Se il mutuo fondiario è pensato per chi acquista la prima casa, il mutuo ipotecario si rivolge a chi cerca maggiore flessibilità. Pur condividendo la garanzia dell’ipoteca sull’immobile, questa tipologia di finanziamento si distingue per la varietà di finalità: dall’acquisto alla ristrutturazione, fino alla semplice richiesta di liquidità.
Regolato dagli articoli 2808 e seguenti del Codice Civile, il mutuo ipotecario può superare l’80% di Loan To Value, se la banca lo consente, e può prevedere durate più brevi, generalmente tra i 5 e i 20 anni. Inoltre, non è vincolato all’ipoteca di primo grado: può includere anche garanzie di grado inferiore, ampliando le possibilità di accesso.
I requisiti richiesti sono simili a quelli del mutuo fondiario — reddito stabile, buona storia creditizia, immobile conforme — ma spesso meno stringenti. Questo lo rende una soluzione adatta a chi ha esigenze diverse dalla semplice compravendita, come la ristrutturazione di un immobile già posseduto o il consolidamento di debiti.
Anche il mutuo edilizio, spesso confuso con il fondiario, rientra in questa categoria. Pensato per la costruzione o l’ampliamento di edifici, prevede erogazioni progressive legate all’avanzamento dei lavori, a differenza del fondiario che eroga il capitale in un’unica soluzione.
Infine, è utile sapere che anche il mutuo ipotecario, se legato alla prima casa, consente la detrazione degli interessi passivi fino a 4.000 euro annui. E nel caso del mutuo Consap, la classificazione dipende dalle caratteristiche: se rispetta i requisiti del TUB, può essere considerato fondiario, altrimenti resta ipotecario.
In sintesi, il mutuo ipotecario è una formula versatile, adatta a chi cerca soluzioni personalizzate e meno vincolanti. Ma come sempre, la parola d’ordine è: informarsi prima di scegliere.