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Affitti brevi, allarme degli operatori: “La cedolare al 26% è una stangata sul turismo”

  • Redazione
  • 22 ottobre 2025
indagine affitti

L’aumento della cedolare secca al 26% anche sul primo immobile, previsto dalla bozza della Legge di Bilancio 2026, fa scattare l’allarme tra gli operatori del turismo. A denunciarlo è Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e CEO di Apartments Florence, che definisce la misura “l’ennesima stangata per chi investe nella locazione turistica”.

“Così si scoraggia chi crea valore”
“La nuova aliquota – spiega Fagnoni – rischia di ridurre l’offerta di alloggi e di aggravare la crisi abitativa. Il nostro settore contribuisce in modo concreto all’economia italiana, crea occupazione e valorizza immobili spesso destinati all’abbandono. Colpire chi opera nel rispetto delle regole è un errore strategico: serve stabilità normativa, non instabilità”.

Turismo come leva di rigenerazione urbana
Secondo Fagnoni, il turismo e le locazioni brevi non sono la causa del problema abitativo, ma una risorsa per rilanciare molte città. “Lo Stato dovrebbe semplificare, non penalizzare chi produce valore. Ogni nuovo aumento fiscale rischia di spingere parte del mercato verso l’irregolarità”.

Un appello al Governo: liberalizzare, non frenare
Il presidente di Property Managers Italia lancia infine un appello al Governo: “Serve un sistema equilibrato, trasparente e competitivo a livello europeo. Il centrodestra italiano dovrebbe guardare al modello argentino, puntando su liberalizzazione e sburocratizzazione. Altrimenti, si rischia di soffocare uno dei pochi settori che funziona”.

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  • affitti brevi
  • cedolare secca
  • Property Managers Italia
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