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Valore aggiunto: il “sogno” dell’assemblea condominiale da remoto

  • Quotidiano Del Condominio
  • 27 maggio 2020

[A cura di: Luigi Rinzivillo, Valore Aggiunto Impresa – www.valoreaggiuntoimpresa.it] Sicuramente abbiamo tutti canticchiato, almeno una volta, la canzone “i sogni son desideri” tratta dalla colonna sonora del film “Cenerentola” (1950) e, forse, altrettante volte, abbiamo atteso quel giorno, non troppo lontano, dove i sogni sarebbero diventati realtà.

Per gli amministratori di condominio, “cenerentola” di un pensiero politico ancora in cerca di vaccino contro il tatticismo elettorale e la tecnocrazia, quel giorno è ancora lontano. Purtroppo!

Si attendeva il giorno in cui qualcuno avrebbe finalmente pensato a quei professionisti-imprenditori che amministrano “la casa” della maggioranza degli italiani e che gestiscono una parte importante del PIL, facendo incontrare la domanda (i condomini) e l’offerta (i fornitori).

Ancora una volta, purtroppo, Sagunto è stata espugnata, mentre a Roma … si discuteva!

Ancora una volta, si è fatto “tanto rumore per nulla” commentando articoli di legge che sono stati “cancellati” all’ultimo, che forse avrebbero dovuto derogare agli articoli 1129 e 1130 c.c., ma che sicuramente “non brillavano per chiarezza e ragionevolezza, né per rigore lessicale” (Antonio Scarpa) proponendo “un complicato meccanismo di operatività temporale”.

Ancora una volta, la politica parlando con diversità di linguaggi crea molteplici equivoci senza rendersi conto che non si tratta altro che del nulla, di vuoti e ingannevoli artifici.

Per fortuna, la storia è (ancora!) maestra di vita e Sagunto, città abitata oggi da amministratori di condominio, ha imparato a difendersi da sola mentre a Roma si discute … ancora.

Sì. Siamo stati capaci di pensare ad un sogno, ad un progetto: l’assemblea telematica.

Come? sognando, realizzando, criticando.

Abbiamo analizzato, studiato, pensato alla sua attuazione pratica.

Abbiamo ricercato quelli che potrebbero essere gli elementi deboli. Ne abbiamo trovati tanti e sappiamo che non sono tutti risolvibili (o risolti). Molto probabilmente però abbiamo gettato le basi per un futuro diverso, che nasce dal basso, da chi lavora sul campo con concretezza e semplicità e ha l’ambizione di rivoluzionare il nostro mondo che poi, a ben pensare, è il mondo di molti italiani, di tutti coloro che possiedono o abitano in “un condominio”.

Dopo qualche settimana sotto la campana di vetro della quarantena per riflettere insieme, osando e proponendo qualcosa di (veramente) nuovo, abbiamo immaginato il futuro in modo visionario vedendolo con la chiarezza di chi ha nella sua mente l’intero progetto.

D’altronde stiamo vivendo l’unica occasione di dimostrarci “intelligenti”, ovvero capaci di compiere delle scelte, e non possiamo fallire dimostrando in fondo solo la nostra lentezza nel capire.

Siamo consapevoli che l’ambiente digitale non prenderà il posto dell’ambiente fisico. Non è desiderabile e non è possibile. Ma siamo altrettanto consapevoli che la nostra “missione” è quella di condurre le persone (i condòmini) verso quel “bene comune” che rappresenta la categoria fondamentale della gestione condominiale e che oggi più che mai deve trasformarsi in criterio centrale per pensare e praticare la politica e orientare l’economia in questa era tecnologica tanto potente quanto ambigua. Esso può offrire una ricca serie di spunti quali inclusione, giustizia come partecipazione, sussidiarietà, cultura dell’incontro.

Le assemblee “in remoto” possono essere una soluzione per un futuro “diverso” e “non troppo lontano”.

Per il presente sembrano forse l’unica strada percorribile, anche alla luce del fatto che non sembrano “congelati” i termini per la presentazione del rendiconto.

Tanto per il governo, tanto per gli amministratori di condominio, concludo dicendo che “quando dobbiamo prendere una decisione e non la prendiamo, è in sé una decisione”, come diceva William James, ma non sempre – aggiungo – è la decisione migliore.

Non dimentichiamoci però che “l’unico modo per iniziare (a fare qualcosa) è smettere di parlare e incominciare a fare” (Walt Disney).

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