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Mattone: la ripresa dal 2016, a patto che le tasse sulla casa diminuiscano

  • Redazione
  • 17 agosto 2015

La ripresa del mercato delmattone? Sarà lenta, inizierà non prima del 2016 e comunque dipenderà in
maniera rilevante dalle decisioni politiche in materia di tassazione
immobiliare. È quanto emerge dalla nota congiunturale Fiaip, che fotografa
l’andamento del comparto della casa.

Secondo il report, il trend
attuale dei prezzi è più debole rispetto al fatturato e al numero complessivo
delle compravendite registrate nel secondo semestre 2014. Ciò riflette il clima
perdurante d’incertezza economica, oltre ad evidenziare i timori degli italiani
legati all’evoluzione dello scenario politico ed economico nell’Eurozona, a
causa dei segnali contrastanti provenienti a seguito del salvataggio della
Grecia. Ancora oggi, nonostante l’inversione della tendenza psicologica, i
potenziali acquirenti rimangono alla finestra a causa dell’enorme tassazione
immobiliare e del timore di un’instabilità finanziaria, sempre alle porte per
il nostro Paese, che ancora non ha sciolto il nodo dell’insostenibilità del
debito. Nuovi motivi di preoccupazione per gli italiani, dopo lo spauracchio
Grexit, sono la svalutazione dei valori immobiliari e l’assoluta impossibilità
a pianificare investimenti a medio lungo termine, visto il susseguirsi
dell’inasprimento fiscale sulla casa negli ultimi anni, ed una normativa sempre
più penalizzante nei confronti degli spostamenti di capitale connessi
soprattutto al mercato immobiliare.

È questo, in estrema sintesi, il
mare il cui veleggia a stento il comparto italiano del mattone, che continua ad
arrancare nonostante gli ottimi segnali di una crescita complessiva della
domanda +5%, ed un incremento record nell’ultimo trimestre della stessa domanda
di mutui che spinge all’acquisto. Il settore residenziale, insomma, non ha
ancora imboccato la via della ripresa stabile, nonostante sia sempre più
conveniente l’acquisto vista la continua riduzione dei prezzi degli immobili
residenziali e il ritrovato interesse da parte delle banche ad erogare mutui.

Il clima di maggior fiducia e di
propensione al risparmio e all’investimento nel mattone viene confermato dagli investitori
stranieri che in Italia sono in netto aumento
, anche favoriti
dalla perdita di valore dell’Euro
: circa il 18% del suo valore
contro il dollaro e circa il 10% contro la sterlina. Nei primi sei mesi di
quest’anno si è registrato di fatto un aumento del 35% delle richieste rispetto
allo stesso periodo del 2014 da parte di acquirenti internazionali. Di contro,
la “voglia di case degli italiani” è
stata confermata dagli oltre 41mila acquisti effettuati all’estero negli ultimi
12 mesi.

Per il Centro
Studi Fiaip
, in
Italia, non si può ancora parlare di ripresa di un mercato che, sebbene
sostenuto da una serie di fattori congiunturali positivi (svalutazione
dell’Euro, petrolio ai minimi storici, azzeramento del costo del denaro)
registra trimestri positivi alternati a trimestri negativi: i prezzi (a
differenza di quanto avviene negli altri Paesi europei) continuano a calare
dello 0,8% su base trimestrale, e del 5% circa su base annua, registrando un
arretramento del valore dell’abitazione più consistente tra tutti i Paesi Ue,
fatta eccezione per la Grecia. Torna invece in area positiva, ma solo
modestamente, il numero delle compravendite: +3% a fronte di una lenta
stabilizzazione dei prezzi.

Con l’ulteriore forte crescita
registrata nel mese di giugno, per i mutui si irrobustisce il recupero verso i
livelli pre-crisi tanto che la variazione complessivamente registrata nel primo
semestre 2015 ha fatto segnare un significativo incremento rispetto al
corrispondente periodo 2014. al contempo, tuttavia, si assiste sempre più al
fenomeno delle giovani coppie in difficoltà economica che non riescono a far
fronte a tutte le spese per la casa (mutuo, imposte sulla casa, sulla
successione e spese di manutenzione degli immobili). Assai di sovente chi ha
comperato un primo immobile con un mutuo, e magari ereditato un secondo
immobile, cerca disperatamente di collocare sul mercato la casa ereditata,
viste le scarse risorse economiche di cui dispone oggi un nucleo familiare.

Per Fiaip ci potrebbero essere
già oggi tutti i presupposti perché il mercato possa ripartire: la maggior
parte delle domande sospese potrebbero concretizzarsi, se solo vi fosse una
situazione fiscale favorevole per tutti coloro che vogliono investire nel
mattone e vendere o acquistare un immobile. In quest’ottica, la Federazione
ricorda come il mattone abbia sinora garantito una
“tenuta” in Italia superiore rispetto ad altre forme di investimento (3,5%)
e come i prezzi medi siano previsti ancora
in calo, sebbene si stiano stabilizzando, in molte città italiane nel corso
dell’anno.

Le aspettative delle famiglie e
delle imprese – si legge nella nota congiunturale Fiaip – così come il quadro
di politiche fiscale sull’immobiliare permane incerto, ancora oggi. L’eccessiva
timidezza degli interventi nel taglio delle tasse e della spesa pubblica,
l’assenza di interventi strutturali e di riforme per il Paese, per lo più
annunciate e non attuate, rischia di penalizzare e di far finire in stagnazione
il Paese nel 2015.

“Il nostro Paese e il comparto immobiliare hanno tutte le capacità e le
possibilità di uscire da questa situazione di perdurante difficoltà, se solo si
potesse riformare e mitigare l’abnorme peso fiscale sull’immobiliare
–
dichiara Mario Condò de Satriano, presidente
del Centro Studi Fiaip –. Se
l’economia italiana non vuole continuare a fare peggio del resto dell’Europa è
necessario cambiar subito rotta alle politiche economiche del Paese e
concentrare le risorse verso il taglio dell’imposizione fiscale a partire dalle
tasse sulla casa che negli ultimi tre anni sono triplicate per tutti i
contribuenti. L`ipotesi annunciata dal premier Renzi di tagliare la Tasi e
l’Imu sulla prima casa e semplificare con la
local tax
l’imposizione fiscale sugli immobili, dovrà
evidenziare una vera e propria riduzione della presenza statale nella
tassazione immobiliare. Non si può pensare di modificare continuamente le tasse
sulla casa, solo per far cassa a livello comunale, modificando per l’ennesima
volta il nome all’Ici, Imu o Tasi”
.

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