Il 26 settembre 2025 segna la fine di un’epoca per il fotovoltaico domestico. Entro questa data sarà possibile presentare domanda per lo Scambio sul posto (Ssp), ma solo per impianti entrati in esercizio entro il 29 maggio. Dopo, il meccanismo non sarà più accessibile né rinnovabile, come stabilito dal DL 181/23 e dalla delibera Arera 457/2024.
Addio compensazione, arriva il Ritiro dedicato
Chi ha già un contratto Ssp potrà continuare a beneficiarne fino alla scadenza naturale. Ma per i nuovi impianti, la scelta sarà tra:
– Ritiro dedicato (Rid), con pagamento mensile dell’energia immessa in rete;
– Cessione al mercato, per gli utenti del dispacciamento.
Il Rid non prevede compensazione tra energia prodotta e prelevata: l’utente vende l’eccesso e paga normalmente l’energia acquistata dalla rete.
Prezzo minimo garantito o prezzo zonale?
Nel Rid, il produttore può scegliere tra:
– Prezzo minimo garantito (Pmg): fisso e stabile, pari a 4,64 cent/kWh per il 2025;
– Prezzo zonale orario (Pzo): variabile in base a zona e ora, più redditizio se si immette energia nei momenti di picco.
Il pagamento avviene con cadenza mensile, ma con due mesi di ritardo rispetto al mese di produzione.
L’alternativa: Comunità energetiche rinnovabili (Cer)
Chi vuole condividere l’energia prodotta può aderire a una Cer, a patto che l’impianto sia entrato in esercizio dopo il 16 dicembre 2021. In questo caso, si può accedere a incentivi come la tariffa sull’autoconsumo virtuale e il corrispettivo di valorizzazione.
Come dichiarare i redditi da fotovoltaico
– Per lo Ssp, vanno dichiarate solo le eccedenze pagate o compensate, come “redditi diversi”.
– Dal 2025, il Gse comunicherà automaticamente all’Agenzia delle Entrate gli importi erogati nel 2024, che saranno inseriti nella dichiarazione precompilata.
– Per il Rid, i proventi sono considerati redditi da vendita di energia e vanno indicati nel modello 730 (rigo D5) o nel modello Redditi (rigo RL14). Dal 2026, anche questi saranno precompilati.
Il messaggio è chiaro: il fotovoltaico cambia volto
La fine dello Scambio sul posto segna una svolta verso modelli più orientati al mercato e alla condivisione. Per i produttori, è tempo di scegliere consapevolmente tra stabilità e flessibilità, tenendo conto anche degli impatti fiscali.