Dal 1° gennaio 2026, chi affitta immobili per brevi periodi dovrà fare i conti con un aumento della tassazione: la cedolare secca salirà dal 21% al 26%, senza più distinzioni tra prima casa e seconde proprietà. È quanto previsto dalla bozza della Legge di Bilancio 2026, che punta a frenare il boom degli affitti brevi e a incentivare le locazioni di lungo termine.
Stop al doppio binario fiscale
Fino al 31 dicembre 2025, il regime fiscale prevede due aliquote: 21% per chi affitta una sola abitazione e 26% per chi ne gestisce più di una. Dal 2026, invece, si passa a un’unica aliquota del 26% per tutti, indipendentemente dal numero di immobili locati.
Colpiti anche gli intermediari digitali
La stretta fiscale coinvolge anche le piattaforme online come Airbnb e Booking. La ritenuta applicata al momento del pagamento salirà anch’essa al 26%, diventando imposta definitiva per chi sceglie la cedolare secca, oppure acconto IRPEF per chi opta per la tassazione ordinaria. Gli obblighi per portali e intermediari scatteranno dal 1° febbraio 2026.
Reazioni e polemiche
Non si è fatta attendere la reazione di Confedilizia. Il presidente Giorgio Spaziani Testa ha criticato duramente la misura, definendola una “sorpresa” non concordata con il Governo e potenzialmente dannosa per il mercato delle locazioni turistiche. Il dibattito parlamentare si preannuncia acceso.