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Olimpiadi a Roma nel 2024? Un’analisi dei risvolti sull’immobiliare

  • Redazione
  • 23 agosto 2016
Mandate in archivio le Olimpiadi brasiliane, è tempo di guardare avanti. In particolare, al 2024, quando Roma potrebbe ospitare i Giochi. Ma sarebbe davvero un buon affare? Una lettura nell’ottica degli effetti dell’evento sul mercato immobiliare è stata effettuata dall’Istituto Europa-Asia per mano del presidente Achille Colombo Clerici, il quale, per la sua analisi, è partito da un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Daily Mail e relativo alle Olimpiadi di Londra 2012.
Come rimarca Colombo Clerici, “Il tabloid britannico afferma, in sostanza, che le Olimpiadi 2012 sono state un pessimo affare e che praticamente nessuno degli obiettivi che si prefiggevano è stato raggiunto: niente rivitalizzazione di Stratford-East London, una delle aree più povere di Londra; scarsa riutilizzazione del sito olimpico (invece di 6800 nuovi alloggi si vive ancora negli appartamenti dei villaggi degli atleti, mentre negozi, palestre, molti ristoranti e bar sono semivuoti o addirittura chiusi); fallita anche la funzione di catalizzatore di comunità diverse e Olimpiacopolis è disseminato di carcasse vuote. Secondo le critiche, come tutti i siti progettati per un uso temporaneo è troppo grande e poco flessibile per poter cominciare una nuova vita”.
Secondo il Dayli Mail, tuttavia, c’è comunque chi ci ha guadagnato. Lo Stadio olimpico è stato acquistato per soli 15 milioni di sterline mentre la collettività che paga le tasse si è dovuta accollare 255 milioni di debito. Altro caso-esempio tra i tanti. La Orbit Tower doveva attrarre 350 mila turisti fatturando 1,2mld di sterline fin dal primo anno: stata visitata da 123mila persone e ha perso 520.000 sterline. Ma scotta soprattutto il fallito rilancio dell’area di Stratford – un progetto che, secondo gli organizzatori dei Giochi doveva essere esempio al mondo – che ha perso 300 fattorie, piccole imprese e artigianato e 14.000 posti di lavoro”.
La città di Londra – spiega Colombo Clerici – chiede case a prezzi ragionevoli, non appartamenti costosi. Ma ciò che è disponibile sul sito delle Olimpiadi è solo questa tipologia di alloggi, perché è stato tutto appaltato ai costruttori che non intendono dare più del 31% dell’edificato all’edilizia convenzionata. La valutazione della portata di un evento mondiale non va fatta, però, sulla base di calcoli ragionieristici delle spese e delle entrate immediate. Siamo in un’epoca dominata dalla civiltà dell’immagine. E la logica politica delle nazioni e dei popoli, non è più quella di imporsi con la forza delle armi, ma di dimostrare continuamente di essere al centro del mondo globalizzato e non nella periferia del mondo. Occorre dunque cogliere ogni occasione e considerarla una opportunità politica, per dimostrare di esserci. Così ogni spesa va vista come un investimento”.
Però, occorre fare un distinguo. Come puntualizza ancora il numero uno di Assoedilizia, “è chiaro che tale ottica può essere condivisa dal pubblico e non dal privato. La distorsione nella valutazione nasce dal fatto che al giorno d’oggi tutti questi avvenimenti di portata pubblica sono affidati e gestiti prevalentemente dall’iniziativa di natura privata, che ragiona quasi sempre nell’ottica del profitto. Certo è comunque che se, a latere dell’evento centrale, partono iniziative economiche sconsiderate e avventuristiche, non si può poi pretendere di averne ritorni positivi, sul piano dell’utile economico”.
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