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Cause e rimedi della formazione di crepe nelle abitazioni

  • Quotidiano Del Condominio
  • 21 novembre 2018

[A cura di: Confabitare] Purtroppo nelle case che abitiamo e che erroneamente siamo abituati a considerare eterne, sempre più spesso appaiono delle fessurazioni che non ci sappiamo spiegare. Senza voler entrare nel merito di una materia così complessa, si accennano alcune cause che più frequentemente si presentano, spesso dovute a interventi eseguiti troppo disinvoltamente da praticoni del “fai da te” dell’edilizia. Si citano, ancora, interventi susseguitisi nel tempo per cui su un fabbricato, nato con certi equilibri, sono state effettuate sopraelevazioni di un piano o più piani. Si consideri inoltre che la stragrande maggioranza dei nostri fabbricati supera tranquillamente i 50 anni di età: non è solamente una questione di “vecchiaia” ma soprattutto di “povertà” dei materiali usati. Ci si riferisce in particolare alle fondazioni, sia perché molto spesso nei fabbricati vecchi sono state a suo tempo eseguite con materiali precari, sia ancora perché le fondazioni appoggiano su terreni di solito a forte componente argillosa.

Alcuni casi riscontrati, e che hanno causato anche lesioni di certe dimensioni che ci hanno obbligato, in quanto Confabitare, a consigliare ai proprietari interventi urgenti, si possono facilmente schematizzare in:

  • Fondazioni poco profonde: l’argilla al di sopra della profondità di circa 1,5 metri risente fortemente degli eventi atmosferici, gonfia in presenza di acqua e si ritira durante i periodi asciutti: questi movimenti causano problemi notevoli sui fabbricati.
  • Presenza di alberature vicine alle case: da recenti studi effettuati in Francia risulta addirittura che alcuni alberi (quercia e pioppo) se posti a una distanza inferiore ai 30 metri possono causare problemi ai muri delle case. Le distanze calano per altre essenze (frassino, faggio, platano, acero, ecc.) con un minimo di 10 metri per meli, peri, ciliegi e susini.
  • Infiltrazioni: non è inusuale scoprire, soprattutto nelle vecchie cantine, fognature di scarico in voltine di mattoni che, portano sì via le acque di scarico ma perdono anche molto liquido o, ancora, pluviali che perdono, tubi dell’acqua che perdono ecc. Tutte queste infiltrazioni creano vuoti sotto al piede delle fondazioni che così non poggiano più su terreni duri e cedono.
  • Colline: in collina possono esistere altre cause che producono crepe e lesioni sui fabbricati a causa di vari movimenti franosi.

Come intervenire?

Premettiamo che non esistono metodologie di consolidamento standard che vanno bene per qualunque caso. Distingueremo essenzialmente fra tecniche che intervengono per rinforzare i terreni e tecniche atte a rinforzare le fondazioni.

  • Elettro-osmosi: questa tecnologia elimina provvisoriamente o definitivamente l’acqua in eccesso presente nel terreno. Si ottengono risultati soddisfacenti nel caso i terreni siano costituiti da limo-fango. La tecnica consiste nell’inserire nel terreno degli elettrodi, creando un campo elettrico che consente all’acqua di essere raccolta in appositi pozzetti.
  • Resine espandenti: di recente una particolare tecnica consiste nell’iniettare sotto le fondazioni particolari miscele di resine aventi la caratteristica di aumentare fino a venti volte il volume iniziale. Il maggior vantaggio di tale tecnologia è, soprattutto, quello di non essere assolutamente invasiva: infatti la resina viene iniettata in fori di circa 2 centimetri di diametro (praticamente i fori di un normale trapano). Al momento dell’iniezione la miscela liquida, al contatto dell’aria, sviluppa una reazione che consente un grande aumento di volume che causa il costipamento del terreno e addirittura il sollevamento del fabbricato. Questa tecnica è particolarmente economica rispetto ai metodi tradizionali (che seguono), anche se – come in premessa – occorre un’attenta analisi dei terreni mediante approfondite prove del geologo di fiducia.
  • Ampliamento della base fondale: le fondazioni devono consentire che i carichi trasmessi al suolo siano compatibili con le sue caratteristiche di resistenza meccanica. Come è noto, la presenza di acqua all’interno delle murature ne causa il deterioramento; le strutture di fondazione, visto il loro posizionamento sul terreno, sono particolarmente sensibili ai fenomeni innescati dalla presenza di umidità. In alcuni casi un intervento di allargamento della base della fondazione può risultare abbastanza efficace al fine di ridurre la pressione sul terreno. L’uso dei pali ha trovato grande applicazione con l’avvento, agli inizi degli anni ’50, dei micropali, che si differenziano da quelli tradizionali sia per le dimensioni (che vanno dai 10 ai 30 cm), sia per la tecnica esecutiva: la perforazione viene eseguita con sonde a rotazione che riducono il disturbo nei terreni interessati. Il maggior limite di questa tecnica è che, poiché la presenza dei pali altera la rigidezza del terreno, essi vanno sempre adoperati con uniformità e simmetria garantendo all’intero piano di posa il medesimo livello di compressibilità.
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