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WWF: il DL Semplificazioni mette a rischio la sostenibilità ambientale.

  • Quotidiano Del Condominio
  • 27 luglio 2021

Il decreto semplificazioni non è riuscito a tradurre in norme e procedure la sostenibilità ambientale che dovrebbe essere al centro del PNRR e della sua concreta attuazione.

Questo in sintesi il giudizio del WWF Italia, nel giorno in cui comincia la discussione generale in Aula alla Camera e si annuncia la fiducia del governo sul provvedimento. Il WWF ha concentrato le sue osservazioni critiche, inviate per tempo in Parlamento, in particolare sui contenuti di 14 articoli e sugli allegati al provvedimento che, secondo l’associazione, non sono coerenti con le priorità stabilite dalla Commissione Europea per i PNRR in materia di azioni per il clima e la biodiversità e con il principio “do no significant harm”, non arrecare alcun danno significativo, nella definizione delle norme e, quindi, delle procedure che dovrebbero dare attuazione allo stesso PNRR e al PNIEC – Piano Nazionale Energia e Clima, oltretutto da aggiornare urgentemente per adeguarlo al target europeo al 2030.

“Limitarsi a destinare 59,3 miliardi di euro, il maggiore investimento previsto dal PNRR italiano (di complessivi 191,5 miliardi di euro) alla Rivoluzione Verde e alla Transizione Ecologica non è sufficiente se non si ha ben chiaro che il futuro competitivo e sostenibile del Paese è strettamente legato a meccanismi e procedure che favoriscano realmente la decarbonizzazione e contrastino la perdita di biodiversità, obiettivi questi che sono stati tenuti in poco conto nel decreto semplificazioni”, commenta il WWF. Il WWF nel suo documento punta il dito sugli Allegati I-bis e IV che prevedono rispettivamente interventi energetici non coerenti con l’emancipazione dalle fonti fossili e grandi opere infrastrutturali non giustificate (linea ad AV Salerno-Reggio Calabria pur in presenza di una linea esistente recentemente ammodernata).

Il WWF si concentra, poi, le norme riguardanti la valutazione di impatto ambientale e la tutela del territorio contenute nel decreto, con le quali: si va ben oltre la semplificazione, riproponendo le procedure opache e inefficaci della legge Obiettivo (abbandonata, visto il suo fallimento, dal 2016); una sanatoria edilizia mascherata; poteri di avocazione arbitrari in materia di beni archeologici e paesaggistici. Molte le modifiche all’allegato I-bis che per il WWF sarebbero necessarie per correggere le scelte che perpetuano soluzioni in contrasto con la decarbonizzazione quali quelle che promuovono tecnologie inaffidabili e inefficaci come la cattura e stoccaggio della CO2 o gli impianti di incenerimento, che producono emissioni inquinanti e climalteranti. O quelle relative alle infrastrutture per il gas naturale – costituito prevalentemente da metano, combustibile fossile climalterante -, scelta questa che secondo il mondo scientifico non può costituire una fonte energetica di transizione compatibile con la sfida climatica.

Mentre sull’allegato IV il WWF fa notare che, incomprensibilmente, si fa riferimento alla “realizzazione della linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria”, infrastruttura, sottolinea WWF, non solo già esistente ma già ammodernata e potenziata con lunghi tratti con velocità di tracciato sino a 200 km/h e con ulteriori interventi in corso (variante di Agropoli e upgrading e adeguamento tecnologico nelle tratte di Maratea-Scalea, Campora-Lamezia-Rosarno e altre), mentre l’associazione si dice contraria alla ipotesi della nuova linea “interna” ad AV/AC SA-RC viste le prestazioni che la linea esistente può assicurare e considerato che al momento manca un progetto della nuova linea ad AV mentre le prime stime dei costi di realizzazione (30 miliardi di euro) sono insostenibili e non in linea con gli standard indicati dalla Corte dei Conti europei. Proprio a proposito di come si programmano gli interventi, di quali progetti vengono sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale – VIA e con quali tempi, il WWF denuncia che nel decreto semplificazioni si ripropongono, purtroppo meccanismi fallimentari derivanti dalla legge Obiettivo, che non hanno portato alcun risultato positivo (dopo 15 anni di applicazione solo il 4% delle opere è stato completato interamente).

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