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Riscaldamento condominiale: come mettere a riposo gli impianti

  • Quotidiano Del Condominio
  • 8 maggio 2019

[A cura di: ing. Deborah De Angelis – Cristoforetti Servizi Energia S.p.A.] Al termine della stagione termica, felici per l’approssimarsi del bel tempo, non dobbiamo dimenticare che una corretta messa a riposo degli impianti potrà garantire una ripartenza senza intoppi ma soprattutto in sicurezza. Ma cosa si intende con la locuzione “Messa a Riposo”? Se proviamo a ricercarla all’interno di prestigiosi vocabolari, scopriamo che non troviamo una definizione tecnica di “messa a riposo”, quanto piuttosto un generico riferimento ad un “non funzionamento”.

Possiamo però affermare tranquillamente che, tradizionalmente, con questo termine si intendono tutte quelle operazioni necessarie a garantire una corretta ripartenza dell’impianto all’inizio della successiva stagione termica.

Tra norma e buona prassi

La norma di riferimento per le operazioni da svolgere è la UNI 8364:2007 parte 3 – Controllo e Manutenzione. Si applica a centrali alimentate a combustibile con potenza >35 kW. Andremo ora ad evidenziare quelle che sono le operazioni consigliate dalla norma a fine stagione riscaldamento, integrate con quelle suggerite dalla buona tecnica.

Le operazioni da svolgere si dividono in tre categorie: operazioni di disattivazione, controllo e pulizia. La prima ha lo scopo di mettere in sicurezza l’impianto. La seconda di evidenziare guasti, difetti, corrosioni o comunque anomalie di stato. La terza, infine, mira a ricondurre i componenti dell’impianto ad uno stato di perfetta efficienza.

Operazioni di disattivazione

  • chiusura delle valvole di intercettazione del combustibile gassoso;
  • chiusura delle valvole di intercettazione a monte delle pompe di adduzione del combustibile liquido al bruciatore;
  • apertura della cassa fumi e della base camino;
  • disattivazione dei circuiti elettrici ad esclusione di:
    • eventuali elettropompe svuotamento pozzetti centrale termica;
    • alimentazione contatori di calore;
    • alimentazione del sistema di telegestione.

Operazioni di controllo

  • controllo dell’efficienza della portina antiscoppio;
  • controllo di tenuta delle portine e dei portelli;
  • controllo dello stato di conservazione del rivestimento coibente del mantello;
  • controllo dello stato di conservazione dei materiali refrattari (pigiate, rivestimenti, cono di protezione del bruciatore);
  • controllo dei dispositivi visivi della camera di combustione, pulizia vetri, ed eventuale sostituzione di elementi difettosi o avariati;
  • controllo dei dispositivi di sicurezza e protezione;
  • eliminazione di eventuali perdite dagli organi di intercettazione;
  • rilevazione dei segnanti di:
    • contatore gas naturale;
    • contatore di energia termica;
    • contatore reintegro acqua impianto;
    • livello serbatoio gasolio (con l’utilizzo dell’asta);
  • protezione delle apparecchiature elettriche mediante coperture di panno/stoffa.

Operazioni di pulizia

  • pulizia centrale termica, mantelli caldaie e bruciatori e quadri elettrici;
  • pulizia filtri del combustibile;
  • smontaggio pompa bruciatore a combustibile liquido e pulizia delle parti interne;
  • smontaggio del bruciatore nelle sue parti, pulizia interna e lubrificazione parti in movimento;
  • scovolatura tubi da fumo, pulizia camera di combustione e casse da fumi posteriori o anteriori;
  • controllo spurghi ed eliminazione fanghiglie e incrostazioni mediante lavaggio chimico (solo qualora si sia riscontrato un aumento della temperatura dei fumi a passaggi del fumo perfettamente puliti);
  • pulizia condotti da fumo e base canna fumaria (secondo norma UNI 10847 nel caso di combustibili solidi e liquidi);
  • smaltimento di eventuali prodotti incombusti secondo le vigenti disposizioni di legge sui rifiuti.

Scambiatori di calore

Menzione a parte meritano gli scambiatori di calore. Negli ultimi anni le installazioni di tali apparecchi hanno registrato un vistoso aumento. Infatti, vengono usualmente previsti a protezione delle caldaie a condensazione. Tuttavia, bisogna ricordare che le fanghiglie che non intaseranno la caldaia finiranno comunque per sporcare le piastre dello scambiatore, le incrostazioni sulle superfici metalliche diminuiranno lo scambio termico e potremo rendercene conto perché vedremo un aumento della differenza tra la temperatura di ingresso del primario e quella di uscita del secondario. In queste condizioni, il nostro sistema risulta decisamente meno efficiente: 1 mm di calcare depositato diminuisce l’efficienza di scambio e aumenta i consumi energetici del 10%.

La manutenzione degli scambiatori è quindi opportuna e va sicuramente programmata nel periodo estivo per evitare sospensioni prolungate di servizio durante la stagione termica. La frequenza dipenderà dalla qualità dell’acqua tecnica e dal numero di scarichi di impianto effettuati. La norma consiglia di ripetere le operazioni – mediamente – ogni 6 anni.

Le modalità di pulizia dipenderanno dal tipo di scambiatore installato.

Scambiatore a piastre

Lo scambiatore a piastre è formato da una serie di piastre corrugate dello spessore di circa 0,5-3 mm, separate l’una dall’altra ad una distanza di circa 1,5-5 mm per mezzo di una guarnizione in gomma o in altro materiale, che assicura la tenuta idraulica verso l’esterno e intorno ai fori di passaggio.

La pulizia avviene mediante lo smontaggio dell’apparecchio, così da mettere a nudo i circuiti primario e secondario e provvedere alla disincrostazione e alla eliminazione di eventuali fanghiglie.

Scambiatore saldobrasato

Lo scambiatore saldobrasato è uno scambiatore di calore a piastre nel quale le piastre sono saldate tra loro. Il coefficiente di sporcamente (fouling) di questi scambiatori è contenuto, in quanto la velocità e la turbolenza dei fluidi all’interno delle piastre contribuisce a mantenerne pulite le superfici di scambio. Tuttavia, l’uso all’interno di impianti vecchi e con acqua tecnica particolarmente sporca, ci costringe ad un lavaggio periodico per garantirne la funzionalità.

In questo caso non è possibile smontare l’apparecchio e la pulizia dovrà necessariamente avvenire mediante lavaggio chimico in controcorrente.

Scarico estivo dell’impianto

Durante il periodo estivo può capitare di dover scaricare l’impianto di riscaldamento. Come recita la UNI 8364-3 al capitolo 5.9.5: “l’impianto non deve mai essere scaricato se non per motivi importanti, quali riparazioni e modifiche, e, in tal caso, se possibile, si deve scaricare soltanto la parte interessata. L’impianto deve comunque essere riempito il più presto possibile.”.

Quello che si deduce dalle indicazioni della norma è che lo scarico non deve diventare una abitudine ma restare una eccezionalità. E questo per due motivi: l’introduzione di aria nell’impianto fa sì che vengano accelerati i processi di ossidazione delle tubazioni, con conseguente aumento del degrado dell’impianto e della qualità dell’acqua in circolo. In secondo luogo, le operazioni di ricarico – se non perfettamente eseguite – potranno generare discomfort all’interno degli alloggi e decadimento funzionale nell’impianto.

Cosa succede se l’impianto non è ben disareato?

  • danni meccanici, per cavitazione, alle pompe e alle valvole;
  • rumorosità dei corpi scaldanti e delle elettropompe;
  • ridotta resa termica dei terminali;
  • surriscaldamenti localizzati delle caldaie;
  • fenomeni di corrosione.

La corretta Disareazione di un impianto a vaso chiuso

  1. apertura di tutti gli organi di intercettazione e delle valvoline di sfiato manuale;
  2. riempimento dell’impianto da effettuarsi molto lentamente;
  3. chiusura delle valvoline di sfiato manuale quando l’acqua comincia ad uscire;
  4. ad impianto riempito, attivazione e disattivazione (per alcuni cicli) delle pompe per smuovere possibili sacche d’aria nei tratti di tubo in contropendenza o a sifone;
  5. riscaldamento dell’impianto sino alla temperatura massima consentita;
  6. funzionamento, per qualche ora, dell’impianto alla temperatura massima consentita e a bassa pressione, di poco superiore a quella statica;
  7. raffreddamento dell’acqua fino a 20°C e nuova impostazione della pressione di riempimento;
  8. Attivazione dell’impianto.

 

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  • manutenzione caldaia
  • riscaldamento domestico
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