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SICUREZZA DEGLI EDIFICI: L’ENEA SIMULA IN LABORATORIO GLI EFFETTI DI UN SISMA

  • Redazione
  • 5 gennaio 2017

Come fare in modo che gli edifici (anche quelli costruiti in epoche più antiche e tuttora abitati) possano resistere agli eventi sismici? È il problema cui sta provando a dare soluzione l’Enea, nel cui centro ricerche Casaccia (nella foto) sono state riprodotte le scosse di terremoto che negli ultimi decenni hanno colpito diverse aree del nostro Paese. Obiettivo: studiare il comportamento sismico delle pareti murarie tipiche delle abitazioni dei centri storici dell’Appennino centro-meridionale e sviluppare soluzioni sostenibili per la prevenzione e il rinforzo strutturale del patrimonio edilizio danneggiato dal terremoto. A questo scopo, due pareti di due tonnellate ciascuna, una in tufo e l’altra in pietra, vincolate alla base e in sommità, sono state sottoposte alle violente accelerazioni dei terremoti che hanno colpito il nostro Paese, da quello dell’Irpinia (1980) a quello più recente di Amatrice.

“I recenti eventi sismici dell’Italia centrale hanno mostrato la drammatica vulnerabilità delle pareti murarie che si disgregano e crollano per azioni sismiche fuori dal piano, e per noi capire come gli edifici vengono danneggiati dalle scosse è fondamentale”, sottolinea il professor Gianmarco De Felice, dell’Università di Roma Tre, coordinatore del progetto.

“Le nostre tavole vibranti – evidenzia Gerardo De Canio, responsabile laboratorio tecnologie per l’innovazione sostenibile dell’Enea – sono in grado di muoversi nelle sei dimensioni spaziali (tre direzioni di spostamento e tre rotazioni) e rappresentano un’infrastruttura unica in Italia a disposizione del Sistema Paese per la sperimentazione delle tecnologie più mature per applicazioni ai Beni Culturali nei settori della diagnostica, acquisizione dati di spostamento tramite il sistema 3D Vision motion capture, sperimentazione condivisa a distanza tramite piattaforma virtuale DySCo e repository dei dati. Sulle stesse tavole abbiamo effettuato test di resistenza sugli innovativi basamenti antisismici che abbiamo realizzato per i Bronzi di Riace, e che sono adatti a tutte le statue a sviluppo verticale: sono stati infatti applicati per la statua in bronzo del San Michele Arcangelo e drago al Duomo di Orvieto ed è allo studio anche la versione della base antisismica per un gigante ‘fragile’ come il David di Michelangelo, oggetto di un finanziamento di 200mila euro da parte del Ministero per i Beni Culturali ed il Turismo”.

Il 3D Vision e la piattaforma virtuale Dysco realizzati dall’Enea costituiscono un sistema unico in Italia, con cui è possibile la condivisione in remoto della sperimentazione sulle tavole vibranti, con scambio delle informazioni e dei dati in tempo reale. Grazie a questo sistema tutti gli istituti coinvolti in questo progetto – tra cui celebri istituzioni statunitensi come il MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston, University of Miami, Smithsonian Institute e National Gallery of Art di Washington – hanno potuto assistere in diretta streaming con scambio dei dati. “Dopo la sperimentazione – conclude De Canio – le due pareti sottoposte a stress sismico saranno riparate con tecnologie innovative offerte dall’industria e verranno poi sottoposte a nuovi test con l’obiettivo di avere maggiori indicazioni su come intervenire per recuperare parte del patrimonio edilizio danneggiato dal terremoto”.

Le prove sperimentali sono state effettuate nell’ambito del progetto di cooperazione scientifico tecnologico Italia-Usa di rilevante interesse nazionale “Composites with inorganic matrix for sustainable strengthening of architectural heritage” finanziato dal Ministero degli Affari Esteri e del progetto CoBRA “Sviluppo e diffusione di metodi, tecnologie e strumenti avanzati per la Conservazione dei Beni culturali, basati sull’applicazione di Radiazioni e di tecnologie Abilitanti” finanziato alla Regione Lazio, con il supporto del Consorzio ReLUIS (Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica) e della Kerakoll SpA.

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