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ANAMMI: LE CAUSE IN MATERIA CONDOMINIALE SONO INADATTE AI GIUDICI DI PACE

  • Redazione
  • 6 aprile 2016

Un progetto rischioso, che porterebbe ad un ulteriore appesantimento degli uffici dei Giudici di pace. È questo il principale timore dell’Anammi – l’associazione nazional-europea degli amministratori di immobili – sul disegno di riforma della magistratura onoraria, approvato dal Senato e ora all’esame della Commissione giustizia della Camera dei deputati.

A preoccupare l’Anammi è soprattutto il notevole trasferimento di competenze sul condominio dai tribunali al Giudice di pace. In pratica, quasi tutta la materia condominiale diventerebbe appannaggio dei magistrati onorari. “Ci lascia molto perplessi – sottolinea Giuseppe Bica, presidente dell’Anammi – che il testo in discussione attribuisca una materia complessa come quella condominiale a giudici non togati, spesso con una preparazione disorganica e incompleta anche a causa dei diversi percorsi professionali affrontati prima di accedere all’incarico di Giudice di pace. La preparazione ed il ruolo stesso del magistrato, che è a tutti gli effetti un alto funzionario dello Stato, offrono garanzie molto più solide”.

Inoltre, è ben nota la situazione degli uffici dei magistrati onorari, caratterizzata da un drammatico sovraffollamento e da una cronica mancanza di organico. “In un quadro del genere – commenta il presidente Bica – l’aumento di mansioni aggraverebbe uno scenario già drammatico”. A sorprendere negativamente gli amministratori di condominio, direttamente interessati dal disegno di riforma, è stato il mancato coinvolgimento nella definizione del testo legislativo. Eppure, sulla riforma del condominio del 2013, le associazioni storiche del condominio come la stessa Anammi sono state consultate a più riprese in commissione Giustizia, sia alla Camera sia al Senato. 

“Non possiamo certo dire che la riforma sia stata disegnata ad immagine e somiglianza della nostra professione – ricorda Bica – ma, anche grazie all’apporto della nostra associazione e delle più importanti realtà del settore, siamo riusciti ad introdurre alcuni principi essenziali e ad evitare qualche errore. Purtroppo, il testo del disegno di legge delega sul passaggio di competenze da magistrato a giudice civile è passato al Senato senza che le associazioni storiche del condominio siano state ascoltate. Ci appelliamo dunque ai deputati della Commissione Giustizia perché ascoltino le nostre ragioni, basate sull’esercizio quotidiano di una professione complessa, che, nel bene e nel male, incide sulla vita di 14 milioni di famiglie che vivono in condominio”.

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