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LO SHOW DI RENZI: IN 10 TEATRI PER SPIEGARE L’ELIMINAZIONE DI IMU E TASI

  • Redazione
  • 27 agosto 2015

Un tour in 100 teatri italiani. Ad annunciarlo, non un attore, non un cantante e nemmeno un comico (anche se le sue dichiarazioni, ai detrattori delle avverse parti politiche, hanno suscitato ilarità). Protagonista del viaggio (pre-elettorale) attraverso il Bel Paese, sarà il premier Matteo Renzi. Scopo ufficiale? Spiegare ai cittadini tutti quei concetti che – a suo dire – mediati da tv, giornali, polemiche assortite, non passano correttamente, suscitando, invece che speranze ed ottimismo, ulteriore disillusione nei confronti del Governo e della maggioranza.

Ebbene, tra questi messaggi ne spicca, inevitabilmente, uno: quello già lanciato a inizio estate e ribadito l’altro ieri nell’ambito del meeting di Comunione e Liberazione: “Il prossimo anno Tasi e Imu scompariranno per tutti”. 

Una provocazione? Una boutade? A rileggere le affermazioni di Renzi, si direbbe di no: “Non è possibile continuare questo giochino. In Italia la tassazione è esagerata e bisogna abbassare le imposte, anche se per far ciò non basta un anno. Però, due cose devono essere chiare. In primo luogo, abbassarle restituisce equità sociale; in secondo luogo, non lo si fa per guadagnare consensi”.

Se sul primo punto vi sono pochi dubbi, il secondo desta maggiori perplessità. Tanto più se si mette in relazione la volontà dichiarata di ridurre le imposte, con l’annuncio del tour di comunicazione. Ad ogni buon conto, il crono-programma dettato dal premier è chiaro e dettagliato: “Nel 2016 ci occuperemo di Imu e Tasi. Nel 2017 ci potremo concentrare sull’Ires, cioè sulle tasse sulle imprese, portandola al 24% sotto la Spagna; poi, per il 2018, potremo intervenire sull’Irpef”.

Progetti a lunga scadenza. Anche se le prime difficoltà si profilano a stretto giro di posta: nell’autunno si dovrà scongiurare l’applicazione della clausola di salvaguardia e, poi, occorrerà mettere mano alla Legge di stabilità e alla riforma della tassazione immobiliare, ivi compresa la revisione del catasto cassata nei mesi scorsi. Il banco di prova, insomma, è ostico. Ma fornirà informazioni decisive sulle effettive prospettive connesse all’imposizione fiscale sul mattone e sulla tenuta stessa dell’Esecutivo. 

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