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SFRATTI PER MOROSITÀ: LA PRIMA IN ITALIA È LA CITTÀ DEL PREMIER RENZI

  • Redazione
  • 1 marzo 2016

Gli ultimi dati elaborati dal ministero dell’Interno sul numero di sfratti emessi nei capoluoghi di provincia nel corso del 2014 e quelli in via di definizione del 2015, confermano l’aumento incontrollato e progressivo degli sfratti per morosità, a seguito della perdita del lavoro. A denunciarlo è il Sunia, che evidenzia come, ad esempio, la città di Firenze risulti essere terza per dato assoluto in Italia, con 6.117 sfratti emessi per morosità nel solo 2014, preceduta dalle metropoli di Roma e Milano, ma ancora una volta sia capitale degli sfratti per morosità rispetto al numero degli abitanti. 

Però, secondo il sindacato, l’elemento che desta ancora maggiore preoccupazione è l’aumento del numero delle convalide di sfratto rispetto all’anno precedente. Negli ultimi tre mesi, in particolare, i dati sono spaventosi:

* 130 sfratti al mese con forza pubblica;

* il 98% di questi sono sfratti per morosità

* l’80% di questi sfratti per morosità sono dovuti a perdita di lavoro, riduzione dell’orario di lavoro, chiusura della propria attività.

“A Firenze si dipinge uno scenario a tinte fosche – commenta il Sunia -. I prossimi mesi saranno caratterizzati da una miriade di nuclei familiari che dovranno fare i conti con la polizia alle porte (in linea col trend, si stimano oltre 600 sfratti nei prossimi tre mesi). Intanto, le domande di alloggio Erp sono state 3mila nell’ultimo anno (bando 2013): solo il 3% ha avuto una casa popolare dalla graduatoria.

Identikit degli sfrattati

Le famiglie vittime dello sfratto per morosità sono il 55% di nazionalità italiana, ma sono in aumento anche quelle dei migranti, che fino a poco tempo fa non costituivano una percentuale rilevante. Mentre coloro che arrivano alla fase finale dell’esecuzione con la forza pubblica sono per il 65% circa di nazionalità straniera; il 38% sotto i 35 anni, il 31% tra i 35 e i 40, il 27% tra i 50-65 anni, il 4% over 65. Si tratta di famiglie con basso reddito (circa 22mila euro lordi) ma aumentano le famiglie con redditi medi, intorno ai 35mila euro lordi, che nel corso del contratto di locazione hanno improvvisamente perso il lavoro. L’impiego prevalente del moroso tipo è nel settore operaio per il 55% (il 53% sono lavoratori del campo dell’edilizia); seguono i precari (in gran parte laureati) col 23%, i disoccupati (12%), i pensionati (10%).

Morosità incolpevole

Le famiglie che non sono in grado di onorare l’affitto perché hanno perso il lavoro, non trovano ammortizzatori sociali, risorse, supporti e soluzioni apprezzabili da parte delle pubbliche amministrazioni. A Firenze non esistono alloggi di edilizia pubblica di fronte ad un fabbisogno effettivo immediato di ulteriori 2mila nuovi alloggi a canone sociale, vale a dire proporzionato al reddito. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. 

Come rimarca il Sunia, “Una famiglia senza problemi di disagio sociale, colpita da morosità incolpevole a causa della perdita del lavoro, non può avere come unica chance quella di umiliarsi, spesso inutilmente, di fronte agli assistenti sociali o ottenere l’elemosina di un qualche centinaio di euro annui se ha l’improbabile fortuna di trovare un altro alloggio in affitto. Queste famiglie senza via d’uscita devono essere sostenute fino a che permane questo stato di disagio, attraverso soluzioni più articolate”.

Richieste del Sunia

Come spiega il sindacato, “Siamo di fronte a un’emergenza. Chiediamo al Comune che si attivi per rimettere in funzione la Commissione sul disagio abitativo che dovrebbe governare gli sfratti e i passaggi tra casa e casa. Chiediamo poi alla Prefettura e alla Corte d’Appello un calendario certo che permetta la graduazione degli sfratti. Infine, facciamo appello alla Regione affinché si faccia uscire l’edilizia pubblica dai vincoli del Patto di Stabilità, e si preveda un finanziamento certo per la stessa edilizia pubblica come nei Paesi europei più evoluti dove la tensione abitativa è minore”.

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