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Impianti, nuovo stop per gli F-gas: il Consiglio di Stato “sospende” il decreto

  • Quotidiano Del Condominio
  • 11 giugno 2018

[A cura di: Cna installazione impianti] “Se non è una bocciatura, poco ci manca. Chiederemo al Ministero di riaprire il tavolo di confronto con le associazioni di categoria per migliorare il testo dello schema di decreto come richiesto dal Consiglio di Stato”. È questo il primo commento di Carmine Battipaglia, presidente di Cna Installazione Impianti, di fronte alla decisione del Consiglio di Stato di sospendere l’emissione del parere che avrebbe dovuto dare il via libera allo schema di DPR di recepimento del Regolamento UE 517/2014. Una vera e propria bacchettata al Ministero dell’Ambiente, costretto ora a correre ai ripari ed a modificare il testo del DPR.

I rilievi sul DPR

Non sono pochi, infatti, i rilievi che il Consiglio ha espresso nei confronti del lo schema di DPR già approvato, in via preliminare, dal Consiglio dei Ministri del Governo Gentiloni. Innanzitutto, il CdS ricorda che le norme di attuazione del precedente Regolamento UE 842/2006, il DPR 43/2012 attualmente in vigore ed il Dlgs 26/2013 sulle sanzioni, furono emanate “con rilevantissimo ritardo” per cui “si ritiene necessaria la massima sollecitudine nell’emanazione dello schema in esame”. Analoga rapidità viene richiesta per l’emanazione di un nuovo “Decreto Sanzioni” che dovrà sostituire il Dlgs vigente. Per questo, il Consiglio suggerisce al Governo di avvalersi della delega di cui all’articolo 2 della legge di delegazione europea 2016-2017, 20 ottobre 2017, n. 163. In mancanza del decreto sulle sanzioni, sottolinea infatti il Consiglio, l’effettività del nuovo DPR f-gas “sarebbe vanificata”. “Sarà pertanto fondamentale – afferma Battipaglia – che l’approvazione del decreto legislativo sulle sanzioni sia contestuale, o quasi, all’entrata in vigore del nuovo DPR f-gas”.

Le richieste al ministero dell’Ambiente

Inoltre, Il Consiglio di Stato chiede di acquisire ulteriori elementi dal Ministero dell’Ambiente in merito alla previsione di minori oneri per 29 milioni di euro all’anno, contenuta nella Relazione AIR (l’analisi di impatto della regolamentazione), che il nuovo sistema della Banca Dati dovrebbe consentire agli operatori. In pratica, il Consiglio “ritiene opportuno un approfondimento sugli aspetti relativi agli oneri che lo schema accolla alle imprese ed ai cittadini” e chiede maggiore dettagli.

Al Ministero dell’Ambiente viene anche chiesto se sia stata valutata l’opportunità di introdurre procedure “per il monitoraggio delle modalità con cui il Regolamento viene attuato negli altri Stati membri al fine di valutare la congruità della disciplina nazionale di attuazione (…) in relazione all’esigenza di assicurare una condizione non deteriore alle imprese ed ai privati italiani operanti nel settore”, confermando in sostanza, anche se il Consiglio di Stato, e non potrebbe essere altrimenti, pone la cosa in termini dubitativi, i rilievi da sempre avanzati da Cna Installazione Impianti in merito alla eccessiva rigidità della legislazione italiana rispetto a quella degli altri paesi UE.

Vi sarebbe poca chiarezza, secondo il CdS, anche in relazione ai “criteri e le modalità di accesso alla Banca dati, dato che questa è destinata a raccogliere una ingente mole di dati relativi a imprese e persone fisiche” e, da questo punto di vista, viene richiesto di valutare l’opportunità di integrare il testo dell’art. 16.

“Il fatto che il Consiglio di Stato abbia sospeso l’emissione del parere ed i rilievi, non di poco conto, espressi sul testo del DPR fanno apparire naturale la riapertura del dialogo con gli operatori del settore allo scopo di modificare in senso positivo il decreto. Ci aspettiamo che il nuovo Ministro sia conseguente – conclude il Presidente degli impiantisti CNA – e colga l’opportunità di rendere più fruibili e meno onerosi, dal punto di vista burocratico ed economico, gli adempimenti previsti dalla normativa comunitaria”.

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