Acquistare la prima casa è una delle decisioni più importanti nella vita di una persona. Tra le opzioni di finanziamento disponibili, il mutuo fondiario rappresenta una delle soluzioni più diffuse e, al tempo stesso, più regolamentate. Nato per sostenere settori come agricoltura e industria, oggi è utilizzato principalmente per l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione principale.
La sua peculiarità risiede nell’iscrizione di un’ipoteca di primo grado sull’immobile, che garantisce alla banca il diritto di recuperare il bene in caso di inadempimento. Questo tipo di mutuo si distingue per durate medio-lunghe — fino a 30 anni — e per tassi d’interesse generalmente più favorevoli rispetto ad altre forme di prestito. Tuttavia, non è privo di vincoli: il Loan To Value, cioè il rapporto tra l’importo richiesto e il valore dell’immobile, non può superare l’80%, come stabilito dalla delibera CICR del 1995.
La normativa di riferimento è l’articolo 38 del Testo Unico Bancario, che definisce il credito fondiario e ne regola le condizioni. L’ipoteca di primo grado, inoltre, gode di privilegi processuali: la banca può agire anche in caso di fallimento del debitore e l’aggiudicatario dell’asta può subentrare nel contratto.
Per ottenere un mutuo fondiario, la banca valuta diversi requisiti: stabilità reddituale, storia creditizia, età del richiedente (che non deve superare i 75–80 anni al termine del mutuo), conformità dell’immobile e eventuali garanzie aggiuntive. In caso di superamento dell’80% del valore dell’immobile, il contratto si converte automaticamente in mutuo ipotecario, come chiarito dalla Cassazione nel 2022.
Il mutuo fondiario, dunque, è una scelta solida per chi cerca stabilità e condizioni favorevoli, ma richiede attenzione e consapevolezza. Prima di firmare, è consigliabile confrontare le offerte e valutare attentamente la propria situazione economica.