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Il risparmio idrico domestico

L’acqua, nonostante rappresenti un bene essenziale per la vita di ogni essere umano, viene quotidianamente sprecata in modo massiccio.

Secondo i dati diffusi dall’Agenzia europea per l’ambiente, infatti, in Europa il consumo medio di acqua dolce pro capite al giorno è di circa 144 litri, una cifra tre volte superiore a quella stabilita per le esigenze umane di base.

L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, con l’obiettivo di ridurre lo spreco di questo bene essenziale, ha elaborato e diffuso alcune piccole regole di sostenibilità per risparmiare acqua:

• Risparmiare acqua in bagno – Evitare che l’acqua continui a scorrere quando non serve, ad esempio quando ci si lava i denti o durante l’operazione di rasatura della barba. Optare per una doccia invece del bagno in vasca, perché quest’ultimo richiede un consumo di acqua fino a 4 volte maggiore della doccia.

• Lavaggio di frutta e verdura – Nella preparazione dei pasti, si consiglia di lasciare a mollo frutta e verdura in una bacinella e risciacquarle velocemente. Scongelare gli alimenti all’aria o in un recipiente e non sotto l’acqua corrente. Sporcare solo le stoviglie che servono. Per servire acqua fredda in tavola, mettere in frigo qualche bottiglia e non far scorrere l’acqua corrente inutilmente.

• Risparmiare acqua con le pulizie – Non lavare le stoviglie a mano e utilizzare la lavastoviglie soltanto a pieno carico, diminuendo la frequenza dei lavaggi. Il medesimo metodo vale anche per la lavatrice. Sostituire i vecchi elettrodomestici con modelli provvisti della nuova etichetta energetica. Evitare l’eccessivo uso di detersivi per la pulizia della casa, in quanto richiedono un maggior consumo di acqua per il risciacquo.

• Perdite di acqua – Riparare il rubinetto che gocciola e applicare un riduttore di flusso, per regolare il getto d’acqua; riparare lo sciacquone che perde e installare un sistema in grado di erogare la quantità di acqua strettamente necessaria. Controllare regolarmente il contatore e, quando ci si assenta da casa per le vacanze, chiudere il rubinetto centrale dell’acqua.

• Riutilizzo – L’acqua del deumidificatore o del condizionatore può essere utilizzata per il ferro da stiro. Quella di cottura della pasta, che possiede un notevole potere sgrassante, per il primo lavaggio di piatti, posate e pentole. L’acqua che viene lasciata scorrere in attesa che arrivi quella calda può essere raccolta in un recipiente e utilizzata al posto di un “tiro” di sciacquone o per lavare i pavimenti. Per bagnare piante e fiori si può riutilizzare l’acqua usata per lavare frutta e verdura o quella piovana raccolta in precedenza.

Comunicato stampa

Diritto alla riparazione, via libera del Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo ha approvato – a larga maggioranza – un provvedimento relativo al diritto alla riparazione. Per la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale Europea manca ancora la valutazione del Consiglio UE, che però non dovrebbe comportare né una bocciatura né modifiche al testo, anche in considerazione del larghissimo consenso politico che si è manifestato nell’aula di Strasburgo.

Era da molti anni che in Europa veniva evidenziata la necessità di un quadro di regole più chiaro sulla riparazione dei beni di largo consumo. Già nel 2021 l’Unione Europea aveva pianificato di intervenire sull’utilizzo dell’obsolescenza programmata per ridurre il quantitativo di elettrodomestici riparabili che vengono dismessi e smaltiti.

Secondo i dati raccolti dalla Commissione europea, arriva ad un ammontare annuo di 12 miliardi di euro il danno economico subito dai cittadini europei costretti a sostituire prodotti e dispositivi che invece potevano essere riparati.

A questi numeri si aggiunge il danno ambientale provocato.

Infatti, lo smaltimento prematuro di questi beni, che produce 261 milioni tonnellate di emissioni equivalenti di anidride carbonica, contribuisce al cambiamento climatico provocando il consumo di risorse per 30 milioni di tonnellate e generando 35 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno.

Con l’approvazione di questo provvedimento, dunque, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di ridurre gli sprechi seguendo il concetto di economia circolare.
La normativa sul diritto alla riparazione si propone quindi di agire su due fronti:
• fornire chiarimenti sull’obbligo per i fabbricanti di riparare, quando possibile, i beni mal-funzionanti o non più funzionanti;
• incoraggiare i consumatori a prolungare il ciclo di vita di un prodotto attraverso la sua riparazione.

Nello specifico, la nuova normativa UE obbliga i fabbricanti di prodotti al consumo a fornire servizi di riparazione tempestivi ed economici e a informare i consumatori sul loro diritto alla riparazione.

Le merci in garanzia legale beneficeranno di un’ulteriore estensione di un anno, incentivando ulteriormente il consumatore a scegliere la riparazione al posto della sostituzione.

La normativa sul diritto alla riparazione si riferisce ai beni di consumo come vengono definiti nella direttiva UE 771 del 2019. È quindi incluso “qualsiasi bene mobile materiale”, compresi quelli che incorporano o sono interconnessi “con un contenuto digitale o un servizio digitale”. Nella definizione, rientrano, di fatto, moltissimi oggetti utilizzati nella vita quotidiana, come gli elettrodomestici e tutti i più comuni dispositivi elettronici.

I produttori dovranno fornire pezzi di ricambio e strumenti ad un prezzo ragionevole e non potranno ricorrere a clausole contrattuali, tecniche hardware o software che ostacolino le riparazioni. In particolare, non potranno impedire l’uso di pezzi di ricambio di seconda mano o stampati in 3D da parte di riparatori indipendenti, né potranno rifiutare di riparare un prodotto “solo per motivi economici o perché è stato precedentemente riparato da qualcun altro”.

Con il termine Indice di riparabilità si intende l’indicazione (con un simbolo grafico) che mostra il livello di facilità con la quale un dispositivo può essere riparato.

Non tutti, infatti, sono pensati per essere smontati. Anzi, sovente l’utilizzo di colla per assemblarne i vari componenti rende lo smontaggio molto difficoltoso, se non impossibile.

Il diritto alla riparazione diventa quindi uno strumento nelle mani degli utenti per effettuare scelte sempre più consapevoli.

“Una volta scaduta la garanzia legale, il produttore sarà comunque tenuto a intervenire sui prodotti domestici più comuni, che sono tecnicamente riparabili ai sensi della normativa UE, come lavatrici, aspirapolvere e smartphone. L’elenco delle categorie di prodotti potrà in seguito essere ampliato. I consumatori potranno anche prendere in prestito un dispositivo mentre il loro è in riparazione o, in alternativa, optare per un apparecchio ricondizionato”, è scritto nel comunicato diramato dall’Europarlamento.

Inoltre, ai consumatori potrà essere fornito un modulo europeo di informazione per aiutarli a valutare e confrontare i servizi di riparazione.

E ancora, per agevolare il processo di riparazione verrà creata una piattaforma online europea con sezioni nazionali “per aiutare i consumatori a trovare facilmente negozi di riparazione locali, venditori di beni ricondizionati, acquirenti di articoli difettosi o iniziative di riparazione gestite dalla comunità”.

Infine, la nuova normativa prevede che per rendere le riparazioni più accessibili, “ogni Paese membro dovrà attuare almeno una strategia per promuovere le riparazioni, ad esempio buoni d’acquisto o fondi per la riparazione, campagne di informazione, corsi di riparazione o sostegno agli spazi di riparazione gestiti dalla comunità”.

I Paesi membri, dopo l’approvazione del Consiglio Ue, avranno 24 mesi di tempo per recepire la normativa sul diritto alla riparazione.

Assicurazione casa e furto: come proteggere i tuoi beni preziosi

In un’abitazione possono trovarsi beni che hanno un grande valore non soltanto economico, ma anche affettivo, ed è quindi più che comprensibile cercare di proteggerli al meglio da eventi imprevisti, tra cui anche il furto e la rapina.
La questione non è di poco conto. Il 2° Rapporto dell’Osservatorio sulla Sicurezza della Casa realizzato dal Censis in collaborazione con Verisure Italia mostra che il furto in casa è un’esperienza molto diffusa: 9 milioni di italiani ne hanno subito almeno uno.
Ecco quindi che può valere la pena di conoscere più da vicino le caratteristiche di un’assicurazione che tuteli in caso di rapina e furto in casa; si tratta di una copertura che rientra di norma fra le garanzie offerte dalle polizze “casa e famiglia”, contratti assicurativi non obbligatori multirischio che coprono i sottoscrittori da un’ampia gamma di eventi imprevisti ed economicamente dannosi.
Per inciso, sia furto che rapina sono reati contro il patrimonio, ma si differenziano tra loro per il fatto che nel furto mancano gli elementi della violenza o della minaccia diretta alla persona che invece caratterizzano la rapina.

Assicurazione casa e famiglia: la garanzia “furto e rapina”
La garanzia “furto e rapina” è una delle coperture sempre contemplate nei contratti assicurativi “casa e famiglia”. Per quanto possano esserci differenze fra una compagnia e l’altra, in linea di massima questa opzione copre (entro un massimale annuo specificato chiaramente nel contratto):
● i danni materiali e diretti al contenuto causati da furto commesso all’interno dell’abitazione;
● furto commesso dall’esterno senza introduzione nei locali;
● furto commesso da lavoratori domestici o agevolato con dolo o colpa grave dagli stessi (fino al 50% della somma assicurata);
● rapina e/o estorsione avvenuta nei locali contenenti i beni assicurati;
● furto di fissi e infissi;
● atti vandalici commessi durante il furto, la rapina o nel tentativo di commetterli;
● spese per la sostituzione delle serrature delle porte di ingresso dell’abitazione.

Requisito di norma necessario per far scattare la copertura è che il reato subito sia regolarmente denunciato alle forze dell’ordine (Polizia, Arma dei Carabinieri ecc.).
Allo scopo di evitare disguidi in caso di questi eventi, è sempre opportuno verificare con precisione le protezioni offerte dalla garanzia “furto e rapina” e il massimale di risarcimento.

La garanzia “rapina e scippo fuori casa”
Altri eventi che possono essere oggetto di copertura assicurativa sono la rapina e lo scippo fuori casa. Se si richiede tale garanzia ci si copre, tanto per fare un esempio pratico, dal furto dei bagagli che si trovano all’interno del bagagliaio dell’auto e da altre problematiche simili.

Le assicurazioni “casa e famiglia”
La copertura “furto e rapina” è solo una delle tante che possono essere inserite in un’assicurazione “casa e famiglia”, un prodotto che si caratterizza per il fatto di essere altamente personalizzabile, studiato ad hoc per le proprie esigenze personali, familiari e di budget.
Fra le varie garanzie possibili si ricordano per esempio quella “danni al fabbricato”, la “responsabilità civile del proprietario”, “guasti” (elettrici, idraulici ecc.), “rischi informatici”, “infortuni domestici e del tempo libero”, “spese legali in caso di controversie” ecc.
Per avere un’idea relativa all’importo del premio di un’assicurazione di questo tipo si può fare un preventivo online scegliendo le coperture più idonee per la propria situazione.

Il rapporto del Cresme sul mercato dell’installazione impianti

Tra 2024 e il 2026 il mercato dell’installazione e degli impianti negli edifici subirà una contrazione meno pesante di quella attesa. Inoltre, già dal 2025 si registrerà una stabilizzazione delle attività.

È quanto emerge dal 10° Rapporto congiunturale e previsionale del Cresme, che offre una fotografia completa del mercato dell’installazione degli impianti in Italia e in Europa.

Una fotografia dalla quale emerge che continua ad aumentare il volume di affari dell’impiantistica nell’ambito delle costruzioni, superando il 27%.

Il rapporto del Cresme lascia inoltre intravvedere prospettive positive per l’edilizia, soprattutto per l’edilizia pubblica, in particolare scuole ed ospedali, la cui spesa sta crescendo notevolmente.

I dati del Cresme hanno registrato nel 2023 una diminuzione del mercato dell’installazione degli impianti del 4,2%, rispetto al 2022 che ha rappresentato un anno di picco storico.

Si è trattato comunque di una contrazione più leggera rispetto a quella attesa. La dinamica negativa sarà più intensa nel 2024, anno per il quale è prevista una flessione del -8,3%. Ma già nel 2025 e nel 2026 si prevede una stabilizzazione delle attività.

Sul mercato dell’installazione impianti ha inciso il rallentamento degli investimenti in riqualificazione degli edifici residenziali nel 2023. Le ragioni del rallentamento sono molteplici, ma ai primi posti c’è il depotenziamento degli incentivi.

Il report segnala per il 2023 e nella previsione 2024 una sensibile diminuzione della spesa per l’installazione degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, che rispettivamente cala dell’8,8% e del 17,6%.

Nel 2024 ci sarà una flessione più drastica del 17,6%, già in parte anticipata nel 2023 dai produttori di caldaie, pompe di calore e climatizzatori.

Prosegue invece il momento favorevole per gli impianti di ascensore e di sollevamento, che registrano un aumento dell’8,1% nel 2023 e una previsione di aumento del 6,4% nel 2024 e del 3,4% nel 2025. Questo grazie anche al bonus barriere architettoniche 75%, che può ancora usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito.

Appare inoltre positiva, sia pure a tenui ritmi, la crescita degli impianti per la sicurezza antintrusione e incendio e altro) e degli automatismi di chiusure.

Comunicato stampa

Bollette non pagate e distacco dell’utenza

In tempi economicamente difficili quali quelli attuali, può capitare di essere senza soldi al punto da non riuscire a pagare, oltre alle spese condominiali, neppure le bollette per un servizio essenziale come quello dell’energia elettrica.

Pagare una bolletta in ritardo comporta dei costi, perché le società che gestiscono il servizio applicano delle more sui ritardi. Non pagare una bolletta oltre una determinata scadenza comporta l’interruzione totale della fornitura.

Per essere più chiari sulle tempistiche, possiamo dire che se la bolletta è scaduta per un periodo che va da 2 a 7 giorni non ci sono conseguenze. Da 7 a 15 giorni di ritardo, solitamente l’ente gestore invia una raccomandata con un sollecito di pagamento.

Ricevuto il sollecito di pagamento, conviene saldare la bolletta scaduta dando poi tempestiva comunicazione all’ente gestore dell’avvenuto pagamento, in modo da interrompere la procedura.

Altrimenti l’iter andrà avanti e il gestore del servizio procederà con la riduzione della potenza, portandola ad un livello pari al 15% di quella disponibile. Questo vuol dire che la maggior parte degli elettrodomestici non sarà in grado di funzionare e ci sarà la possibilità soltanto di avere le luci accese.

Trascorsi 15 giorni dalla riduzione della potenza, il gestore provvederà con l’interruzione totale della fornitura e si resterà totalmente senza corrente. Inoltre, il gestore bloccherà anche il codice POD per morosità, in modo che non si potrà nemmeno passare a un altro fornitore prima di aver saldato le fatture arretrate.

Per riattivare la fornitura la prima cosa è necessario dimostrare al fornitore l’avvenuto pagamento della bolletta scaduta. Il gestore, però, prima di riattivare l’utenza potrebbe pretendere costi di gestione per l’interruzione del servizio e per la procedura di riattivazione. Nel mercato libero tali costi ammontano a 25,20 euro per la riattivazione del contatore, oltre al costo della prestazione commerciale del fornitore, come previsto da contratto.

In alcuni casi il mancato pagamento di una bolletta non autorizza l’interruzione della fornitura dell’energia elettrica all’ente gestore. Ecco, di seguito, i casi:
– quando il cliente non viene avvisato;
– quando il pagamento è già stato eseguito e inviato al servizio clienti;
– nei giorni festivi e prefestivi;
– quando la bolletta è ormai in prescrizione;
– quando in precedenza il cliente ha inviato un reclamo scritto relativo al contatore o a importi anomali senza ricevere risposta;
– in caso di mercato tutelato, l’importo della bolletta non è inferiore o uguale al deposito cauzionale;
– quando il mancato pagamento è causato da un’altra utenza, ad esempio il gas, o da un altro servizio;
– in caso di clienti collegati a macchinari salvavita;
– in caso di forniture con funzioni di pubblica utilità.

Switch off Rai, il primo settembre l’oscuramento dei canali

Salvo ulteriori rinvii, sarà il primo settembre lo switch off 2024, ossia la data nella quale i canali Rai passeranno allo standard di trasmissione Dvb-T2. Da quel momento risulteranno oscurati i canali televisivi Rai per coloro che non hanno un televisore che supporta la nuova tecnologia, o un decoder in grado di intercettare il segnale.

Lo Switch off che era atteso già nel 2023. Ora la data del primo settembre sembra certa, ma non è da escludere un ulteriore possibile rinvio.

Il Dvb-T2, ovvero “Digital Video Broadcasting – 2° Generation Terrestrial”, è una nuova versione dello standard Dvb-T del consorzio europeo Dvb per la trasmissione televisiva digitale terrestre.

Rispetto alla precedente, la nuova tecnologia è “più apert”a in quanto consente di includere più tipologie di codifica. In particolare, in Italia il passaggio al nuovo standard è iniziato con lo spegnimento della banda a 700 Mhz e la transizione dal Mpeg-2 al Mpeg-4 con codifica h. 264 e successive.

E proprio questo è il problema, perché soltanto a partire dal 1° gennaio 2017 i televisori venduti in Italia hanno l’obbligo di integrare un sintonizzatore digitale per la ricezione di programmi in tecnologia Dvb-T2 con codifica h. 265. Quelli acquistati prima del 1° gennaio 2017, infatti, potrebbero non supportarla, e quindi sono destinati a subire l’oscuramento del segnale una volta che il passaggio sarà definitivo.

Sono 15 i canali che dovrebbero essere oscurati per chi non ha un dispositivo in grado di supportare la nuova tecnologia Dvb-T2. Per la precisione sono i canali multiplex della Rai Si tratta di: Rai 1 HD, Rai 2 HD, Rai 3 HD, Rai 4, Rai 5, Rai Premium Hd, Rai Scuola, Rai Play, Rai Radio 2 Visual, Rai Play Sound, Rai Gulp HD, Rai Yoyo HD, Rai Storia HD, Rai Sport HD Test HEVC, Rai San Marino.

Per capire se il proprio Tv supporta o meno il nuovo standard, ed evitare di ritrovarsi a dover acquistare un nuovo televisore o in alternativa un decoder, è possibile fare un test molto semplice. È infatti sufficiente collegarsi ai canali 200 (Test Hevc Main10) o 558 (Rai sport Hd) del proprio apparecchio. Se il canale si vede e sente correttamente, vuol dire che l’apparecchio supporta la nuova tecnologia, dunque non ci sono problemi. Altrimenti sarà necessario dotarsi di un apparecchio tecnologicamente più avanzato, o di un decoder.

Da Dierre cinque idee di arredo “a scomparsa”

Con il Progetto Filomuro, Dierre porta a compimento un’evoluzione stilistica e tecnologica che coinvolge ormai tutta la casa: la porta blindata d’ingresso Sleek; le porte interne a battente con telaio Filum; la blindata interna Silence; i modelli scorrevoli New space rasomuro e gli sportelli per vani tecnici Shape.

Un sistema funzionale, che diventa un vero progetto di arredo (con un catalogo dedicato) per nascondere letteralmente la porta all’interno della parete che la ospita oppure, al contrario, mettere in risalto l’anta utilizzando colori e decori su misura.

Dierre è infatti l’unico produttore che progetta e realizza tutte le componenti dei suoi sistemi di chiusura: dalle serrature di sicurezza ai diversi modelli di apertura per porte esterne e interne.

1. Blindata filomuro. Nasce su un aereo copiando il sistema di chiusura del portellone: Dierre Sleek è prima porta blindata con cerniera a scomparsa. Un brevetto Dierre che regala alla blindata un’insolita agilità, con apertura a 180° – anche su ante di grandi dimensioni – e una doppia battuta di chiusura che unisce la perfetta complanarità alla parete alla protezione da spifferi e rumori.
Disponibile anche in versione Sleek Out, per l’installazione a contatto diretto con gli agenti atmosferici, per proteggere la casa dagli sbalzi termici in tutte le stagioni.
Questo nuovo modello raggiunge prestazioni isolanti da primato.
Merito di 3 distinti elementi a taglio termico: il telaio coibentato, la carenatura dell’anta – entrambi sviluppati in collaborazione con Schüco – e lo speciale controtelaio in acciaio zincato 20/10 con inserti in PVC. L’unione di queste 3 componenti permette di raggiungere un coefficiente di trasmittanza termica (Ud) pari 1,2 W/(m2 x K) e fino a 0,71 W/(m2 x K) con l’utilizzo di speciali pannelli isolanti. Con uno spessore totale dell’anta di soli 86 mm.

La porta blindata Sleek Out è dotata di 4 rostri fissi lungo il lato delle cerniere e 2 deviatori a uncino comandati dalla serratura che, a porta chiusa, si inseriscono nel telaio impedendo lo scardinamento dell’anta.
Quattro le soluzioni di chiusura tra cui scegliere: cilindro ad alta sicurezza, con due cilindri dipendenti (che seguono una sequenza di chiusura) e nelle nuove versioni con serratura a cilindro motorizzata Hibry e Next Elettra.

2. Porta scorrevole New Space Raso Muro disegnata dai tecnici Dierre per l’inserimento in parete – anche cartongesso – per suddividere gli ambienti della casa o sfruttare spazi prima inutilizzabili. Una soluzione particolarmente indicata dove ogni centimetro è importante, perfetta anche per costruire una cabina armadio nelle case più spaziose.

3. Essenziali ma completamente personalizzabile in molteplici colori e finiture, le porte interne con telaio Filum sfruttano l’installazione filomuro per ottenere una parete senza soluzione di continuità. Merito anche del telaio perimetrale in alluminio estruso e ossidato, che può essere trattato con pitture murali e montato – in versione a spingere o a tirare – sia sulla normale muratura che sul cartongesso.
Facili da installare e dotate di un kit che permette di correggere anche eventuali fuorisquadra, le porte interne Filum hanno serratura magnetica con controplacca registrabile e cerniere a scomparsa regolabili su 3 assi.

4. All’apparenza sembra una normale porta interna ma nasconde invece un’anima impenetrabile: Silence è una porta blindata per interni progettata per proteggere la camera da letto e, in generale, per rendere veramente sicura la stanza dove si conservano i ricordi più preziosi. Può riprendere colori e finiture di tutte le altre porte Dierre di casa, compresa l’installazione filomuro.
Per chiuderla basta ruotare la maniglia verso l’alto, facendo così scattare i catenacci. In pratica il normale utilizzo -ad esempio durante la notte- viene facilitato dalla maniglia smart. Una volta chiusa, però, la porta può essere aperta dall’esterno solo disponendo della chiave. Un sistema che raddoppia il livello di protezione rispetto alla tipica blindata d’ingresso, rendendo più difficile la vita ai malintenzionati e trasformando, di fatto, la stanza da letto in una panic room.
Per garantire sonni tranquilli agli abitanti della casa proprio nel momento in cui sono più vulnerabili alle aggressioni dei ladri: la notte.
Quattro i punti di forza della porta: le cerniere a scomparsa, registrabili sui 3 assi permettono l’apertura del battente a 180° e l’installazione filomuro; l’anta antieffrazione in Classe 3 EN 1627, dallo spessore di soli 54 mm con 3 rostri fissi anima del battente in doppia lamiera e lamina parafreddo; la serratura a cilindro in versione mezzo cilindro a 3 catenacci e scrocco, con deviatore inferiore e superiore e trappole anti-bumping; infine il telaio, complanare alla parete è realizzato con uno speciale profilo in alluminio e può essere murato o ancorato a una struttura già esistente in legno.

5. La completa mimetizzazione con la parete circostante è una prerogativa anche del pannello Shape, destinato alla chiusura dei piccoli vani tecnici con versioni a una o due ante e apertura fino a 180°.

Dierre
Dierre è il marchio italiano specializzato nella produzione di porte blindate, porte per interni e chiusure di sicurezza. Fondata nel 1975 da Alessandro e Vincenzo De Robertis l’azienda ha tra i suoi punti di forza la capacità di coniugare ricerca tecnologica e design, con una grande attenzione alla personalizzazione dei dettagli. Nel catalogo Dierre anche rivestimenti per porte di sicurezza, porte tagliafuoco, controtelai per porte a scomparsa, porte scorrevoli, chiusure per garage e casseforti, serrature e cilindri per porte blindate.

Informazioni per il pubblico: 0141-949411 www.dierre.it

La climatizzazione, tra opportunità e nuove sfide

climatizzatore

Il settore della climatizzazione vale in Italia oltre 2,7 miliardi di Euro, anche se nel 2023 il giro d’affari è calato dell’11,6% rispetto al 2022.

La variazione percentuale è negativa per diversi segmenti di mercato: climatizzatori monosplit (-8% e -3%) e multisplit (-2% a volume e +1% a valore). Positiva, invece, per i sistemi miniVRF e VRF (del 2% a volume e del 12% a valore).

Sono i numeri dell’indagine annuale di Assoclima, condotta dall’Ufficio Statistica ANIMA.

L’indagine fa riferimento ai dati di produzione, importazione, esportazione e fatturato in Italia di tutti i componenti HVAC: climatizzatori d’ambiente, sistemi monosplit, multisplit e VRF, condizionatori packaged e roof top, pompe di calore, gruppi frigoriferi con condensazione ad aria e ad acqua, unità di trattamento aria, sistemi di ventilazione meccanica controllata, unità terminali, apparecchi ibridi e per la produzione di acqua calda sanitaria.

Emerge inoltre che l’export conta sempre di più (55%) per la produzione nazionale, a conferma di una consolidata capacità dell’industria italiana di competere sui mercati internazionali.

La maggior parte dei settori mostra incrementi significativi. A cominciare da quello dei condizionatori rooftop, che registrano +24% a volume e +35% a valore. Doppia cifra anche per i condizionatori close control (+61% a volume e +94% a valore), richiesti in particolare dai data center. Crescono poi i gruppi frigoriferi condensati ad acqua e le pompe di calore acqua-acqua: +9% a volume e +25% a valore per le potenze inferiori a 50 kW, e +25% a volume e +17% a valore per le potenze più elevate.

Le pompe di calore elettriche aria-acqua con potenza fino a 17 kW sono invece in negativo (-40% a volume e -31% a valore), al contrario di quelle di potenza superiore (44% a volume e del 52% a valore nella fascia da 18 a 50 kW, e 44% a volume e 51% a valore per le potenze superiori a 50 kW).

Soffrono gli apparecchi ibridi costituiti da una pompa di calore elettrica e una caldaia a gas a condensazione: -75% a volume e -72% a valore.

Infine, il 2023 è stato positivo per le unità di trattamento aria (+10% a volume e +11% a valore) e la ventilazione meccanica residenziale, (+27% a volume e +1% a valore).

Assoclima guarda al futuro sottolineando l’importanza della sostenibilità: le sfide da affrontare saranno quelle dell’elettrificazione, dell’efficienza energetica e della decarbonizzazione.

Il comparto della climatizzazione si è dimostrato resiliente nel fronteggiare la pandemia, le tensioni geopolitiche e le crisi energetiche. Anche per questo, le previsioni per il futuro sono ottimiste. I segni negativi nell’indagine 2023, possono infatti essere la conseguenza dello stop degli incentivi e del confronto con i numeri da record del 2022 spinti dal Superbonus.

Le maggiori incertezze saranno riscontrate nel settore residenziale, che oggi registra elevati livelli di stock di prodotto nella catena distributiva. Il settore terziario commerciale, invece, dimostra come le pompe di calore siano ormai sempre più richieste.

Esenzione canone Rai

Il pagamento del canone Rai può essere evitato in alcune situazioni di cittadine e cittadini che possono beneficiare dell’esenzione.
Così come per gli anni passati, anche nel 2024 sono tenuti a pagare il canone Rai tutti coloro che possiedono in casa un televisore oppure un apparecchio che consente la ricezione dei canali televisivi.
L’importo della tassa annuale per l’abbonamento nel 2024 è di 70 euro, e anche per quest’anno sarà addebitato direttamente sulla bolletta dell’energia elettrica.
Non tutti però sono obbligati al pagamento e anche nel 2024 sono in vigore specifici esoneri, con scadenze diverse a seconda dei soggetti e della richiesta.

L’importo in bolletta scende a 70 euro
La Legge di Bilancio 2024 ha ridotto da 90 a 70 euro il costo annuale del canone. Questa riduzione rappresenta la prima fase della “riforma” del canone e delle regole di pagamento della tassa. L’Italia, infatti, su richiesta della Commissione Europea, è tenuta a revisionare le regole con l’obiettivo di rendere più trasparenti le bollette dell’energia elettrica.
L’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 1/2024 ha fatto il punto delle novità introdotte e fornito le nuove tabelle per il pagamento a rate. Per le utenze già attive l’addebito avverrà in 10 rate da 7 euro ciascuna. Per le nuove utenze le rate sono differenziate sulla base della data di attivazione.

Gli obbligati e gli esonerati
Sono tenuti a pagamento della tassa del canone Rai tutte le persone che possiedono in casa una televisione oppure un apparecchio in grado di ricevere il segnale televisivo.
Non c’è alcuna differenza se il televisore viene effettivamente utilizzato o meno. Infatti l’azienda precisa: “Trattandosi di un’imposta sulla detenzione dell’apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall’uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive”.
Gli apparecchi per cui risulta obbligatorio il pagamento della tassa sono:
– Ricevitori TV fissi;
– Ricevitori TV portatili;
– Ricevitori TV per mezzi mobili;
– Ricevitori radio fissi;
– Ricevitori radio portatili;
– Ricevitori radio per mezzi mobili;
– Terminale d’utente per telefonia mobile dotato di ricevitore-radio/TV (esempio cellulare DVB-H);
– Riproduttore multimediale dotato di ricevitore radio/TV (per esempio, lettore mp3 con radio FM integrata)
– Videoregistratore dotato di sintonizzatore TV;
– Chiavetta USB dotata di sintonizzatore radio/TV;
– Scheda per computer dotata di sintonizzatore radio/TV;
– Decoder per la TV digitale terrestre;
– Ricevitore radio/TV satellitare;
– Riproduttore multimediale, dotato di ricevitore radio/TV, senza trasduttori (per esempio, Media Center dotato di sintonizzatore radio/TV).

Gli apparecchi esenti sono invece:
– PC senza sintonizzatore TV,
– monitor per computer,
– casse acustiche,
– videocitofoni.
Viene esentato dal pagamento chi dichiara di non avere alcun televisore in casa: non deve avere apparecchi in nessuna delle abitazioni ad uso domestico residenziale in cui è attiva un’utenza elettrica a suo nome.

Le altre categorie per cui si applica l’agevolazione sono:
– gli anziani con più di 75 anni con un reddito inferiore a 8.000 euro;
– i militari delle Forze Armate Italiane: ospedali militari, Case del soldato e Sale convegno dei militari delle Forze armate. Attenzione però: se un membro delle Forze Armate si trova in un appartamento privato situato all’interno di una struttura militare non è esonerato dal pagamento del canone;
– i militari di cittadinanza straniera appartenenti alle Forze Nato;
– gli agenti diplomatici e consolari: solo per quei Paesi per cui è previsto lo stesso trattamento per i diplomatici italiani;
– i rivenditori e negozi in cui vengono riparate TV.

Esenzione anziani over 75 anni
L’esenzione dal canone Rai 2024 per gli anziani si applica a tutti i contribuenti in possesso di specifici requisiti, senza novità rispetto agli anni passati:
– almeno 75 anni d’età;
– reddito non superiore a 8.000 euro.
Ai fini dell’esenzione dal canone Rai 2024, il limite di reddito va considerato calcolando sia le somme percepite dal soggetto richiedente sia dal coniuge.
Inoltre, questa si applica solamente nel caso in cui l’anziano non conviva con altri soggetti titolari di reddito proprio, oltre al coniuge. Sono esclusi dal requisito gli anziani che hanno assunto collaboratori domestici, colf o badanti.

Per poter beneficiare dell’esonero dal pagamento del canone Rai 2024 in bolletta, gli interessati devono presentare la domanda tenendo conto della data di compimento dei 75 anni. I richiedenti che intendono presentare la domanda per l’esonero annuale, infatti, devono aver compiuto i 75 anni d’età entro il 31 gennaio 2024.
Nel caso in cui il requisito d’età dovesse essere raggiunto entro il 31 luglio 2024, invece, l’esonero spetterà solo per il secondo semestre. Chi compie i 75 anni dopo questa data potrà richiedere l’esonero dal 2025.
Chi ha già inviato la domanda l’anno scorso non dovrà inviarla di nuovo.

Disdetta per chi non ha TV in casa
Chi non ha una televisione in casa e, quindi, non usufruisce del servizio può essere esonerato dal pagamento del canone Rai 2024.
Il possesso di una TV è assunto per tutti gli intestatari di utenza ad uso domestico residenziale, è però possibile presentare la richiesta per la disdetta.
Anche in questo caso sarà necessario presentare la domanda all’Agenzia delle Entrate.
Pertanto, possono disdire l’abbonamento alla televisione ed evitare di pagare il canone Rai tutti i contribuenti che non possiedono apparecchio televisivi in casa anche se sono intestatari di utenze di energia elettrica per uso domestico residenziale.
Chi ha intenzione di cancellare l’abbonamento alla televisione e smettere di pagare il canone Rai nel 2024 perché non ha una TV in casa, dovrà presentare l’apposito modulo di domanda entro specifiche scadenze.
Per beneficiare dell’esonero per tutto l’anno, la richiesta va presentata entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento, quindi in questo caso del 2024.
Nel caso in cui si saltasse la scadenza, sarà comunque possibile usufruire dell’esonero, ma solamente per il secondo semestre dell’anno. In questo caso la domanda va inviata entro il 30 giugno 2024. La domanda inviata oltre tale data darà diritto all’esonero per il 2025.
La domanda di esonero dal pagamento in bolletta del canone Rai 2024 deve essere presentata direttamente dal soggetto a cui è intestata l’utenza elettrica.

Esenzione canone Rai 2024 e nuova utenza
Chi dovesse attivare una nuova utenza elettrica durante l’anno senza possedere anche un apparecchio per la ricezione del segnale televisivo potrà comunque presentare la domanda di esonero dal pagamento del canone Rai 2024.
Potrà farlo entro la fine del mese successivo a quello di attivazione della fornitura. Così facendo il canone Rai non sarà addebitato in bolletta.
In caso contrario sarà possibile presentare domanda di rimborso.

Esenzione per la seconda casa
Il canone Rai 2024 non deve essere pagato sulla seconda casa. Il pagamento, infatti, va effettuato una sola volta per ogni nucleo familiare in cui è presente una fornitura elettrica.
L’esonero dal versamento dei 70 euro di canone si applica, quindi, anche nel caso in cui nella stessa famiglia due soggetti fossero titolari di due bollette. Per disdire l’abbonamento, anche in questo caso, bisogna presentare il modello di domanda secondo le modalità ordinarie.
Per ulteriori dettagli, si consiglia di seguire le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate.

Informazione Fiscale

Inail, potenziata l’App per gestire gli infortuni domestici

Sono attive le nuove funzionalità dell’App istituzionale dell’Inail, il canale mobile lanciato nel 2021 che consente ai cittadini e alle cittadine di usufruire di alcuni servizi direttamente dallo smartphone e tablet.

Il nuovo aggiornamento dell’applicazione introduce una serie di funzionalità dedicate alle persone che hanno sottoscritto l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici, introdotta dalla legge n. 493 del 1999 per tutti coloro i quali che svolgono lavori di cura dei familiari e della casa.

Si tratta nello specifico degli uomini e delle donne di età compresa tra i 18 e i 67 anni che si prendono cura della casa e dei propri familiari in maniera abituale, esclusiva e gratuita.

Il costo del premio è di 24 euro e la copertura assicurativa parte dal 1° gennaio, se il pagamento è effettuato entro la scadenza del 31 gennaio di ogni anno. Se, invece, si paga successivamente, l’assicurazione decorre dal giorno successivo al versamento.

La prima iscrizione può essere effettuata durante tutto l’anno, e, nel caso di famiglie a basso reddito, il premio assicurativo è a carico dello Stato.

Grazie al nuovo aggiornamento dell’App, dunque, gli utenti assicurati contro gli infortuni in casa possono:
– aggiornare recapiti e contatti personali;
– visualizzare l’Avviso di pagamento per il rinnovo della polizza;
– scaricare il codice IUV e procedere con il versamento su PagoPA.

Inoltre, è disponibile anche lo storico delle polizze sottoscritte negli anni passati, dal quale è possibile scaricare ricevute di pagamento e certificati assicurativi.

Si ricorda che dopo aver scaricato l’applicazione, per usufruire in maniera completa dei servizi offerti è necessario effettuare l’accesso tramite credenziali SPID.

La novità relativa all’assicurazione contro gli infortuni domestici si aggiunge agli altri servizi già disponibili sull’App INAIL.

L’Istituto, infatti, ricorda che dallo scorso luglio gli utenti possono usufruire dei servizi dello “Sportello digitale”, che permette di programmare e gestire i propri appuntamenti, in presenza o sulla piattaforma Teams, avendo sempre a portata di mano le informazioni relative ai consulti già effettuati.

Una funzionalità che si integra con il servizio “InTempo”, che consente di prenotare il posto in coda prima dell’accesso nelle sedi e di fare il check-in con il QR-code.

È stato rilasciato lo scorso anno anche il servizio “Mychat”, con l’introduzione dell’assistente virtuale di supporto, per un’assistenza h24 in tempo reale.

Il chatbot si è aggiunto alla Chat con operatore, disponibile nei giorni lavorativi dalle ore 9.00 alle 18.00, a “INAIL risponde”, per inviare richieste di supporto sull’utilizzo dei servizi online conservate nell’archivio “Le mie richieste”, e alla sezione “Faq”, con l’elenco delle risposte alle domande più frequenti.

Comunicato stampa