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MUTUI: RALLENTA L’AUMENTO DELLE RICHIESTE, MA LA DOMANDA TORNA AI LIVELLI PRE-CRISI

  • Redazione
  • 13 aprile 2017

Il primo trimestre 2017 si chiude con un andamento stabile della richiesta di nuovi mutui e surroghe sul Sistema di informazioni creditizie di Crif da parte delle famiglie italiane. Nello specifico, i primi tre mesi del 2017 hanno fatto registrare un incremento del +0,4% rispetto al pari periodo del 2016.

Relativamente al mese di marzo, dopo il momentaneo calo di febbraio, riprende il trend di crescita del comparto con un incremento del +1,7%: in valori assoluti la performance ritorna ad assestarsi sui volumi del 2010, prima del crollo verificatosi negli anni successivi.

IMPORTO MEDIO

L’importo medio delle richieste di nuovi mutui e surroghe interrogate sul sistema informativo Crif nel mese di marzo è risultato pari a 125.576 euro in crescita del +2,2% rispetto al corrispondente mese del 2016. Dopo il momentaneo calo di gennaio, il dato risulta essere in linea con i valori osservati negli ultimi mesi dello scorso anno.

Relativamente alla distribuzione delle richieste per fasce di importo, nel primo trimestre dell’anno le preferenze degli italiani si sono concentrate nella classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,5% del totale. Rispetto ai dati rilevati nello stesso periodo del 2016, si registra una diminuzione di -1,2 punti percentuali dell’incidenza delle richieste di importo inferiore a 100.000 euro (complessivamente pari al 47,5% del totale) a vantaggio di una crescita delle classi oltre i 150.000 euro, che ora spiegano il 23,0% delle richieste, contro il 21,7% del 2016.

LA DURATA

Nel primo trimestre 2017 si conferma anche la maggiore concentrazione delle richieste di interrogazioni al Sistema Crif di nuovi mutui e surroghe nella classe di durata compresa tra i 16 e i 20 anni, con una quota pari al 24,2% del totale (+0,9 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2016). A questa crescita si affianca una flessione pari a -1,8 punti percentuali sulla classe tra 6 e 10 anni a favore di quelle tra 0 e 5 anni (+0,3 punti percentuali) e tra 26 e 30 anni (+0,3 punti percentuali).

FASCE D’ETÀ

Osservando, infine, la distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif conferma la predominanza della fascia compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 35,7% del totale, sebbene non si registri una netta predominanza rispetto al primo trimestre 2016 quando il dato si assestava a +36,3%. Nel confronto con i dati del primo trimestre 2016, si segnala un incremento di +1,4 punti percentuali delle fasce di età comprese tra i 45 i 64 anni, a cui si contrappone una flessione di -0,9 punti percentuali dell’incidenza delle richieste da parte di giovani al di sotto dei 34 anni, fascia d’età che più di tutte continua a risentire dell’instabilità del mercato del lavoro.

IL COMMENTO

“Il primo trimestre 2017 si è chiuso con un trend sostanzialmente piatto del numero di interrogazioni relative alle richieste di nuovi mutui e surroghe, a cui si associa però la ripresa del valore dell’importo medio rispetto al corrispondente periodo del 2016 – commenta Simone Capecchi, executive director di Crif -. Parallelamente, prosegue anche la crescita della durata media dei mutui richiesti, probabilmente riconducibile ad una minore incidenza delle surroghe sul totale delle richieste. Con uno scenario immobiliare in ripresa sul fronte dei prezzi e delle compravendite, il mercato del credito sta quindi ben supportando questa rinascita, indice anche di una rinnovata fiducia da parte delle famiglie italiane. Le aziende di credito potrebbero approfittare di questo contesto di mercato per sviluppare campagne commerciali più sofisticate, basate sulle peculiarità territoriali in termini di potenzialità e caratteristiche socio-demografiche. Allo stesso tempo, sono opportuni una corretta valutazione degli immobili e del rischio di credito associato alla richiesta del fiananziamento per garantire un sano e profittevole sviluppo del mercato immobiliare, sia per le banche che per le famiglie”.

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