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IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO: DA CONFAPPI-FNA UNA GUIDA AGLI INCENTIVI

  • Redazione
  • 12 luglio 2016

[A cura di: Confappi – Fna]

Detrazioni fiscali del 50%, bonus mobili, detrazione “ecobonus” del 65%, conto termico, Iva agevolata del 10%, tariffa elettrica D1. Con il caldo ormai esploso nelle città, in molti stanno affrontando ragionamenti per installare (nel breve o nel lungo periodo, in vista dell’anno prossimo) un impianto di condizionamento in casa. Una scelta che, se oculata, può anche godere di un incentivo economico. Di seguito una breve guida delle diverse soluzioni possibili, che sono molto e tra loro alternative.

CONTO TERMICO

La principale novità, operativa da poche settimane, riguarda proprio l’uso del conto termico con una procedura più snella rispetto al passato. Lo strumento, gestito dal Gse, prevede il rimborso in conto corrente, con rata unica per gli importi sotto i 5mila euro o con rate spalmate da 2 a 5 anni, di una quota (variabile a seconda dell’intervento) delle spese sostenute. Grazie all’introduzione del cosiddetto catalogo, per gli apparecchi domestici (fino a 35 kW) la documentazione per l’invio della domanda è reperibile in automatico sulla piattaforma predisposta per la domanda di contributo: al termine dei lavori, occorre avviare l’iter di richiesta telematico. Nel caso del condizionamento, il conto termico copre l’installazione di climatizzatori a pompa di calore e con determinate prestazioni di efficienza, solo però se installati al posto di un impianto di riscaldamento preesistente. Se il sistema è montato insieme a pannelli per il solare termico, è possibile inoltrare una richiesta anche per questo sistema.

ECOBONUS

Scatta soltanto in caso di sostituzione (non di integrazione) di un vecchio sistema con uno nuovo, ad alta efficienza, e a patto che l’impianto garantisca non solo il condizionamento estivo, ma anche quello invernale, la possibilità (alternativa) di utilizzare l’ecobonus previsto dalla legge di Stabilità. La misura consente di portare in detrazione dall’Irpef o dall’Ires, tramite quote di pari importo, il 65% della spesa sostenuta (questa percentuale è confermata fino al 31 dicembre prossimo). Il recupero in termini di importo, a differenza del conto termico, è in genere più alto, ma spalmato su dieci anni. L’iter da seguire è inviare, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, all’Enea la documentazione per ottenere lo sconto fiscale: dal 15 agosto del 2009, per effettuare questo tipo di opere basta allegare – quale documento tecnico – una scheda riepilogativa dell’intervento, che può essere compilata anche dal singolo utente. Il bonus copre, oltre alla sostituzione della caldaia con la pompa di calore, anche le opere di adeguamento dell’impianto, compresa la posa dei pannelli radianti o la sostituzione dei caloriferi con i termoconvettori. Per le opere murarie necessarie è, inoltre, possibile fruire della detrazione del 50%.

DETRAZIONE 50%

Per chi installa un climatizzatore con pompa di calore, anche non ad alta efficienza, purché usato anche per il riscaldamento (in questo caso, però, anche solo per integrare e non per forza sostituire l’impianto esistente) è possibile fare ricorso alla detrazione del 50% della spesa sostenuta dall’Irpef (la misura è confermata in questa percentuale fino a fine anno). Come per l’ecobonus, le rate di pari importo sono spalmate su 10 anni per una cifra massima fino a 96mila euro per edificio (cioè il 50% di una spesa di 192mila euro).

BONUS MOBILI

Chi, infine, sceglie un semplice raffrescamento last-minute e punta a un sistema semplice e anche mobile, con etichetta energetica A+ o superiore, ma senza sostituzione della caldaia esistente, è possibile fruire del bonus mobili, che è però collegato a un contestuale lavoro di recupero edilizio.

IVA AGEVOLATA

Scelta l’agevolazione migliore da richiedere per la copertura delle spese di installazione, scattano poi anche altri vantaggi. In quanto “bene significativo”, il climatizzatore gode dell’aliquota Iva agevolata del 10%: si applica solo sulla differenza tra il valore complessivo della prestazione (costo installazione compresa) e quello dei beni stessi. 

TARIFFA D1

Inoltre, se la pompa di calore elettrica sostituisce in toto l’impianto di riscaldamento, è possibile godere anche della tariffa elettrica sperimentale D1, riservata a titolari di utenze domestiche che hanno un contatore elettronico telegestito e che sono in prima casa. Per averne diritto la pompa di calore deve essere l’unico sistema di riscaldamento, essere elettrica e rispettare i requisiti prestazionali minimi richiesti per accedere alla detrazione del 65%. Alla carrellata delle possibilità illustrate, infine si aggiunge, a seconda dei casi, anche il vantaggio dell’Iva agevolata al 10% e della tariffa elettrica D1 (quanto l’impianto scelto, in pompa di calore, funziona anche per il riscaldamento invernale).

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