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TASI, IMU, CANONE CONCORDATO, CEDOLARE SECCA: PROPOSTE PER UN MAGGIORE EQUITÀ FISCALE

  • Redazione
  • 1 giugno 2015
Dall’affitto all’imposizione sulla casa; dalle ristrutturazioni alla cedolare secca. Sollecitazioni tutte incentrate sul tema della fiscalità immobiliare, che negli ultimi anni ha assunto una valenza sempre maggiore, sia nel dibattito politico sia nel contesto socio-economico nazionale.
Sono numerose e diversificate le proposte inoltrate da Confabitare al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Obiettivo dichiarato: ottenere a breve effetti concreti e reali benefici sull’economia e rilanciare tutto il comparto immobiliare.

LE PRINCIPALI PROPOSTE

Capitolo IMU-TASI
L’associazione ha combattuto una battaglia durissima contro l’imposta introdotta dal Governo Monti. La tassazione Imu-Tasi è diventata troppo complicata. Le varie e differenti delibere comunali stanno creando una torre di babele che disorienta i contribuenti. Ogni Comune ha le proprie particolarità, che generano anche una diversa considerevole tassazione in funzione dell’ubicazione dell’immobile, e ciò non è certo sinonimo di equità fiscale. 
Sarebbe opportuno prevedere una normativa uguale per tutto il territorio nazionale che tuteli quelle realtà comuni a tutti i contribuenti, come ad esempio la concessione del proprio immobile ad uso gratuito ad un proprio familiare. Oggi la tutela di queste situazioni così ricorrenti è rimessa alla sensibilità dei singoli Comuni, che possono prevederla rispettando paletti stringenti. Alla luce di tali considerazioni si propone, quindi, di prevedere un’unica aliquota nazionale di base per gli immobili abitativi e per quelli non abitativi e un’aliquota intermedia per gli immobili oggetto di contratto di locazione concordato. Nella proposta suddetta si uniformerebbe la tassazione Imu a livello nazionale e si agevolerebbero i contratti concordati.
Si propone inoltre di prevedere a livello nazionale il medesimo trattamento previsto per l’immobile in cui il contribuente dimora e risiede (esenzione Imu) a quello dato in godimento ai parenti entro il terzo grado. Si eviterebbe in tal modo di penalizzare quei contribuenti che hanno comprato un immobile non come investimento ma solo per problematiche puramente familiari.
Aver previsto l’abolizione dell’Imu sulla prima casa per poi stabilire che la Tasi non possa essere più alta dell’Imu pagata per la prima casa nel 2012 rende evidente il fatto che il nuovo tributo Tasi è solo formalmente collegato ai servizi comunali, ma in realtà ha una natura patrimoniale, considerando anche che la sua base imponibile è uguale a quella dell’Imu. Si propone quindi di stabilire l’esenzione della Tasi per gli immobili prima casa evitando in tal modo la reintroduzione camuffata dell’Imu sulla stessa.
Sempre in tema di Tasi riteniamo corretto che venga reintrodotto l’obbligo da parte dei Comuni di inviare ai contribuenti l’importo da pagare a tale titolo, così come promesso dalla legge di stabilità, che oggi invece rappresenta solo una opportunità per i Comuni stessi. L’autoliquidazione ora prevista in capo ai contribuenti del conteggio Tasi obbliga la maggior parte degli stessi a rivolgersi ad intermediari con un evidente aggravio di costi di gestione del proprio patrimonio immobiliare. 

Canoni di locazione e deduzione Irpef
In caso di tassazione “ordinaria” dei canoni di locazione, Confabitare propone di riportare la percentuale di deduzione forfetaria alle aliquote previste prima della riforma del lavoro varata nel 2012, cioè il 15% e il 40,5% rispettivamente per i canoni ordinari e per quelli concordati.

Cedolare secca
L’associazione formula le seguenti proposte con riferimento alla normativa della cedolare secca:
* applicare questo tipo di regime fiscale anche agli affitti relativi agli immobili strumentali;
* prevedere che i benefici per la tassazione in cedolare e Irpef ordinaria dei canoni di locazione concordati siano applicabili a tutti gli immobili abitativi e non solo a quelli siti in comuni ad alta tensione abitativa. L’attuale normativa è inspiegabilmente discriminatoria e non certo equa.

Deduzioni e detrazioni
In tema di oneri detraibili si propone di prevedere che il bonus mobili possa essere oggetto di detrazione  anche se non accompagnato da interventi edilizi. 
Sempre in tema di detrazioni e con riferimento a quelle relative alle spese sostenute per la locazione da parte dei contribuenti-inquilini di unità abitative adibite ad abitazione principale, si propone di prevedere la possibilità di detrarre al 19% una percentuale (ad es. del 20%) del canone effettivamente pagato indipendentemente dall’entità del reddito del contribuente-inquilino, eliminando quindi gli attuali importi fissi collegati all’entità del reddito degli stessi e l’età anagrafica. La percentuale di detrazione la si propone più alta (per esempio del 30%) nel caso di contratti concordati.
Per quanto riguarda la detrazione delle spese sostenute per la locazione da parte di studenti universitari, si propone di prevedere la possibilità di detrarre il 30% del canone effettivamente pagato eliminando quindi il tetto massimo di spesa e lasciando invariate le altre condizioni riferite all’ubicazione dell’Università attualmente previste.

Tassazione canoni di affitto
Confabitare propone di  prevedere il principio di cassa sui redditi da locazione. Sempre in tema di tassazione dei canoni di affitto si propone di prevedere la possibilità di recuperare le imposte pagate sui canoni di locazione non riscossi a seguito di convalida di sfratto – oggi prevista solo per gli immobili abitativi – anche per i contratti di locazione avente ad oggetto immobili non abitativi.
Inoltre si chiede di eliminare l’introduzione della tassazione della rendita catastale, anche se limitata solo al 50% della stessa e solo per quegli immobili situati nello stesso Comune dove il contribuente ha la propria residenza, in quanto penalizza ancor più i proprietari che non riescono a collocare sul mercato delle locazioni i propri immobili; inoltre la suddetta tassazione va a colpire anche quegli immobili dati in uso gratuito ai propri figli e situati di norma nello stesso comune dove abitano i genitori.
 
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