Con l’approvazione della cosiddetta delega Nordio, il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a una profonda revisione dell’ordinamento forense, segnando una svolta storica per la professione dell’avvocato. Il cuore della riforma? Il superamento di molte incompatibilità che, fino ad oggi, limitavano l’esercizio di attività parallele da parte dei legali.
Le novità: professione forense più flessibile
Tra le modifiche più significative introdotte dal disegno di legge delega, spicca l’ampliamento delle attività compatibili con la professione forense. Gli avvocati potranno ora ricoprire ruoli come:
– Amministratore di condominio
– Amministratore unico o consigliere delegato in società di capitali
– Agente sportivo
– Docente e ricercatore in materie giuridiche (già compatibile, ora confermato)
Queste aperture rappresentano un cambio di paradigma: si passa da una visione rigida e settoriale della professione a una più dinamica e integrata con il tessuto economico e sociale.
Il cuore della riforma: libertà, indipendenza e pluralità
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha sottolineato come la riforma miri a riaffermare la libertà e l’indipendenza dell’avvocato, restituendo centralità alla figura del professionista nel sistema giuridico. Viene reintrodotto il giuramento professionale, rafforzata la disciplina del segreto professionale, e confermato il carattere personale dell’incarico, anche all’interno di società o associazioni⁽²⁾.
Società e reti professionali: maggiore apertura
La riforma interviene anche sulla disciplina delle società tra avvocati e delle reti professionali. Le società dovranno essere composte per almeno due terzi da avvocati iscritti all’albo, mentre i soci non professionisti potranno partecipare solo per finalità tecniche o di investimento, senza beneficiare delle prestazioni legali⁽²⁾.
Inoltre, gli avvocati potranno aderire a reti multidisciplinari con altri professionisti, come commercialisti o ingegneri, purché vi siano almeno due avvocati iscritti all’albo coinvolti nelle attività forensi.
Formazione e ricambio generazionale
Il disegno di legge delega prevede anche una revisione della formazione continua, del tirocinio professionale e delle modalità di accesso alla professione, con l’obiettivo di renderle più aderenti alle esigenze del mercato del lavoro. Si punta inoltre a favorire il ricambio generazionale, la trasparenza e la rappresentanza di genere negli organi professionali.
Reazioni e prospettive
La riforma ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, molti professionisti accolgono con favore l’apertura verso nuove attività, che potrebbe tradursi in maggiori opportunità economiche e professionali. Dall’altro, alcuni temono che l’eccessiva flessibilità possa compromettere la qualità e l’autonomia dell’esercizio forense.
Il percorso legislativo è appena iniziato: il Governo ha sei mesi per emanare i decreti attuativi, che saranno sottoposti al parere del Consiglio Nazionale Forense e delle Commissioni parlamentari competenti⁽⁴⁾.