È Bergamo la migliore città per qualità della vita in Italia. A incoronarla è la trentacinquesima edizione dell’indagine del Sole24Ore, lanciata nel 1990 per misurare i livelli di benessere nei territori italiani.
All’ultimo posto c’è Reggio Calabria, maglia nera di una classifica che vede le ultime 25 posizioni tutte occupate da province del Mezzogiorno. Mai premiata prima d’ora nella classifica generale, epicentro della pandemia da Covid ormai 5 anni fa, ma già incoronata regina dell’Indice di Sportività 2024, la provincia orobica aveva già scalato diverse posizioni nel 2023 e quest’anno ha scalzato habitué del podio come Trento, al secondo posto, e Bolzano, al terzo.
La top ten è lo specchio di un Paese in cui le grandi città cominciano a manifestare diverse fragilità: l’unica presente è Bologna, al nono posto, in calo di sei posizioni rispetto all’edizione 2023. Per il resto, trionfano le medie province: Monza e Brianza (4° posto), seguite da Cremona e Udine, vincitrice lo scorso anno, Verona e Vicenza. A chiudere, dopo Bologna, è Ascoli Piceno. Vince il versante nord orientale, con tre province lombarde, le due province autonome del Trentino Alto Adige, due venete, una emiliana e una marchigiana.
Le città metropolitane registrano un crollo diffuso: Bologna scende di 7 posizioni, Milano di 4 passando al dodicesimo posto, Firenze (trentaseiesimo posto) segna un -30 dopo essere stata in zona top 10 per tre anni consecutivi e Roma scende di -24 posizioni piombando al cinquantanovesimo posto. Torino perde 22 posizioni, arrivando al cinquantottesimo posto subito davanti alla Capitale. Napoli è penultima, mentre Bari è tra le poche a salire: un aumento di 4 posizioni la porta al sessantacinquesimo posto.
Le classifiche di tappa si confermano sei: Biella vince in “Ricchezza e consumi”; Milano mantiene la sua leadership in “Affari e Lavoro”; Brescia è prima in “Ambiente e servizi”; Bolzano è leader in “Demografia, salute e società”; Ascoli Piceno guida la classifica di “Giustizia e sicurezza”; Trieste è la migliore per “Cultura e tempo libero”. Una menzione speciale va a Firenze che vince la quarta edizione della “Qualità della vita delle donne”, un indice sintetico basato su 12 parametri (tasso di occupazione, imprese femminili, amministratrici donne di imprese e di entri locali, quota di laureate, tra gli altri).
L’indagine del Sole 24 ore fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. La classifica è una media delle medie calcolata su 90 indicatori da fonti certificate (Istat, Banca d’Italia, Istituto Tagliacarne, Infocamere e molti altri), su base provinciale e rapportati alla popolazione residente, divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, salute e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.
L’obiettivo è rappresentare un concetto multisfaccettato come quello della Qualità della vita indagandone i vari aspetti.
Dei 90 indicatori fanno parte anche dieci indici sintetici che nel corso dell’anno sono stati pubblicati sul Sole 24 Ore: l’Indice del Clima, i tre Indici Generazionali (Qualità della vita di Anziani, Giovani, Bambini); l’Indice di Sportività, l’Indice della Criminalità; Ecosistema Urbano; l’Indice di Fragilità del Territorio; Icity Rank e l’Indice della Qualità della vita delle donne.
Alcuni indicatori sono rimasti uguali a quelli delle precedenti edizioni: dai depositi bancari alla raccolta differenziata, passando per gli iscritti all’Aire e il numero di librerie.
Altri, in totale 27, sono di nuova introduzione: i rischi di frane e alluvioni, le mensilità di stipendio necessarie per acquistare casa, gli omicidi.
L’indagine, che ha debuttato nel 1990, ogni anno si rinnova dando spazio a indicatori che possono raccontare al meglio l’evoluzione della società e dei territori.
Un laboratorio digitale che si avvale dell’intelligenza artificiale e del supercalcolo per accelerare la progettazione di materiali innovativi per le applicazioni energetiche nel fotovoltaico, nelle batterie e negli elettrolizzatori.
È il “prodotto” del progetto IEMAP (Italian Energy Materials Acceleration Platform), al quale partecipano ENEA (coordinatore), Cnr, RSE e l’Istituto Italiano di Tecnologia.
Finanziato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nell’ambito dell’iniziativa di cooperazione internazionale “Mission Innovation”, il progetto ha consentito di dare vita ad un laboratorio digitale altamente tecnologico e innovativo che segna un cambio di passo nella ricerca sui materiali. Infatti, grazie a sofisticate simulazioni, il sistema consente di ridurre gli esperimenti necessari alla messa a punto di nuovi materiali, ottimizzando il processo di sviluppo e rendendo più brevi i tempi di implementazione.
L’obiettivo è di accelerare il percorso dei materiali innovativi “dal laboratorio all’applicazione pratica”: un procedimento complesso, che sin dalle prime fasi richiede lunghe sperimentazioni per individuare la giusta composizione chimica in grado di rendere efficiente e duraturo il dispositivo finale, ma anche sostenibile e non molto costoso. E’ stata realizzata una piattaforma che combina un database centralizzato che, con procedure informatizzate avanzate, gestisce grandi volumi di dati, applicazioni di intelligenza artificiale e simulazioni realistiche, anche attraverso l’utilizzo del supercomputer CRESCO6 di ENEA. L’intelligenza artificiale elabora i dati ricavati e li utilizza per selezionare nuove possibili sperimentazioni da avviare al fine di trovare i materiali più adatti.
“Dietro questa piattaforma c’è una rete di laboratori che collaborano con le proprie competenze e condividono dati per progettare insieme nuovi materiali nei settori del fotovoltaico, delle batterie e degli elettrolizzatori. I risultati sono una serie di servizi basati sull’intelligenza artificiale e sulla modellistica molecolare, a disposizione delle aziende per una rapida prototipizzazione del materiale. Possono volerci anche quindici anni per progettare un nuovo materiale, mentre con questa metodologia riduciamo enormemente i tempi necessari”, afferma Massimo Celino, ricercatore della Divisione ENEA per lo Sviluppo di sistemi per l’informatica e l’ICT afferente al Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili e responsabile del progetto IEMAP.
“I nuovi materiali rappresentano la chiave di volta dello sviluppo delle tecnologie energetiche: per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, assicurando al tempo stesso la competitività delle nostre industrie, è necessario individuare nuovi materiali, poco costosi ma al tempo stesso efficienti e che non utilizzino materie critiche. La piattaforma realizzata nell’ambito del Progetto IEMAP si candida a diventare un riferimento per la ricerca energetica nazionale ed internazionale”, conclude il ricercatore ENEA.
Comunicato Stampa Enea
Si chiama CASEITALY EXPO 2025 ed è il nuovo evento fieristico di riferimento dedicato all’involucro edilizio, che punta a promuovere in Italia e nel mondo le imprese produttrici di chiusure tecniche, serramenti, schermature solari, lattoneria, coperture e maniglieria.
CASEITALY EXPO 2025 si svolgerà dal 12 al 14 febbraio 2025 presso Fiera di Bergamo. Il nuovo evento verticale è promosso dall’associazione CaseItaly e da Promoberg ed è cresciuto all’interno del contesto federativo di FINCO e in particolare nelle quattro associazioni partner: ACMI, ANFIT, ASSITES e PILE.
Laura Michelini, presidente Caseitaly commenta: “L’associazione Caseitaly di cui sono oggi presidente nasce nel 2017 dalla volontà di queste associazioni operanti nel settore dell’involucro edilizio, che si ritenevano da anni prive di una fiera specializzata sul territorio e che hanno così deciso di creare un progetto innovativo presentato al Ministero che lo ha approvato con la clausola di divulgare Caseitaly partecipando a fiere estere internazionali. Da qui la nostra presenza a 5 fiere internazionali di importanza strategica: Fensterbau, SIB, Budma, Construmat, Batimat e finalmente CASEITALY EXPO 2025 che si terrà a Bergamo.
Per le sue particolari caratteristiche e per i servizi che Fiera di Bergamo mette a disposizione, l’intento è quello di far diventare CASEITALY EXPO la fiera di riferimento del settore dando così la possibilità agli addetti al lavori di promuovere i loro prodotti in un evento particolarmente innovativo, verticale e unico nel suo genere che abbina all’ampia area espositiva per tutte le novità e innovazioni del settore, un programma di convegni, seminari e opportunità di confrontarsi con le sfide del mercato nazionale e internazionale”.
Davide Lenarduzzi, amministratore delegato di Promoberg commenta: “Bergamo è il cuore di un distretto industriale e immobiliare tra i primi a livello europeo. CASEITALY EXPO 2025 riunirà i migliori operatori della filiera, presenterà soluzioni e prodotti, farà incontrare aziende e persone che rappresentano il meglio del made in Italy dell’involucro edilizio. Un contesto espositivo moderno collocato in una posizione strategica a ridosso dell’Aeroporto di Milano Orio International e delle principali reti viarie del nord Italia, per garantire accessibilità e semplicità di spostamento ad espositori e visitatori, italiani e stranieri, la premessa ideale per una Fiera che punta a coinvolgere operatori nell’area del bacino europeo mediterraneo, nord Africa e Balcani”.
Attraverso la presenza di partner d’eccellenza del settore, la manifestazione riunirà le migliori realtà e i potenziali clienti interessati a conoscere gli ultimi sviluppi e le innovazioni nell’ambito di chiusure, serramenti, maniglieria, schermature solari, lattoneria e coperture. Si propone inoltre di condividere con fornitori ed esperti una panoramica sulle innovazioni italiane in tecniche, materiali e attrezzature per l’edilizia, evidenziando le soluzioni più avanzate per affrontare le sfide moderne del settore e ottimizzare i processi di costruzione e ristrutturazione.
CASEITALY EXPO 2025 si fonda sui pilastri fondamentali di sostenibilità, innovazione, Made in Italy, export e competitività mettendo in luce soluzioni sostenibili di avanguardia e celebrando l’ingegno e la produzione italiane e non solo, oltre ad offrire una piattaforma per esplorare opportunità di espansione internazionale e analizzare strategie mirate per rafforzare la competitività nel mercato edilizio globale.
Comunicato stampa
Cassa Geometri rende noto che è giunta l’approvazione dei Ministeri vigilanti alla delibera n.6 del 20 giugno 2024 con cui il Comitato dei Delegati della Cassa ha introdotto modifiche al regolamento di previdenza ed assistenza a favore degli iscritti, al fine di agevolare l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata delle professioniste geometra.
In particolare, la misura interviene sull’art. 3 del Regolamento, prevedendo un regime agevolato temporaneo per le professioniste che raggiungono i requisiti anagrafico-contributivi per l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata: dal 1° gennaio 2025 fino al 31 dicembre 2035, infatti, alle professioniste donne viene ridotto l’abbattimento della quota reddituale portandolo dall’1% allo 0,5% per ogni mese di anticipo rispetto all’età di 67 anni.
Allo stesso tempo, anche la quota minima di abbattimento viene dimezzata ad un valore minimo del 6%. Restano invariate le condizioni per i professionisti uomini per i quali è previsto una percentuale più alta di abbattimento della quota calcolata con il sistema reddituale, pari all’1% per ogni mese di anticipo, con una riduzione minima del 12%.
Con questa modifica Cassa Geometri, in linea con quanto previsto nel sistema previdenziale pubblico con “opzione donna”, si propone di sostenere le professioniste che nel corso della loro vita professionale si sono trovate in situazioni svantaggiose per le difficoltà nel conciliare vita privata e lavoro.
In particolare, l’intervento mira a tutelare quella fascia di professioniste che, avendo iniziato a svolgere la professione negli anni ’80 e ’90, quindi, in un contesto sociale penalizzante per il genere femminile e di discriminazione nell’accesso e svolgimento della professione, non potranno beneficiare di un assegno pensionistico adeguato.
Tale situazione, infatti, ha inciso sulla capacità reddituale delle professioniste che, dalle rilevazioni condotte dalla Cassa, risulta essere tra il 30% e il 50% inferiore – a seconda dell’area geografica – rispetto a quella dei colleghi uomini.
“Questa delibera segna un ulteriore passo avanti nella costruzione di un sistema previdenziale equo e sostenibile – commenta il Presidente di Cassa Geometri Diego Buono – andando a compensare quegli effetti discriminatori che 30-40 anni fa hanno leso i diritti fondamentali delle donne geometra come la conciliazione lavoro e famiglia e la genitorialità, oggi al centro delle politiche di welfare della Cassa”.
Prosegue Buono: “Con questa ultima approvazione ministeriale, abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati volti a garantire un sistema previdenziale e assistenziale sempre più solido e orientato al futuro della categoria, assicurando una sostenibilità nel lungo periodo senza trascurare l’adeguatezza delle prestazioni future. In virtù di questo, offriamo un particolare supporto alla platea femminile attraverso azioni di welfare strategico che ne favoriscano il benessere e la crescita professionale”.
Comunicato stampa
Il tema della casa è un tema di cui la politica sembra occuparsi poco, che raramente è al centro del dibattito pubblico. Eppure, se la politica deve stare vicino ai cittadini e ai problemi concreti delle persone, quello dell’abitare dovrebbe essere una priorità nell’agenda di qualunque Governo.
Oggi la difficoltà a trovare un tetto non condiziona solo la vita dei più poveri ma rende difficile per i giovani costruirsi una vita autonoma, limita la possibilità di andare all’università per chi deve cambiare città per farlo e, nelle città, trovare casa a costi accessibili con gli attuali stipendi medi diventa molto difficile di fronte agli aumenti continui dei costi per l’acquisto e per l’affitto.
Solo politiche pubbliche all’altezza possono aiutare le persone a rispondere al loro bisogno di soluzioni abitative.
La scelta del Governo e del Ministero di Salvini è stata quella opposta, cioè di cancellare i finanziamenti per il sostegno degli affitti e della morosità incolpevole, restare inerte di fronte all’aumento degli affitti brevi che riduce la disponibilità di alloggi per le famiglie e non proporre nulla.
Il cosiddetto “Piano casa” di Salvini si è limitato a condonare i piccoli abusi edilizi, senza intervenire per affrontare i problemi di chi la casa non la trova.
Mentre gli affitti sono aumentati del 10% in due anni, 600mila persone sono in lista di attesa per le case popolari, tante famiglie devono destinare metà del proprio reddito alla casa, quindi, il Governo ha deciso di non fare nulla che sia all’altezza della gravità dei problemi.
Di fronte all’inerzia del centrodestra, il Comune di Milano ha deciso invece di fare del tema della casa la priorità dell’azione di governo della città.
Di fronte al rischio che il caro affitti non consenta più a chi ha uno stipendio medio di vivere a Milano, la Giunta Sala ha messo in campo un piano di interventi con l’obbiettivo di mobilitare risorse pubbliche, della cooperazione e del privato sociale per dare risposte concrete.
Il Comune di Milano si muove su due fronti.
Il primo è quello delle case popolari di proprietà del Comune e gestite da MM, con l’intento di recuperare al più presto le centinaia di alloggi vuoti perché hanno bisogno di manutenzione. Milano investirà risorse per questo e faciliterà la possibilità per gli assegnatari di entrare e occuparsi della ristrutturazione.
L’altro fronte è quello che ha come obbiettivo quello di realizzare 10mila alloggi da affittare a canoni accessibili per chi guadagna trai 1.200 e i 1.500 euro. A questo scopo il Comune, per abbattere i costi di costruzione, ha deciso di mettere a disposizione diverse aree di sua proprietà e altre risorse. In questo contesto sono già stati avviati bandi per 3.000 alloggi.
Sulla casa, insomma, si possono e si devono mettere in campo politiche pubbliche. Sulla volontà di farlo o meno si misura la vicinanza ai bisogni e ai cittadini.
Sen. Franco Mirabelli, Vicepresidente del Gruppo PD al Senato
Fiera Bolzano e Agenzia CasaClima annunciano la nuova edizione di Klimahouse, la fiera dell’edilizia sostenibile che si terrà dal 29 gennaio all’1 febbraio 2025.
Tema centrale del Klimahouse Congress è la rigenerazione urbana. Titolo dell’evento: “Trasformare spazi, Trasformare vite, Costruire il Futuro”. Durante la due giorni del congresso, i partecipanti potranno approfondire esempi concreti di rigenerazione urbana che vanno dalla riqualificazione di spazi pubblici alla trasformazione di edifici dismessi in centri culturali, coworking e aree verdi.
Il congresso offrirà una panoramica su come i progetti di rigenerazione urbana non solo migliorano l’aspetto delle città, ma contribuiscono anche a creare ambienti più vivibili, inclusivi e sostenibili.
Klimahouse 2025 rappresenta un’occasione imperdibile per addetti ai lavori del settore costruzioni, ingegneri, architetti, progettisti, professionisti, ma anche appassionati di sostenibilità e innovazione per approfondire il tema della rigenerazione urbana e scoprire come le trasformazioni architettoniche possano avere un impatto positivo sulla vita delle persone e delle comunità.
Con l’inizio del nuovo anno, il termine ultimo per le strutture ricettive per ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è ufficialmente arrivato. A seguito di questa scadenza, sono partiti i controlli per garantire la conformità alla normativa vigente.
Bed-and-breakfast.it, riconosciuto come il principale operatore italiano nel settore delle piattaforme di viaggio, da mesi è impegnato a sensibilizzare sul tema e a mettere in luce l’importanza di adempiere a questa nuova regolamentazione sia ai propri utenti che riportando l’attenzione ai media.
Oggi la piattaforma annuncia di aver completato l’oscuramento di 660 strutture prive di CIN, portando la percentuale di strutture in regola dal 94% al 100%. Tutti i codici CIN delle strutture presenti sulla piattaforma sono stati verificati manualmente per assicurare trasparenza e legalità, costituendo il primo caso in Italia in cui una piattaforma ha completato questo processo e segnando così un passo significativo verso la legalità e la conformità normativa. Inoltre, la metà delle strutture attualmente oscurate risultano già in possesso del CIR e potranno essere reintegrate una volta ottenuto il CIN.
“Sappiamo che molte strutture non sono ancora riuscite a ottenere il CIN a causa di ritardi indipendenti dalla loro volontà. A queste realtà vogliamo dire che siamo al loro fianco, pronti a supportarle in ogni modo possibile. Confidiamo che le difficoltà vengano presto risolte e che tutti possano conformarsi alla nuova normativa senza penalizzazioni. Continueremo a lavorare con serietà e passione per garantire un servizio di qualità, attento alle esigenze di chi ci sceglie.” Commenta il founder di Bed-and-breakfast.it Giambattista Scivoletto.
Tale verifica è anche necessaria per contrastare il fenomeno delle strutture abusive, un problema diffuso come dimostrato da notizie recenti avvenute nella città di Napoli, dove alcune attività ricettive hanno utilizzato codici CIN falsi per iscriversi alle piattaforme online.
“Contrastare tali pratiche è fondamentale per tutelare non solo gli ospiti e gli operatori onesti del settore, ma anche per garantire un ambiente di lavoro sicuro, etico e conforme alle normative. È necessario intervenire con decisione per prevenire abusi, frodi e comportamenti ingannevoli che possano danneggiare la qualità e la reputazione del mercato turistico. Solo attraverso azioni concrete possiamo creare un sistema che promuova trasparenza e fiducia, proteggendo i diritti di tutti i soggetti coinvolti,” ha dichiarato Giambattista Scivoletto.
A differenza di molte OTA (Online Travel Agencies), che non hanno ancora intrapreso azioni nonostante l’obbligo di oscurare le strutture prive di CIN, questa iniziativa rappresenta un esempio di responsabilità nel mercato turistico italiano.
Comunicato stampa Bed-and-Breakfast.it
Un ambiente costruito più resiliente ai rischi climatici e naturali. È questo l’obiettivo del progetto MULTICLIMACT, finanziato dal programma Horizon Europe, che coinvolge 25 partner europei, tra cui per l’Italia ENEA e l’azienda Rina Consulting S.p.A. (coordinatore). Nello specifico ENEA è impegnata nello sviluppo dell’ultima versione (5.0) del software CIPCast, in grado di stimare i possibili danni alle infrastrutture a causa di eventi sismici e climatici, incluse inondazioni e ondate di calore.
“CIPCast 5.0 sarà in grado di integrare dati di diversa natura, come previsioni meteorologiche, eventi sismici in tempo reale, dati su edifici e infrastrutture e video realizzati con droni, fornendo una previsione dettagliata dei danni fisici all’ambiente costruito, ma anche degli effetti indiretti di tipo socio-economico”, spiega Antonio Di Pietro del Laboratorio ENEA Analisi e modelli per le infrastrutture critiche e i servizi essenziali del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili. “In questo modo -aggiunge- i soggetti responsabili delle decisioni nei casi di emergenza, come Protezione Civile o Comuni, avranno la possibilità di pianificare in tempo reale interventi più mirati e di attivarsi preventivamente per rendere edifici e ambienti più resilienti allo stress climatico, migliorando la sicurezza, il benessere e la qualità della vita dei cittadini”.
Inoltre, ENEA renderà interconnesse e interoperabili le diverse soluzioni digitali sviluppate dai partner del progetto attraverso la piattaforma ENEA SCP. “Gli end user potranno quindi utilizzare un’unica piattaforma, gratuita e open source, per monitorare dati acquisiti con strumenti diversi”, conclude il ricercatore.
Per la valutazione e l’ispezione del costruito, ENEA sperimenterà l’applicazione di metodologie basate su prove non distruttive (NDT) messe a punto nei laboratori per il monitoraggio delle strutture in cemento armato a seguito di eventi sismici.
“L’obiettivo è di realizzare veri e propri gemelli digitali degli edifici (digital twin) attraverso i quali comprendere meglio il comportamento strutturale e le dinamiche interne dei fabbricati” spiega Anna Maria Vincenza Luprano del Laboratorio ENEA Tecnologie per la salvaguardia del patrimonio architettonico e culturale del Dipartimento Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei sistemi produttivi e territoriali.
Nel corso del progetto, le soluzioni tecnologiche sviluppate verranno sperimentate in quattro siti pilota: Camerino (Macerata), Barcellona, L’Aia e Riga.
Nel comune marchigiano è stato selezionato Palazzo Fazzini, sede dello studentato dell’Università di Camerino, per l’elevata vulnerabilità sismica e per i danni subiti nel recente passato, l’edificio sarà oggetto di studio da parte di ENEA attraverso tecniche NDT (prove non distruttive), come la tomografia a ultrasuoni e le tecniche soniche. Per valutare lo stato di salute dell’immobile, i dati raccolti saranno integrati nel digital twin dell’edificio, grazie al quale sarà possibile riprodurre una rappresentazione digitale molto dettagliata della costruzione per comprenderne il comportamento strutturale.
La piattaforma CIPCast sarà implementata anche con l’obiettivo di fornire strumenti avanzati per la previsione e la simulazione di scenari di emergenza alla Protezione Civile di Camerino, migliorando così la pianificazione e la gestione dei rischi naturali in tale contesto specifico.
Comunicato stampa Enea
Tra il 2010 e il 2020, in Italia sono decedute ogni anno per mesotelioma una media di 1.545 persone (1.116 uomini e 429 donne) per un totale di quasi 17.000 casi. Ma negli ultimi anni si é verificata
una diminuzione del numero dei decessi tra i più giovani.
Sono i dati del nuovo rapporto Istisan “Impatto dell’amianto sulla mortalità. Italia, 2010-2020”, pubblicato dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Il mesotelioma è un tumore aggressivo, ad alta letalità che colpisce le cellule del mesotelio, il tessuto sottile che ricopre gli organi interni. Nell’80% dei casi è dovuto all’esposizione all’amianto.
Le regioni Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria presentano un numero di decessi per 100.000 abitanti maggiore della media nazionale. Il numero dei decessi è superiore al numero atteso in 375 comuni: si tratta di territori con cantieri navali, poli industriali, ex industrie del cemento-amianto, ex cave di amianto.
Dei decessi osservati, in media l’1,7% (circa 25 l’anno) riguardava persone con 50 anni o meno e negli ultimi anni si osserva una diminuzione del numero dei decessi in questa fascia (31 nel 2010 e 13 nel 2020), come primo effetto della legge 257/92 con la quale l’Italia vietò l’utilizzo dell’amianto.
In generale la maggior parte delle persone decedute per mesotelioma è stata probabilmente esposta all’amianto in ambienti lavorativi nei decenni passati. Ma l’esposizione può essere avvenuta anche per inalazione di fibre rilasciate nelle abitazioni.
“In Italia – spiega Marco Martuzzi, direttore del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Iss – molto è stato fatto negli ultimi decenni, per cui oggi si vedono i primi effetti positivi” ma “l’amianto rimane un’emergenza ambientale e sanitaria che richiede urgenti interventi di prevenzione, eliminando esposizioni residuali all’amianto ancora presenti”.
“L’Iss – conclude il presidente Rocco Bellantone – continuerà a contribuire alle attività di ricerca e alla sorveglianza epidemiologica, nonché alla definizione di strumenti per il rilevamento e all’implementazione di azioni preventive”.
Comunicato stampa
Il disagio abitativo continua ad allargarsi, come certifica la Corte dei conti. Non c’è alcuna intenzione di affrontare in maniera organica questa emergenza. Lo dichiarano il segretario confederale della Cgil, Daniela Barbaresi, e il segretario generale del Sunia, Stefano Chiappelli.
“A fronte di 2,2 milioni di famiglie in condizioni di povertà assoluta – sottolineano – sono circa un milione quelle che vivono in affitto, con un’incidenza della povertà quattro volte superiore rispetto a quelle che vivono in una casa di proprietà”.
“La Corte dei Conti – precisano – riconosce come la scarsità di immobili per la locazione, soprattutto nei grandi centri, sia un problema crescente che favorisce l’innalzamento dei canoni. Ed evidenzia come il 22% delle famiglie più povere abbia un’incidenza dei costi legati all’abitazione sul reddito superiore al 40% (così come quelle in affitto a prezzo di mercato) e come il 36,3% viva in un’abitazione sovraffollata (42% per quelle in affitto). Sempre più difficoltosa è inoltre la mobilità legata a motivi di studio e di lavoro, e crescono prepotentemente affitti e sfratti”.
Per quanto riguarda le residenze per gli studenti universitari, va ricordato che “l’obiettivo dei nuovi 60mila posti letto è ancora lontano dall’essere raggiunto, col rischio di perdita dei finanziamenti”.