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MUTUI A TASSO VARIABILE: COME DIFENDERSI DALLE BANCHE “FURBETTE”

  • Redazione
  • 29 aprile 2016

La polemica, esplosa già da qualche settimana, nei giorni scorsi è stata ripresa anche da Altroconsumo: sui mutui per l’acquisto della casa si spende meno che nel recente passato, ma più di quanto si dovrebbe. Come spiega l’associazione, “dai primi mesi del 2015, in seguito alla diminuzione dell’Euribor, poi diventato negativo, chi ha stipulato un mutuo a tasso variabile avrebbe dovuto pagare meno. Molte banche, però, hanno fatto e continuano a far pagare di più ai clienti, senza fare mai scendere i tassi sotto gli spread. La Banca d’Italia ha dunque sollecitato gli istituti di credito a restituire quanto fatto pagare in più.

Tasso variabile

Il tasso di un mutuo variabile è pari alla somma di queste due voci:

* lo spread, deciso dalla banca e sempre uguale;

* il parametro di indicizzazione, deciso dal mercato e soggetto ad aumentare o diminuire.

L’Euribor è il parametro di indicizzazione più utilizzato: nel corso degli ultimi due anni è sceso, fino a diventare negativo nei primi mesi del 2015. I tassi dei mutui quindi, in seguito a questa diminuzione, sarebbero dovuti essere più bassi dello spread, ma le cose non sono andate così. Tante banche, infatti, hanno applicato di default il valore zero al parametro di indicizzazione, trasformando di fatto i mutui in prodotti con floor, quindi con un tasso minimo pari allo spread.

Euribor negativo

Ecco un breve riepilogo per capire da quando i parametri Euribor dei mutui a tasso variabili sono diventati negativi. Qui abbiamo preso in considerazione la media mensile, ma occorre tener presente che si deve verificare sul proprio contratto se viene invece preso in considerazione il valore giornaliero dell’Euribor.

* Euribor 1 mese: negativo da marzo 2015;

* Euribor 3 mesi: negativo da maggio 2015;

* Euribor 6 mesi: negativo da novembre 2015.

Banca d’Italia

Lo scorso febbraio è intervenuta Banca d’Italia per ricordare agli istituti che non possono applicare un tasso minimo se la clausola non è stata pubblicizzata e inclusa nella documentazione di trasparenza e nel contratto. Le banche devono quindi verificare di aver agito secondo le regole e restituire ai clienti quanto eventualmente pagato in più per la mancata applicazione dei parametri negativi.

Il contratto

Prima di inviare un reclamo alla banca per il mutuo a tasso variabile, è bene seguire questi semplici passi:

* sul tuo contratto verifica come viene determinato il tasso: qual è lo spread e quale il parametro di indicizzazione utilizzato (Euribor 1 mese, 3 mesi, media del mese precedente, ultimo giorno lavorativo…);

* verifica se è presente un tasso floor, quindi un tasso minimo sotto il quale il tasso d’interesse non può scendere;

* se nella documentazione non è indicato niente di tutto ciò, hai tutto il diritto di fare un reclamo alla banca seguendo le indicazioni qui di seguito.

Reclamo alla banca

Come spiega Altroconsumo, “Il riaccredito dovrebbe avvenire automaticamente e le banche dovrebbero restituire di propria iniziativa quanto fatto pagare in più ai propri clienti. Il condizionale è d’obbligo: il consiglio è quello di attivarsi per verificare la propria situazione e richiedere la restituzione di quanto pagato ingiustamente utilizzando il nostro modello di lettera e allegando la comunicazione inviata dalla Banca d’Italia agli operatori. Nel caso in cui non dovessi ricevere un riscontro entro 30 giorni o non fossi soddisfatto della risposta ottenuta, puoi fare ricorso all’Arbitro bancario finanziario su: www.arbitrobancariofinanziario.it”.

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