuova costruzione;
  7. perseguire la messa in sicurezza delle componenti strutturali degli immobili mediante interventi di adeguamento o miglioramento sismico;
  8. innalzare i livelli di qualità dell’abitare per quanto attiene il superamento delle barriere architettoniche e la sicurezza nell’uso;
  9. contribuire all’incremento della qualità urbana del contesto e della dotazione infrastrutturale dei quartieri degradati, per una quota non superiore al 20 per cento del finanziamento statale assegnato, mediante il recupero o la realizzazione di urbanizzazioni secondarie (asili nido, scuole materne e primarie, attrezzature sportive, ecc.);

b) fino a 100 milioni di euro, per interventi di edilizia residenziale sociale nei territori danneggiati dai sismi del 24 agosto 2016, del 26 ottobre 2016, del 30 ottobre 2016 e del 18 gennaio 2017.

Tags
  • antisismica
  • case popolari
  • Cipe
  • riqualificazioni ristrutturazioni
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