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EFFETTO CRISI: ALLO STESSO PREZZO, CASE PIÙ GRANDI. MA È DAVVERO UN BUON AFFARE?

  • Redazione
  • 3 aprile 2015

Dal punto di vista della proprietà, è un incubo iniziato ormai da 10 anni, e che soltanto in tempi recenti sembra destinato a finire. Ma, guardando l’altra faccia della medaglia, per chi doveva comperare un alloggio (e aveva la possibilità per farlo) il periodo di crisi dell’immobiliare è stato un toccasana, permettendo di concludere affari davvero interessanti, sia sul fronte dei prezzi, sia sul versante delle metrature. In sostanza: c’è chi ha guadagnato dal ridimensionamento delle quotazioni di vendita delle case dopo il lungo ciclo di depressione che ha colpito le abitazioni indipendentemente dalla loro età di costruzione, dal loro stato di fatto e, soprattutto, dalla loro localizzazione.

Il portale immobiliare Casa.it ha voluto mettere a confronto i prezzi che si registravano nel 2005, in pieno boom immobiliare, con i valori attuali, proprio allo scopo di valutare l’impatto della crisi sulle metrature acquistabili nelle principali città italiane. Per dare logicità e fondatezza all’analisi, Casa.it ha effettuato il raffronto su prodotti simili per tipologia, metratura e localizzazione. La domanda di partenza è stata semplicissima: avendo a disposizione un budget di tot euro, quanti metri quadri si potevano acquistare nel 2005 e quanti oggi?


Dal 2005 al 2015

Date le premesse, era prevedibile che nel 100% dei casi il numero dei mq acquistabili risultasse aumentato in modo più o meno cospicuo a seconda dei budget ipotizzati (da 200.000 a un massimo di 500.000 euro). Ciò che sorprende, semmai, è la misura di questa metratura “guadagnata”.

In termini percentuali, infatti, l’aumento degli spazi varia dal +25% al +53%. In altre parole, con il medesimo investimento, oggi si può arrivare a comprare un appartamento 1/4 più grande di quello che ci si poteva permettere nel 2005.

Si tratta del primo caso dall’introduzione dell’euro in cui il potere di acquisto immobiliare per famiglia risulta cresciuto in modo tanto vistoso. Dal 2001 sino al 2010, infatti, le possibilità di comprare più metri quadri per la medesima tipologia di abitazione erano molto basse, limitate a città non capoluogo e dalla bassa densità abitativa.

Oggi, invece, è possibile concludere acquisti nelle principali città persino in zone urbane che prima della crisi offrivano poco o nulla a determinati budget. In capo a 10 anni, pertanto, i prezzi medi delle abitazioni non di nuova costruzione, ma abitabili senza dover effettuare importanti lavori di ristrutturazione, sono scesi in termini nominali – inflazione compresa – in tutte le grandi città.


Spazio guadagnato

Il guadagno in termini di spazio per chi acquista è tanto più vistoso quanto maggiore è la disponibilità di spesa. Ad esempio, nel caso in cui si abbiano 500.000 euro da investire si va dai 23 mq in più acquistabili a Firenze ai 45 mq in più a disposizione a Napoli.

A un budget intermedio (300.000 euro) corrisponde, ovviamente, una riduzione degli spazi. Tuttavia a Napoli si possono acquistare 27 mq in più rispetto al 2005, mentre a Milano il guadagno si riduce a circa la metà (15 mq). Infine, con una disponibilità di spesa di 200.000 euro, a Venezia è possibile ottenere 10 metri quadri in più rispetto al 2005, mentre a Genova i metri quadri diventano 14. In sintesi, Napoli è la città italiana dove la differenza nella metratura acquistabile rispetto a 10 anni fa è più consistente, mentre a Milano e Roma la media dello spazio guadagnato è rispettivamente di 17 e 19 mq.


Opportunità e scelte

Chiaramente, l’analisi realizzata da Casa.it è soltanto una chiave di lettura del fenomeno della crisi immobiliare e riguarda, principalmente, chi ha inteso acquistare un alloggio a scopo investimento. Per la maggior parte degli italiani, infatti, alle prese con budget inferiori ai 200mila euro e con la difficoltà concreta di accedere al credito, l’opportunità, è stata, piuttosto, quella di acquistare un appartamento della stessa metratura ipotizzata in passato, ad un prezzo decisamente più basso (e, se vogliamo, ragionevole). Tanto più considerando che, anche secondo le più recenti indagini statistiche, la composizione dei nuclei familiari punta costantemente al ribasso da un punto di vista numerico, e la prevalenza di alloggi di grandi dimensioni si registra più frequentemente al Sud, dove peraltro le quotazioni degli alloggi sono già più basse della media nazionale.


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