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Distribuzione e vendita energia, il CdS: no alla confusione tra i marchi

  • Quotidiano Del Condominio
  • 7 dicembre 2017

[A cura di: Cna Impianti]

“Il recente pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha rigettato il ricorso di Enel sull’obbligo, derivante da una direttiva europea, di non indurre in confusione i clienti utilizzando marchi confondibili tra aziende di distribuzione e aziende di vendita dell’energia, conferma la legittimità, da noi sempre sostenuta, dell’imposizione dell’obbligo di separazione del marchio e delle politiche di comunicazione per le imprese verticalmente integrate”.

Ad affermarlo è Guido Pesaro (nella foto), responsabile nazionale di Cna Installazione Impianti.

Secondo la Cna, che si era costituita in giudizio, questa sentenza, apre ora nuovi e diversi orizzonti per individuare nuovi e più stringenti limiti all’attività degli ex-monopolisti nel settore del post-contatore; una questione su cui CNA Installazione Impianti da anni è impegnata a sostegno delle esigenze delle imprese associate: “È ora necessario – puntualizza ancora Pesaro – che la politica sia conseguente, e che al fine di promuovere e garantire una effettiva concorrenza ed un accesso non discriminatorio alle reti, il Governo approvi disposizioni volte a introdurre, nei settori dell’energia elettrica e del gas, l’obbligo di separazione proprietaria tra i soggetti che gestiscono le infrastrutture strategiche e gli operatori che operano a monte e a valle del mercato, nonché nei servizi post contatore, in modo da garantire alle piccole imprese del settore impiantistico una reale concorrenza sul mercato”.

A giudizio di Cna, la posizione dominante degli operatori che svolgono attività in regime di libera concorrenza (produzione e vendita) detenendo contestualmente monopoli tecnici quali la gestione delle reti di distribuzione, da un lato ostacola il realizzarsi dei benefici, in termini di minor costo e maggiore qualità del servizio, di cui i consumatori di energia avrebbero dovuto godere a seguito della liberalizzazione del mercato; e dall’altro costituisce un fattore fortemente penalizzante per le PMI e le imprese artigiane che operano, in una condizione di evidente debolezza, nelle attività in libera concorrenza, quali ad esempio le attività post-contatore. Gli operatori che gestiscono monopoli tecnici detengono infatti elementi informativi e conoscitivi derivanti dall’attività svolta in concessione, che utilizzano per operare nelle attività a monte e a valle della filiera energetica, escludendo dal mercato le imprese concorrenti.

Come sottolinea Cna Installazione Impianti, “il principio dell’unbundling rappresenta pertanto un passo fondamentale per scardinare le condizioni di monopolio dei principali operatori energetici a danno dei consumatori finali, che hanno visto sfumare le opportunità che erano state prospettate con l’avvio del processo di liberalizzazione del mercato“.

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