Salva Casa, le linee guida
Le indicazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la corretta applicazione del Decreto che dovrebbe agevolare la regolarizzazione dei piccoli abusi
Molto attese, sono arrivate le linee guida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la corretta applicazione del Decreto “Salva Casa”.
Prima del “Salva Casa”, per presentare una pratica edilizia si doveva ricostruire lo “stato legittimo” dell’immobile, cioè la sua storia costruttiva, un adempimento spesso lungo e complesso.
Adesso, invece, l’iter è stato semplificato: lo stato legittimo si può dimostrare partendo dall’ultimo intervento, a condizione che il Comune abbia già verificato la regolarità dei titoli precedenti.
Le linee guida del Ministero chiariscono che i titoli pregressi possono essere presunti, ma solo se nella modulistica dell’ultimo intervento sono indicati gli estremi dei titoli precedenti.
Procedure in Sanatoria
Il Salva Casa ha introdotto la possibilità di presentare un’unica istanza per il cambio di destinazione d’uso e le opere edilizie correlate, riducendo i tempi e semplificando la procedura anche in caso di sanatoria.
Sanatoria piccole difformità
Prima le normative paesaggistiche rendevano estremamente complessa la sanatoria sugli immobili vincolati. Adesso si può avviare una procedura per l’accertamento della compatibilità paesaggistica anche in caso di aumenti di volumi, purché ci sia il parere vincolante della Regione e della Soprintendenza. Nelle linee guida il MIT precisa che la procedura di sanatoria sugli immobili vincolati vale anche se l’intervento ha comportato aumenti di volumi o superfici, con tempi certi e la clausola del silenzio-assenso.
Regolarizzare varianti ante ’77
Prima era quasi impossibile sanare difformità su edifici costruiti prima del 30 gennaio 1977, data di entrata in vigore della legge Bucalossi. Con il Salva Casa entra in vigore una procedura di regolarizzazione per le difformità negli edifici ante 1977, anche se non erano previste varianti in corso d’opera. Ora tali varianti possono essere sanate a condizione che siano relative a lavori iniziati prima del 30 gennaio 1977, e che non sia necessario verificare la conformità urbanistica.
Tolleranze
Il Salva Casa amplia le tolleranze costruttive, ad eccezione delle violazioni edilizie per scostamenti fino al 2 per cento rispetto alle misure progettuali. Le stesse tolleranze si applicano agli immobili vincolati, con scostamenti che vanno dal 2 al 6 per cento, a seconda della superficie dell’unità.
Sanzioni
Con l’entrata in vigore del decreto, sono cambiate le sanzioni per regolarizzare le difformità, da determinare in base all’aumento del valore dell’immobile.
Il MIT precisa che le sanzioni si possono pagate in due fasi:
• al momento della presentazione della SCIA
• in base alla quantificazione dell’aumento di valore da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Variazione destinazione d’uso
Il cambio di destinazione d’uso era soggetto ad una complessa normativa urbanistica regionale e comunale, che ora dovrà essere determinata dai Comuni.
Oneri urbanistici
Prima chi voleva cambiare l’uso di un immobile era soggetto a oneri di urbanizzazione anche per aree da destinare a parcheggi e altre opere pubbliche. Adesso l’obbligo di reperire aree per le opere pubbliche in caso di cambio di destinazione d’uso tra categorie affini è scomparso e spetta soltanto il pagamento degli oneri secondari. Il MIT precisa che il cittadino non deve pagare gli oneri di urbanizzazione primaria, evitando duplicazioni di costi.
Sottotetti
Prima in diverse Regioni erano in vigore normative per il recupero dei sottotetti con limiti sulle distanze minime dagli edifici. Il nuovo decreto introduce delle deroghe alle distanze minime per il recupero del sottotetto, senza alterare la forma e la superficie, permettendo modifiche interne senza sopraelevazioni.