I bonus edilizi non sono un peso per le casse pubbliche, ma un investimento che ripaga. È quanto emerge dall’analisi del Centro Studi della Fondazione Geometri Italiani, presentata durante il convegno “Sviluppo economico e sostenibilità ambientale”, che ha messo in luce il reale impatto delle agevolazioni fiscali nel settore delle costruzioni. A fronte di una spesa pubblica media di 14 miliardi di euro l’anno, il costo netto per lo Stato si riduce a meno di 2 miliardi, grazie agli effetti positivi su valore aggiunto, gettito fiscale e contributivo.
Il cuore dello studio è il moltiplicatore economico: ogni euro investito in riqualificazione edilizia genera 3,3 euro di ricadute sull’economia nazionale. Un effetto che si distribuisce tra cantieri, imprese fornitrici e consumi delle famiglie, contribuendo a rafforzare occupazione, redditi e entrate fiscali. Le simulazioni, basate su metodologie della Fondazione Nazionale dei Commercialisti e dell’ANCE, confermano un saldo fiscale positivo per lo Stato, stimato tra 320 milioni e 1,2 miliardi di euro.
Il modello analitico ANCE evidenzia che il 34% dei costi degli interventi è destinato a salari e stipendi, generando oltre 3,3 miliardi di euro in contributi e imposte. Anche l’IVA, diretta e indotta, contribuisce in modo significativo alle entrate pubbliche. Gli interventi con aliquote più elevate, pensati per le famiglie in povertà energetica, comportano un costo aggiuntivo contenuto, inferiore ai 2 miliardi annui, e possono essere bilanciati da misure complementari come il sostegno alle comunità energetiche.
Nel frattempo, il Governo sta lavorando per prorogare al 2026 la detrazione al 50% per le ristrutturazioni della prima casa, superando l’ipotesi di riduzione al 36% prevista nella Legge di Bilancio. Si valuta anche la possibilità di accorciare il periodo di recupero fiscale da 10 a 5 anni, rendendo il beneficio più immediato. Per le seconde case, invece, si ipotizza una detrazione tra il 30% e il 36%.
La Fondazione Geometri Italiani propone un approccio stabile e trasparente, con strategie operative che includano semplificazione normativa, monitoraggio dei risultati e misure mirate per le fasce vulnerabili. Secondo Diego Buono e Paolo Biscaro, rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione, il percorso di rigenerazione edilizia è cruciale per il futuro del Paese, non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. La categoria si dice pronta a mettere a disposizione competenze e professionalità per attuare politiche concrete, evitando distorsioni e garantendo risultati duraturi.
In un contesto di transizione energetica e sostenibilità, i bonus edilizi si confermano non solo come leva fiscale, ma come strumento strategico per rilanciare il settore e costruire un futuro più equo e resiliente.