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L’acqua dispersa in un anno? Basterebbe per 40 mln di persone

  • Quotidiano Del Condominio
  • 21 dicembre 2017

Con l’acqua dispersa in un solo anno nelle reti di distribuzione, si potrebbero soddisfare per 12 mesi le esigenze idriche di circa 40 milioni persone. È certamente uno dei dati più significativi e preoccupanti contenuti nel Censimento delle acque per uso civile, realizzato dall’Istat e relativo, appunto, all’anno 2015. Sul prossimo numero di Italia Casa ne pubblicheremo un ampio estratto. Di seguito, anticipiamo alcuni dei risultati salienti emersi dal report.

  • Nel 2015 il volume complessivo di acqua prelevata per uso potabile è pari a 9,5 miliardi di metri cubi, una quantità sostanzialmente equivalente a quella censita nel 2012 (+0,3%).
  • L’84,3% del prelievo nazionale di acqua per uso potabile deriva da acque sotterranee (48,0% da pozzo e 36,3% da sorgente).
  • Circa un terzo dell’acqua prelevata (33,0%), per un totale annuo di 3,1 miliardi di metri cubi, proviene da un trattamento di potabilizzazione (più efficace rispetto alle ordinarie operazioni di disinfezione o clorazione) necessario per eliminare eventuali inquinanti e garantire la qualità dell’acqua nelle reti, fino al rubinetto dei consumatori.
  • Il volume immesso nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile è pari a 8,3 miliardi di metri cubi, 375 litri al giorno per abitante. Il valore è in lieve decremento rispetto al censimento del 2012 (-0,4%).
  • 220 litri di acqua per abitante è la quantità erogata giornalmente dalle reti di distribuzione dell’acqua potabile per usi autorizzati (21 litri in meno rispetto al 2012). Il volume annuo complessivo di acqua, pari a 4,9 miliardi di metri cubi, è necessario per soddisfare le esigenze idropotabili del territorio.
  • I volumi giornalieri pro capite immessi in rete variano molto a livello regionale: dai 286 litri giornalieri per abitante immessi in rete in Puglia ai 559 della Valle d’Aosta.
  • Nel 2015 è andato disperso il 41,4% dell’acqua potabile immessa nelle reti di distribuzione, pari a 3,4 miliardi di metri cubi, in significativo peggioramento rispetto al 2012 quando le perdite idriche totali erano pari al 37,4%.
  • Le perdite reali, al netto degli errori di misurazione e dei consumi non autorizzati, sono pari al 38,3%. Si tratta di un volume enorme, pari a 3,2 miliardi di metri cubi che, stimando un consumo medio di 80 mc annui per abitante, soddisferebbe le esigenze idriche per un anno di circa 40 milioni persone.
  • Le maggiori criticità, causate da perdite idriche di rete elevate si riscontrano nelle Isole e in alcune regioni del Centro-Sud (Basilicata, Sardegna, Lazio e Sicilia).
  • Gli impianti di depurazione in esercizio delle acque reflue urbane sono 17.897, concentrati per la maggior parte al Nord (10.630).
  • In rapporto alla quantità totale di carichi inquinanti potenziali di origine civile generati sul territorio, solo il 59,6% è effettivamente trattato in impianti di depurazione di tipo secondario o avanzato, una quota di poco superiore a quella del 2012 (57,6%).
Tags
  • acqua
  • Istat
  • rete idrica
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