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QUELLI CHE… COMPRANO UNA CASCINA E LA TRASFORMANO IN AGRITURISMO

  • Redazione
  • 15 febbraio 2016
In Italia gli agrituristi valgono più di un miliardo di euro, sono oltre 5 milioni e la maggior parte di loro sceglie la struttura per l’ospitalità familiare (45,2%) e la buona cucina (24,2%). L’agriturista tipo ha tra i 35 e i 65 anni, è sposato (l’87%) e parte o in coppia o in famiglia (il 75,8% ha uno o più figli). In Italia oggi sono presenti oltre 21 mila agriturismi (21744), il 4,1% in più rispetto al 2013. Quella della trasformazione di cascine in strutture agrituristiche è dunque una tendenza in crescita anche nel settore immobiliare. I dati sono forniti da Agriturismo.it, dalla ricerca di Nextplora e dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo. 

LA DOMANDA
Ma l’agriturista che cosa cerca? Sceglie mete vicine e controllabili che trasmettano serenità e benessere psico-fisico. Ama rilassarsi e degustare i prodotti tipici ma allo stesso tempo visitare attrazioni naturalistiche o storiche nei dintorni. Tre milioni e 500mila hanno soggiornato negli ultimi 12 mesi e tra questi, dato importante, l’86% si ritiene soddisfatto e vuole ripetere l’esperienza. La tensione attuale poi ha influito sul settore turismo: i recenti attentati hanno fatto scendere l’indice di fiducia del viaggiatore, che sceglie di stare in Italia, lontano dalle metropoli per concedersi una vacanza rilassante in campagna. La villeggiatura green è entrata quindi tra le mete turistiche preferite; quasi la metà degli italiani (44 per cento) è stata in un agriturismo negli ultimi 5 anni. I motivi della preferenza sono anche il buon rapporto prezzo/qualità, per la garanzia di riposo e tranquillità e per il contatto con la natura.
La regione italiana più ambita sia per l’italiano che per lo straniero rimane la Toscana con il 54%, seguita dall’Umbria con il 34%, poi troviamo il Veneto e la Sicilia con il 20% e il Friuli Venezia Giulia con il 14%. L’87% degli agrituristi proviene dall’Europa, tra cui il 35% dalla Germania, il 12% dal Belgio e dall’Olanda e  l’8% dal Regno Unito. 
Per quanto riguarda la crisi, il 61% degli agrituristi italiani dichiara di aver sentito l’influenza negativa sulle loro vacanze, contro il 68% del 2014. Tutt’altro scenario per gli agrituristi stranieri: ben l’80% dichiara che la crisi non ha inciso in alcun modo sulle loro vacanze. Secondo l’Osservatorio innovazione digitale nel turismo 2015, infine, tra gli strumenti digitali più usati per poter scegliere la vacanza giusta, si trovano le recensioni, i commenti letti on line e gli articoli specializzati in viaggi. Per quanto riguarda l’ispirazione off line invece sono molto influenti i consigli di amici e parenti e la nostalgia delle vacanze passate.

LA FIERA
Proprio questi dati hanno fatto da sfondo alla quarta edizione di Agriturismoinfiera: la rassegna dedicata alle aziende agrituristiche italiane che si è svolta a Milano sabato 23 e domenica 24 gennaio. Oltre 300 strutture provenienti da tutte le regioni si sono radunate per mettere in mostra la propria offerta, proponendo attività sia per i viaggiatori adulti, sia per i bambini ed illustrando i servizi offerti dalle loro strutture: a partire dall’accomodamento, per continuare con le eccellenze gastronomiche, fino ad arrivare al rapporto con la natura e con gli animali. Scopo della manifestazione, infatti, è stato anche quest’anno quello di valorizzare il territorio nazionale, le strutture ricettive ad esso connesse e il rapporto con l’ambiente. 

L’IMMOBILIARE
Ma, ovviamente, per molti dei visitatori l’evento è stato l’occasione per effettuare una valutazione economica anche di più ampio respiro: quella di acquistare un immobile in campagna, magari da ristrutturare, al fine di metterlo a reddito trasformandolo in azienda agrituristica. Un’operazione più complessa di quanto potrebbe in apparenza sembrare, ma che negli anni, per il mercato del mattone ad uso investimento, è diventata progressivamente uno sbocco alternativo all’acquisto di seconde case nelle località di villeggiatura.
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