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Fotovoltaico e solare in condominio

  • Redazione
  • 2 agosto 2024

Proprio come in un’abitazione singola, anche in condominio il fotovoltaico e il solare termico comportano diversi vantaggi per gli utenti. Si tratta, infatti, di tecnologie che assicurano risparmi economici e benefici ambientali.

Pannelli fotovoltaici e solari termici, infatti, oggi hanno costi decisamente più accessibili rispetto a qualche anno fa. Per la loro installazione si può inoltre usufruire di agevolazioni. E, soprattutto, consentono un consistente taglio dei costi in bolletta per l’acquisto di energia. Il fotovoltaico, in particolare, permette l’autoproduzione di energia, che riduce in modo significativo la dipendenza dalla rete elettrica nazionale.

Naturalmente, il livello di indipendenza varia a seconda della tipologia di edificio, del profilo di consumo dell’utente e dalla predisposizione di tecnologie collegate, quali i sistemi di accumulo.

In condominio, però, prima di procedere all’installazione di un impianto di questo genere è necessario fare le dovute valutazioni.

Infatti, quando si decide di installare un impianto fotovoltaico o solare termico in condominio, la prima questione da affrontare riguarda la proprietà dello stesso. In realtà, il discorso è valido principalmente per il fotovoltaico, dato l’ impianto può essere centralizzato e, quindi, di proprietà del condominio; oppure essere privato, cioè di un solo condòmino.

A seconda delle circostanze, cambia infatti la modalità di utilizzo dell’energia prodotta dai pannelli:
– nel caso di un impianto privato, l’energia viene consumata dal condòmino che ha sostenuto l’investimento, all’interno del proprio appartamento;
– nel caso sia centralizzato, invece, l’energia prodotta non viene ripartita tra i vari condòmini per usi domestici, bensì è utilizzata per ammortizzare la spesa sostenuta per gli spazi comuni, come l’illuminazione o il funzionamento dell’ascensore.

La comunità energetica di condominio

Vi è poi una terza strada, quella della comunità energetica condominiale. In questo caso si realizza una comunità energetica i cui membri sono i diversi condòmini. Una comunità energetica è un insieme di utenti singoli che, tramite apposito documento di costituzione e specifico regolamento, producono e scambiano energia pulita.

Una comunità energetica può essere costituita tra soggetti dislocati sul territorio. Ma se è limitata al condominio si parla, appunto, di comunità energetica condominiale. In questo caso, l’impianto produce energia e tutti i condòmini che aderiscono possono beneficiarne. Da qui la definizione di autoconsumo collettivo, dato che l’energia viene virtualmente distribuita sulla base del fabbisogno rilevato in quel momento.

Per costituire una comunità energetica condominiale, non è necessaria la partecipazione di tutti i condòmini, ma ne sono sufficienti due.

È bene comunque, prima di procedere alla costituzione della comunità, effettuare uno studio di fattibilità, necessario per verificare le superfici disponibili, la conformazione dell’immobile, mappare i consumi degli utenti e calcolare i benefici che si otterrebbero.

Per quanto riguarda il tema delle autorizzazioni necessarie per realizzare l’impianto, nel caso si tratti di un impianto fotovoltaico di proprietà del condominio è necessaria un’assemblea e una votazione favorevole da parte di almeno la metà dei condomini. L’iter è stato semplificato con la Riforma del Condominio, che ha agevolato innovazioni quali l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile.

Nel caso vi siano condòmini contrari, non si potrà chiedere loro di sostenere le spese per l’acquisto e l’installazione dell’impianto. Allo stesso tempo, però, chi non partecipa alle spese non potrà godere dei benefici derivanti dall’impianto.

Se, invece, si tratta di impianti privati, siano essi fotovoltaici o solari termici, è possibile per il singolo condòmino procedere all’installazione sia su parti comuni, sia sulle proprietà che gli appartengono.

– Nel caso dell’utilizzo di superfici comuni, come quella della copertura, è necessario dare comunicazione all’amministratore di cosa che si intende realizzare, in modo che possa convocare un’assemblea condominiale e informare tutti i condòmini e verificare la fattibilità e la conformità dell’intervento. L’esito può riguardare indicazioni in merito al progetto e all’installazione, ma non è possibile negare l’uso di spazi comuni per l’installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, purché non siano compromessi la stabilità e il decoro architettonico dell’edificio.

– In alternativa agli spazi comuni, come lastrici solari e coperture, i singoli condomini sono liberi di installare un impianto privato sulle rispettive proprietà. In questo caso, non serve dare alcuna comunicazione all’assemblea. Per quanto riguarda gli impianti privati, le alternative sono diverse. Ad esempio, sempre più spesso si sente parlare del fotovoltaico in balcone, intervento che rientra nell’edilizia libera e il cui mercato offre piccoli impianti installabili anche in autonomia. Chiaramente si tratta di piccole produzioni, inferiori a 1 kWh. Hanno costi accessibili e occupano poco spazio, tanto da essere installati anche solo sulle ringhiere. Per quanto non sia necessaria una delibera d’assemblea, però, è sempre meglio comunicare all’amministratore quanto si vorrebbe realizzare e installare.

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  • Comunità energetica condominiale
  • fotovoltaico
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