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SISMABONUS: LA SFIDA DELLA SICUREZZA, IL NODO DELLA CESSIONE DEL CREDITO

  • Redazione
  • 9 maggio 2017

[A cura di: Assoedilizia]

“La virtuosità del sistema sismabonus sta nell’abbinamento tra incentivazione economico-fiscale e facoltatività degli interventi, tra anticiclicità economica dell’attività indotta e riqualificazione degli edifici sul piano del valore economico e della sicurezza delle strutture e delle persone. Restano da migliorare alcuni aspetti operativi: quali la cartolarizzazione dei bonus ai fini della circolarizzazione degli stessi, la cedibilità dei relativi crediti d’ imposta anche a istituti di credito ed a intermediari finanziari, nonché una maggior certezza dei diritti circa la verifica ex post della regolarità edilizia ed urbanistica delle opere eseguite”.

Lo ha affermato il vicepresidente di Confedilizia, avvocato Achille Colombo Clerici, intervenendo al seminario “Classificazione del rischio sismico delle costruzioni: dalle linee guida alla realizzazione degli interventi” organizzato al Politecnico di Milano, dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Milano e da ATE – Associazione Tecnologi per l’Edilizia in collaborazione con Ance e Confedilizia.

OSPITI E RELATORI

I saluti e l’introduzione al seminario sono stati fatti dall’ing. Donatella Guzzoni, presidente ATE e dall’ing. Bruno Finzi, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Milano. Sono seguiti gli interventi dell’ing. Massimo Sessa, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (“Le Attività del Consiglio Superiore, le Norme Tecniche per le Costruzioni e la nuova Classificazione del Rischio Sismico degli Edifici”); dell’ing. Giovanni Cardinale, vicepresidente Consiglio Nazionale Ingegneri e socio ad honorem Ate (“La nuova classificazione del rischio sismico: attestazione della classe e ricadute sul mondo delle costruzioni”); del prof. Ing. Edoardo Cosenza, Università di Napoli Federico II e socio ad honorem Ate (“Le Linee Guida approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”); del prof. Ing. Andrea Prota, Università di Napoli Federico II, socio ad honorem Ate (“La valutazione economica degli interventi in base all’esperienza della ricostruzione de L’Aquila ed esempi applicativi”). 

È seguita una tavola rotonda che, accanto ai relatori, ha visto gli interventi del prof. ing. Claudio Chesi, Politecnico di Milano, socio ad horem Ate, dell’avv. Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia e vicepresidente di Confedilizia, del dott. Marco Dettori, presidente di Assimpredil-Ance, dell’ing. Bruno Finzi, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Milano e socio Ate, dell’ing. Antonio Sproccati, consigliere dell’Ordine degli ingegneri di Mantova e socio Ate.

GLI INTERVENTI

Marco Dettori (nella foto con Achille Colombo Clerici), augurandosi che gli incentivi pubblici riescano ad innescare un processo virtuoso di attività e di iniziative da parte dei contribuenti, in quanto le agevolazioni fiscali sono il cardine con il quale il governo può agevolare la ripresa dell’edilizia, si è detto convinto che quello della messa a norma antisismica del patrimonio immobiliare sarà un lungo processo che necessita di un profondo cambiamento culturale, anche da parte dei costruttori. Dichiarandosi d’accordo sulle perplessità avanzate da Colombo Clerici, ha detto che l’utilizzazione del credito di imposta presenta aspetti di non facile praticabilità.

Massimo Sessa, pur accogliendo le osservazioni, ha ribadito che il “sistema sismabonus” è stato, in sostanza, accolto positivamente e costituirà il punto di partenza della riqualificazione immobiliare, destinata ad offrire maggiore sicurezza e ad incidere, come oggi avviene con la riqualificazione energetica, sul valore degli immobili. Dichiarando infine la disponibilità della sua istituzione per contribuire a qualificare una classe imprenditoriale per l’esecuzione di lavori complessi.

MOTIVI DEL SEMINARIO

La pubblicazione delle Linee Guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni (allegato a del Decreto del MIT n.58 del 28 febbraio 2017 – modificato con DM n.65 del 7 marzo) permetterà di attivare e rendere operativi i forti incentivi fiscali previsti dall’art. 1, comma 2, lettera c) della Legge di stabilità 2017, approvata il 21 dicembre 2016: un passaggio fondamentale per la conoscenza del patrimonio edilizio e per la cultura della prevenzione. Le Linee Guida affrontano con un nuovo approccio il tema della classificazione del rischio sismico delle costruzioni esistenti, con uno specifico riferimento alla edilizia privata e produttiva, coniugando il rispetto della salvaguardia della vita umana – mediante i livelli di sicurezza previsti dalle vigenti norme tecniche per le costruzioni – e la considerazione delle possibili perdite economiche e delle perdite sociali. La misura fiscale a cui esse si legano rappresenta una novità per l’Italia: per la prima volta si può attuare su larga scala, e senza graduatorie di accesso ai benefici, un’azione volontaria con forti incentivi statali di prevenzione sismica sugli edifici esistenti.

Il seminario è stato diviso in due momenti: una parte dedicata all’analisi tecnica del documento che potrà consentire al professionista di classificare in maniera corretta il rischio sismico, di elaborare il progetto di miglioramento del rischio sismico nel rispetto delle nuove NTC, di valutare economicamente l’intervento, anche attraverso la presentazione di esempi. Nella tavola rotonda sono stati esaminati e discussi i diversi aspetti di questo nuovo disposto normativo, che deve trovare ora piena ed efficace corrispondenza sul piano del mercato. Infatti, l’aver predisposto uno strumento semplice e fondato su dati certi come quelli elaborati sul caso de L’Aquila, è condizione necessaria ma non sufficiente a far sì che si avvii un progressivo percorso di riqualificazione edilizia e di messa in sicurezza del nostro patrimonio immobiliare. Vanno però create le condizioni affinché sia possibile utilizzare l’incentivo fiscale come leva. Se non si troverà una soluzione chiara e concretamente attuabile relativamente alla cessione del credito di imposta, ad esempio, gran parte del lavoro ad oggi svolto potrebbe rimanere vano.

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