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DAI TROPPI ONERI AL FASCICOLO DEL FABBRICATO: TUTTI I NO AL DDL SUL LAVORO AUTONOMO

  • Redazione
  • 23 gennaio 2017

“Proponiamo di sopprimere l’obbligo del fascicolo di fabbricato dall’ambito di applicazione del disegno di legge che prevede misure per la tutela del lavoro autonomo”. È quanto si legge in una memoria depositata da Fiaip e Confassociazioni in commissione Lavoro alla Camera in occasione dell’audizione di Paolo Righi – presidente Confassociazioni Immobiliare e presidente Fiaip – sul ddl per il lavoro autonomo recante misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.

Il provvedimento, secondo Confassociazioni Immobiliare, ha subito numerose modifiche rispetto ai testi originari ed ora non è giusto estendere ai professionisti oneri propri della Pubblica amministrazione, cioè demandando agli iscritti l’assolvimento di compiti e funzioni finalizzati alla deflazione del contenzioso giudiziario ed introducendo semplificazioni in materia di certificazioni dell’adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza e a quelle energetiche, anche attraverso l’istituzione del fascicolo di fabbricato,.

“Partendo dall’assunto che il tentativo di introdurre tale nuovo adempimento a carico dei proprietari si tradurrebbe in una nuova tassa che deprimerebbe la lentissima ripresa che si sta cominciando ad intravedere nel settore delle compravendite immobiliari – ha ribadito il presidente Fiaip – vi è chi continua purtroppo a proporre il fascicolo di fabbricato come la soluzione salvifica in tema di fenomeni sismici, nonostante in varie sedi, giudiziarie e tecniche, se ne sia dichiarata l’incostituzionalità oltre che l’inutilità ai fini della prevenzione dei dissesti ad opera degli eventi sismici. Peraltro, sostenere ulteriori obblighi e nuovi oneri a carico dei professionisti è del tutto ingiustificato. Per questo riteniamo pretestuoso l’inserimento, all’interno della disposizione sulla “Rimessione degli atti pubblici alle professioni ordinistiche”, dell’obbligo del fascicolo di fabbricato. Non si comprende, oltretutto, perché un disegno di legge che tutela e prevede altre finalità debba introdurre norme che non hanno nulla a che vedere con la ratio della proposta di legge”.

Confassociazioni, durante l’audizione in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati, oltre a chiedere l’abrogazione del fascicolo del fabbricato e degli articoli 5 e 6 che prevedono deroghe sussidiarie da parte del Governo agli Ordini professionali, ha illustrato anche alcune proposte emendative migliorative del testo tramite la vice presidente con delega alle pari opportunità, Federica De Pasquale (nella foto). “Il nostro obiettivo – ha precisato De Pasquale – è soprattutto quello di continuare la fattiva collaborazione con le istituzioni e in particolare con le Commissioni Lavoro di Camera e Senato, perché crediamo sia fondamentale per tutto il settore che rappresentiamo che si arrivi ad una legge in grado di garantire pari dignità e tutele anche al lavoro autonomo. Anche per questo tra gli emendamenti proposti al testo sul Lavoro Autonomo – ha puntualizzato la vice presidente – c’è l’introduzione di un nuovo articolo che garantisca alle lavoratrici autonome la stessa indennità già erogata dall’Inps alle lavoratrici dipendenti nel caso dovessero subire una comprovata violenza, così come alcune precisazioni sull’erogazione dell’indennità di maternità. Infine, vorremmo che, per garantire un effettivo diritto alla formazione e all’aggiornamento professionale, venisse estesa la deducibilità delle spese a quelle di viaggio e di soggiorno. Abbiamo chiesto, non meno, che venga agevolato, anche dal punto di vista fiscale, l’accesso alla previdenza complementare. Purtroppo noi paghiamo lo scotto di dover versare i nostri contributi nella Gestione separata dell’Inps, che in concreto non ci garantisce nulla. Infatti, una vera svolta in una legge di questo tipo sarebbe stata quella di svincolare il lavoratore autonomo dall’’obbligo dei versamenti contributivi nelle casse dell’Inps lasciandolo libero di scegliere”.

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