Il Consiglio dei Ministri ha approvato giovedì 11 settembre il nuovo decreto legislativo che semplifica l’iter per la realizzazione e la modifica degli impianti alimentati da fonti di energia rinnovabile. Il provvedimento integra e corregge il Testo Unico delle Rinnovabili, in vigore dal 30 dicembre 2024, e punta a rimuovere gli ostacoli che finora hanno rallentato la transizione energetica.
Tra le novità più rilevanti, tempi più rapidi per il rifacimento, il potenziamento o la riconversione degli impianti già esistenti o autorizzati, a condizione che l’aumento di potenza non superi il 15%. In questi casi, gli interventi potranno rientrare nel regime di “attività libera”, evitando lungaggini autorizzative, purché siano rispettate le misure ambientali previste.
Il decreto razionalizza anche le procedure per i nuovi impianti, confermando tre binari operativi: attività libera, procedura abilitativa semplificata (Pas) e autorizzazione unica. Ora anche gli impianti di accumulo e i rifacimenti rientrano in questo schema. Tuttavia, in presenza di vincoli ambientali o di sicurezza, scatterà automaticamente il regime della Pas, anche se l’intervento sarebbe teoricamente compatibile con l’attività libera.
Per gli impianti ibridi, invece, si applicherà il regime più rigoroso. Rafforzate anche le compensazioni economiche a favore dei Comuni per gli impianti di maggiore dimensione: si va dallo 0,5% al 3% del valore della produzione attesa nei primi cinque anni.
Il decreto introduce inoltre meccanismi innovativi per la risoluzione extragiudiziale delle controversie, affidati ad Acquirente Unico e regolati da Arera, con l’obiettivo di evitare ricorsi e accelerare i tempi.
«È un passaggio fondamentale per dare ancora più sprint alle rinnovabili», ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che ha lavorato al testo insieme a Paolo Zangrillo (Pubblica Amministrazione) e Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme Istituzionali). L’obiettivo è chiaro: snellire le procedure, favorire gli investimenti e centrare i target ambientali fissati dall’Unione Europea.