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Transizione energetica, Italia in crescita sulle rinnovabili ma il traguardo 2030 è ancora lontano

  • Redazione
  • 17 ottobre 2025

Il settore delle energie rinnovabili in Italia continua a crescere, ma il ritmo non è ancora sufficiente per centrare gli ambiziosi obiettivi fissati al 2030. È quanto emerge dal “Renewable Energy Report 2025”, curato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Il documento fotografa un Paese in movimento, con segnali incoraggianti ma anche con evidenti criticità che rallentano il percorso verso una piena transizione energetica.

Nel 2024, dopo il rimbalzo del 2022 e il boom di installazioni registrato nel 2023, il mercato ha mostrato una fase di consolidamento su volumi elevati. Il numero di impianti installati è diminuito, ma la potenza media per ciascuna installazione è aumentata, segno di una crescente attenzione verso progetti di scala industriale e commerciale. Il fotovoltaico si conferma la tecnologia trainante, con 6.027 MW installati, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente. L’eolico, pur registrando un incremento del 26%, rimane marginale nel mix energetico nazionale, con appena 612 MW aggiunti nel corso dell’anno.

Nonostante i progressi, l’Italia resta distante dal target europeo che prevede il raddoppio della capacità installata entro il 2030, passando dagli attuali 50 GW a 107 GW. Per raggiungere questo traguardo, sarebbe necessario aumentare ogni anno del 40% i volumi attuali, un obiettivo che appare ancora fuori portata.

Il numero di nuovi impianti fotovoltaici installati nel 2024 è sceso a 281.981, rispetto ai 373.929 del 2023, ma resta nettamente superiore ai livelli del 2022. Secondo il report, questa flessione non indica un rallentamento del mercato, bensì una trasformazione: gli impianti realizzati sono mediamente più grandi, frutto di politiche incentivanti e di un quadro normativo che favorisce le grandi installazioni. Nell’eolico, invece, il numero di nuovi impianti è stato di appena 84, ben al di sotto dei 208 registrati nel 2022.

Dal punto di vista geografico, il Nord Italia mantiene il primato per numero di installazioni e capacità fotovoltaica, ma mostra segnali di rallentamento, soprattutto nelle regioni più industrializzate. Il Lazio si distingue per una crescita significativa, con quasi 1.000 MW aggiunti, mentre il Sud e le Isole registrano un’espansione solida, seppur su basi più contenute. L’eolico continua a essere concentrato prevalentemente nel Mezzogiorno e nelle Isole, mentre le principali regioni settentrionali restano ferme, con l’eccezione della Liguria che ha aggiunto 10 MW. Toscana e Marche si limitano a 1 MW ciascuna, mentre Lazio e Abruzzo migliorano leggermente i dati dell’anno precedente.

A livello europeo, il confronto evidenzia il ritardo italiano nell’eolico, che rappresenta solo il 26% della capacità installata, contro il 42% della Germania e il 50% di Francia e Spagna. Anche la diffusione degli impianti di piccola taglia è più marcata in Italia, dove rappresentano il 21% del totale, rispetto al 17% in Germania, al 10% in Francia e al 3% in Spagna. Gli impianti di grandi dimensioni, invece, sono ancora poco diffusi rispetto agli altri Paesi.

Le previsioni al 2030, basate sui Recovery and Resilience Plans europei, confermano il ruolo centrale del fotovoltaico nella strategia italiana. In Italia, il solare rappresenta il 74% della crescita attesa, mentre in Germania e Francia si attesta intorno al 60% e in Spagna al 55%. Questo indica una forte dipendenza dal fotovoltaico, a differenza degli altri Paesi dove l’eolico continuerà a giocare un ruolo più rilevante.

Nonostante i segnali positivi, il cammino verso la transizione energetica è ancora irto di ostacoli. Le principali criticità riguardano le procedure autorizzative e le infrastrutture di rete. Alla fine del 2024, risultano oltre 161 GW di richieste in attesa, ma i tempi lunghi e i colli di bottiglia rallentano la realizzazione dei progetti. Le rinnovabili restano il pilastro della strategia climatica nazionale, ma il contesto politico e regolatorio appare frammentato e incerto.

Per accelerare il percorso, secondo gli esperti, è necessario avviare una nuova fase di politica industriale e istituzionale, capace di semplificare le procedure, offrire strumenti chiari e stabili agli operatori e migliorare il coordinamento tra Stato, Regioni e gestori di rete. Solo così sarà possibile avvicinarsi concretamente agli obiettivi di decarbonizzazione e sicurezza energetica fissati per il prossimo decennio.

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  • Energie riinnovabili
  • transizione energetica
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