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IMMOBILIARE TURISTICO: LA MONTAGNA ITALIANA FA IL PIENONE ANCHE SENZA I RUSSI

  • Redazione
  • 16 aprile 2015

[Fonte: Trademark Italia]


La crisi economica degli ultimi anni ha generato anche quella del turismo e, conseguentemente, si è riflessa sul relativo segmento immobiliare, fatto sia di seconde case, sia di appartamenti utilizzati anche solo parzialmente come bed & breakfast, sia di strutture ricettive alberghiere. Adesso, tuttavia, sembra che finalmente la buriana stia per passare.

Un esempio su tutti: secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Turistico della Montagna di Trademark Italia, la stagione invernale 2014-2015 si è chiusa con un risultato positivo, nonostante il calo del turismo russo. Il ritorno degli italiani in diversi comprensori e il consolidamento dei mercati esteri sono alla base della performance positiva di diverse località alpine. Peraltro, la favorevole congiuntura meteorologica ha portato abbondanti nevicate e favorito l’allungamento della stagione fino alle festività pasquali, quasi ovunque all’insegna del “tutto aperto” (solo il 21% delle strutture ricettive hanno chiuso contro il 52% dello scorso anno, con la Pasqua due settimane dopo). È proseguita, però, anche quest’anno, la riduzione della durata dei soggiorni (3-4 giorni massimo) e la ricerca del prezzo più conveniente.


L’ANDAMENTO

L’inverno 2014-2015, grazie alle abbondanti precipitazioni nevose e ai segnali (seppur deboli) di ripresa economica, registra finalmente una ripresa del movimento turistico su buona parte delle montagne italiane. Nonostante il crollo del mercato russo che, tra crisi ucraina (con relativi boicottaggi dei Paesi europei) e svalutazione del rublo, ha fatto segnare anche perdite del 50-60% di questi flussi, la leggera ripresa del mercato italiano e il consolidamento dei principali mercati stranieri hanno garantito comunque una buona prestazione alla maggior parte degli operatori del panel interpellati.

In sintesi, la puntuale l’Osservatorio di Trademark Italia conferma che:

* il 17,6% degli operatori interpellati afferma che questa stagione è andata meglio dello scorso anno in termini di movimento;

* il 60,8% registra una sostanziale stabilità con l’inverno 2013-2014;

* il 21,6% degli operatori chiude l’inverno con il segno meno (due punti percentuali in meno rispetto allo scorso anno);

* si riduce la percentuale di operatori che segnalano un calo del giro d’affari nella propria struttura rispetto allo scorso inverno, dal 40,7% al 31,8%. Si contrae anche la perdita, contenuta tra il -8 e il -10%; 

* il 50,3% (contro il 46% dello scorso anno) dichiara di aver difeso i fatturati ritoccando lievemente i prezzi. Oltre la metà degli operatori chiude il proprio bilancio economico in recupero sul 2014.


COSÌ I TURISTI

Gli appassionati della “vacanza bianca” in quota sembrano aver superato la crisi delle ultime stagioni, anche se continuano ad optare per week-end e soggiorni brevi (massimo 3-4 giorni). Sembra dunque parzialmente arrestarsi la contrazione dei consumi turistici, e ad avvantaggiarsene sono soprattutto le località di “prima fascia” e le strutture ricettive di segmento upscale e luxury che, così come succede nelle altre destinazioni turistiche, sono quelle che meglio delle altre hanno attraversato la crisi.

A premiare alberghi a 4 e 5 stelle, chalet di lusso e resort è soprattutto la clientela straniera, dotata di una capacità di spesa media superiore a quella degli italiani. A condizionare la ripresa del movimento turistico sono soprattutto gli italiani che, dopo 4-5 anni di graduale “abbandono” delle località montane, hanno evidenziato quest’inverno timidi segnali di crescita.

L’aumento della clientela italiana viene registrato dal 17% degli operatori: un dato importante se si pensa che negli ultimi anni questa percentuale si era sempre attestata tra l’8 e il 9%.

Il 43% degli interpellati parla di stabilità, mentre una quota ancora consistente del 40% circa avverte una diminuzione dei nostri connazionali (ma lo scorso anno questa quota era addirittura del 59,7%).

Prosegue inarrestabile (per il quarto anno di fila) la crescita di turisti stranieri, registrata dal 46,3% degli operatori turistici. Si tratta di un dato che testimonia il grande appeal delle montagne italiane sul mercato internazionale. Per quanto riguarda le provenienze estere, i mercati leader si confermano quello tedesco (che pesa il 22% dell’intero incoming estero, in crescita di un paio di punti percentuali rispetto allo scorso anno), quello del Be.Ne.Lux (12,9%), quello della Repubblica Ceca (10,1%), quello polacco (8,7%) e quello scandinavo (8,3%).

Quasi dimezzato il mercato russo, passato dal 10% dello scorso anno al 6,3% di questa stagione.

La Pasqua anticipata rispetto allo scorso anno e le buone condizioni complessive dell’innevamento hanno fatto si che circa l’80% delle strutture ricettive rimanesse aperto per le festività di fine stagione. Le positive attese degli operatori del ricettivo sono state rispettate e hanno segnato un netto miglioramento rispetto allo scorso anno, quando la Pasqua cadde oltre la metà di aprile: se il 48% degli operatori del panel ha quantomeno confermato i risultati dello scorso anno, il 32% ha addirittura registrato un miglioramento della performance, con una crescita del movimento turistico stimabile attorno al 5-7%.

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