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COSTO DEL SERVIZIO E DISPERSIONI IDRICHE: I NUMERI CHE TRASFORMANO L’ACQUA IN “ORO BLU”

  • Redazione
  • 25 marzo 2015

[Fonte: Cittadinanzattiva]


Nei giorni scorsi, in occasione della giornata mondiale dell’acqua, sono state effettuate numerose ricerche e indagini su quella che anche in Italia (spesso a buon diritto) è definita ormai “Oro blu”. Di seguito i dati presentati da Cittadinanzattiva. 


IL COSTO DELL’ACQUA

Ancora in aumento il costo dell’acqua: +6,6% rispetto al 2013 e +52,3% rispetto al 2007. Nel 2014 una famiglia italiana ha speso in media 355 euro per il servizio idrico integrato, ma ormai in molte zone del Paese più di quanto si spenda in media per l’energia elettrica (513 euro annui). Le regioni centrali si caratterizzano per tariffe più alte, con 468 euro annuali. Le principali variazioni rispetto al 2013 si riscontrano nell’area settentrionale (+6,8%), segue l’area centrale (+6,3%) e quindi quella meridionale (+3,1%). Fra i capoluoghi di provincia, le città più care sono le toscane: Firenze, Pistoia e Prato con 563 euro; seguono Grosseto e Siena con 562 euro. Il primato positivo va invece ad Isernia (120 euro, tariffa invariata rispetto all’anno precedente); segue Milano con i suoi 136 euro (ed un aumento dell’8,7%). I maggiori incrementi rispetto all’anno precedente si registrano a Latina e Cuneo (+17%).


SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

Prendendo in considerazione le singole componenti del servizio idrico integrato, la tariffa più alta per il servizio di acquedotto è applicata nella città di Reggio di Calabria (355 euro) con una spesa di oltre 39 volte superiore a quella riscontrata nella città di Aosta (9 euro). Depurazione e fognatura costano complessivamente di più a Carrara (298 euro), circa 6 volte di più rispetto a Cremona (49 euro). La quota fissa più elevata è a Gorizia (99 euro), 28 volte superiore a quella di Milano (3,50 euro).


LA DISPERSIONE IDRICA

Non è migliore il dato sulla dispersione idrica: in Italia in media il 37% dell’acqua immessa nelle tubature va sprecata, in aumento di tre punti percentuale rispetto al 2013. Il problema è particolarmente grave nelle aree meridionali del Paese, contraddistinte da perdite ben al di sopra della media nazionale: spiccano in negativo Calabria (60%) e Basilicata (58%). 

Non va meglio al centro: nel Lazio c’è una dispersione idrica del 60% e in Abruzzo con il 53%. Relativamente più virtuose la Valle d’Aosta con il 20% di dispersione, Marche e Trentino Alto Adige con il 26%.


AGEVOLAZIONI TARIFFARIE

Nonostante il quadro poco confortante, si riscontra la presenza di agevolazioni tariffarie nel 56% dei casi. La situazione resta però molto disomogenea nelle diverse aree del Paese e le misure risultano essere spesso poco incisive. Gli aventi diritto vengono individuati in base alla soglia dell’indicatore Isee nel 79% dei casi; per quanto riguarda l’entità dell’agevolazione, nel 31% dei casi è uguale per tutti gli aventi diritto e in un ulteriore 31% è stabilita in base alla numerosità del nucleo familiare. Infine, per quanto riguarda la tipologia di agevolazione, nel 39% dei casi si configura come contributo forfettario. 

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