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Camino: quale scegliere in base ad alimentazione e consumi

  • Quotidiano Del Condominio
  • 12 ottobre 2018

[A cura di: Gabetti] Un tempo il camino non era che un focolare disposto al centro dell’ambiente della casa, dove sul tetto veniva fatto un foro per permettere la fuoriuscita del fumo. In tal modo il calore si diffondeva in tutte le direzioni e il fuoco era alla distanza giusta dalle pareti, che all’epoca erano quasi sempre fatte di legno o di materiali poveri e infiammabili.

Il passaggio del focolare dal centro della stanza a una delle pareti avvenne quando le case iniziarono a essere realizzate in pietra e mattoni, e non più in legno. La parete in pietra permetteva di realizzare la canna fumaria, un buon espediente per ridurre il rischio di incendi. Il camino a parete, detto anche a padiglione, concepito nei paesi nordici, si è pian piano diffuso in tutta Europa, arrivando in nord Italia tra il tredicesimo e quattordicesimo secolo, in città come Venezia e Pisa.

Oggi è possibile avere il camino in quasi tutti gli ambienti della casa. Un camino moderno è possibile installarlo anche in un secondo momento, proprio perché non ha bisogno né di grandi interventi murari, né, in alcuni casi, di interventi strutturali. Il camino diventa, in questo modo, anche un elemento di grande arredo e design.

La scelta del camino

Per la tua casa, quindi, puoi scegliere tra diverse tipologie di camino:

  • camino aperto o a focolare aperto: se sei una persona romantica non puoi rinunciare l’atmosfera calorosa e avvolgente del camino classico, quello che solitamente è realizzato con mattoni e pietra a vista. Il valore di questo camino è soprattutto decorativo. Dal punto di vista estetico è il top. Non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda l’efficienza energetica, poiché, il camino aperto tende a disperdere il suo calore nell’ambiente, utilizzando solo una percentuale minima, il 20%, del suo potenziale di riscaldamento;
  • camino aperto ventilato: grazie alla presenza di condotti di areazione, questo tipo di camino riesce a recuperare una buona parte del calore. A differenza del precedente, da cui non differisce molto per l’aspetto, questo camino ha una capacità di efficienza termica del 40%;
  • camino chiuso o a focolare chiuso: questo camino riesce a sfruttare al meglio la combustione e quindi a trattenere il 60-80% del calore che emana. Solitamente la sua struttura è in ghisa o in acciaio ed è chiusa con un vetro ceramico, che garantisce una maggiore sicurezza perché protegge dalla fiamma, che resta comunque visibile, rendendone piacevole la vista. Uno dei modelli più utilizzati al momento è il camino monoblocco, la cui diffusione del calore avviene attraverso l’irraggiamento. La sua alimentazione è sia a legna sia a gas;
  • camino chiuso ventilato: il suo rendimento arriva all’80%. Questo camino è una via di mezzo tra il camino chiuso e quello aperto ventilato. La sua durata è maggiore e, in tal modo, riduci notevolmente le spese per il combustibile;
  • termocamino ad acqua e ad aria: è una scelta all’avanguardia poiché risponde contemporaneamente a due tue esigenze: il benessere termico e il rispetto della natura. Una buona alternativa al tuo impianto di riscaldamento, soprattutto perché puoi utilizzarlo anche per produrre acqua calda. Il termocamino ad aria invece aspira l’aria dagli ambienti interni oppure dall’esterno, facendola passare nel braciere che la scalda. Una volta scaldata viene immessa nuovamente negli ambienti della casa, grazie ad una bocchetta posizionata nella parta alta del camino. È possibile scaldare tutte le stanze se fai realizzare un apposito sistema di canalizzazione che distribuisce il calore in maniera uniforme in tutta la casa;
  • bio camino: può essere collocato in tutti gli ambienti della casa perché non emette sostanze nocive. Funziona con il bio-alcool. È ecologico perché bruciando bio etanolo, riduce dell’80% l’emissione di CO2 nell’aria;
  • camino prefabbricato: è un blocco precostituito, già pronto per essere installato. L’unico intervento vero e proprio che devi fare è il collegamento con la canna fumaria. Se il camino è semifinito, vuol dire che le varie parti, già rifinite, devono essere assemblate al momento dell’istallazione.

Quale alimentazione

Dopo aver scelto il tuo camino, devi decidere quale alimentazione utilizzare. Puoi valutare un’alimentazione:

  • a legna: il camino a legna ha una resa termica inferiore rispetto agli altri, ma almeno non dovrai rinunciare allo scoppiettio delle fiamme;
  • a pellet: il camino, collegato alla corrente elettrica, utilizza  legno di scarto che viene poi lavorato attraverso il processo di pressatura. È una soluzione che garantisce una buona resa termica ed è a impatto ambientale moderatamente basso;
  • elettrica: questa tipologia di camino funziona solo a corrente elettrica ed è perfetto in ambienti molto piccoli, che riscalda per irradiamento. La fiamma, anche se finta, è visibile. Non hai spese di combustibili, ma il consumo è comunque più elevato rispetto alle precedenti alimentazioni;
  • al bioetanolo: è un camino ecologico e funziona attraverso la lavorazione delle biomasse, che producono alcool etilico, generando, a loro volta, anidride carbonica e vapore acqueo. La distribuzione del calore dipende dalla capacità del bruciatore e dall’intensità della fiamma nella combustione. In ogni caso, la resa termica è davvero buona. Il camino al bioetanolo può integrare il riscaldamento tradizionale.
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