Sono molte le famiglie italiane che non possono permettersi di acquistare una casa. Certi di ricevere un rifiuto, non provano neppure di accedere al credito e il 60 per cento dei potenziali acquirenti ripiega sulla ricerca di un’abitazione in affitto, in un contesto peraltro molto difficile.
È la fotografia che emerge dal diciassettesimo rapporto sull’Abitare di Nomisma, in collaborazione con Confindustria e con il supporto di Crif.
Negli ultimi anni, sottolinea il rapporto, l’inflazione ha eroso il reddito delle famiglie italiane, tanto che in 3 casi su 5 risulta inadeguato o appena sufficiente per far fronte alle necessità primarie. Aumentano quindi le difficoltà, soprattutto per le persone sole e le famiglie numerose, non solo per l’acquisto di una casa, ma anche per sostenere i canoni di locazione, divenuti sempre più alti.
Il report sottolinea come l’interesse delle famiglie nei confronti della casa rimane saldo: l’abitazione continua ad essere considerata non solo come un luogo dove vivere, ma anche come opportunità di investimento.
Però, a fronte di 3 milioni di famiglie che dichiarano un interesse all’acquisto nei prossimi 12 mesi, le condizioni per concretizzare la compravendita non sempre sono accessibili. Infatti, mentre secondo Nomisma la “domanda reale” vede coinvolte 980mila famiglie, le previsioni per l’anno 2024 si fermano a 700mila compravendite di abitazioni.
Contemporaneamente è in aumento la quota di famiglie in locazione che considera l’affitto come unica soluzione possibile, in considerazione della mancanza di risorse per accedere all’acquisto.
L’indagine conferma due diversi e distinti orientamenti: il primo considera l’affitto una scelta motivata da esigenze familiari e lavorative; il secondo, che riguarda la maggioranza delle famiglie, considera l’affitto una soluzione temporanea oppure obbligata perché non sussistono le condizioni economiche per accedere al mercato della compravendita.