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Direttiva Ue Case Green, i risultati delle indagini di Adiconsum

  • Redazione
  • 10 aprile 2025

Si avvicina il grande sforzo di efficientamento energetico degli edifici richiesto dalla Direttiva Case Green (EPBD): certificazione delle prestazioni e strumenti di finanziamento dei lavori sono cruciali per consentire alle famiglie di fare le scelte giuste di acquisto e ristrutturazione.

Il progetto europeo EPC – Energy Performance Certificates, promosso dal BEUC (associazione europea delle organizzazioni consumeriste) e finanziato dalla European Climate Foundation, ha come obiettivo quello di indagare sugli strumenti a supporto dell’efficientamento energetico delle abitazioni private nei Paesi europei.

Adiconsum come partner italiano ha svolto due indagini: una sull’APE, l’Attestato di prestazione energetica di un immobile, e un’altra sui mutui e prestiti “green” da parte delle banche, per sostenere i consumatori che acquistano case con alta efficienza energetica o che vogliono ristrutturare la propria casa per migliorarla.

La rilevazione riguardante l’APE si è svolta nella città di Roma tra giugno e luglio 2024, ed è stata condotta da Adiconsum nazionale in collaborazione con Adiconsum regionale Lazio e l’Ordine dei Geometri di Roma. Lo scopo era quello di verificare la qualità, la completezza, l’affidabilità, il costo e le eventuali problematiche relative al certificato di prestazione energetica, partendo dalla redazione di più attestati APE per le medesime abitazioni.

Per ogni immobile sono stati rilasciati 6 attestati APE: cinque realizzati in modalità “Mistery Shopping” su abitazioni messe a disposizione da consumatori volontari, più uno di riferimento, a “regola d’arte”, redatto dall’Ordine dei Geometri, che ha realizzato alla fine anche un esame comparativo dei certificati APE rilasciati da tutti i professionisti precedenti.

Sono emerse notevoli differenze tra i risultati, in merito a tutti i parametri valutati: la stessa abitazione in certi casi è risultata assegnata a ben tre classi energetiche diverse! Il costo (da 100 a 500 euro, con una media di 250), il tempo della visita e le verifiche svolte variano tantissimo. Il tutto senza considerare gli APE emessi online “a distanza” sulla base di dati autocertificati dal consumatore, che costano fino a un decimo del prezzo di mercato e avranno affidabilità analoga (non sono stati testati). Davvero diamo all’APE solo il valore di un pezzo di carta necessario a vendere o affittare la casa? Ci sono responsabilità per gli APE irregolari? L’indagine illustra molti aspetti interessanti, evidenziando una serie di criticità, in parte afferenti la regolamentazione e le questioni burocratiche, questioni legate al mercato, formazione e abilitazione dei certificatori, tecnologie di rilevazione e software di calcolo, e anche il sistema dei controlli istituzionali e delle sanzioni.

Su queste Adiconsum intende invitare i policy makers, ma anche tutti gli altri stakeholders, a riflettere, con una serie di proposte. Inoltre, c’è un problema “culturale” che riguarda i consumatori che troppo spesso non comprendono l’importanza di avere impianti efficienti e sicuri, in regola.

Il secondo Report ha riguardato i mutui e prestiti “green” per finanziare l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B e gli interventi di efficientamento energetico dell’abitazione. L’indagine è stata condotta da Adiconsum nel mese di luglio 2024 e ha visto la partecipazione volontaria delle seguenti banche, tutte rappresentative a livello nazionale: Intesa San Paolo, UniCredit, Mediolanum, BPER, alle quali è stato somministrato un questionario e rivolta un’intervista in profondità; Adiconsum ha anche svolto una rilevazione sul comparatore Mutuionline.it, tenendo conto dei medesimi parametri: tipologia del cliente, reddito, importo, durata e tasso del mutuo, numero di rate e numero di anni del mutuo, classe energetica e requisiti di accesso all’offerta green.

Dall’indagine è emerso che gli incentivi vanno dal tasso agevolato (0,10% in media) allo sconto o all’azzeramento dei costi accessori come l’istruttoria e la perizia sull’immobile: in generale, le agevolazioni “green” si sommano a quelle previste per altri prodotti. Tra queste, segnatamente, l’agevolazione pubblica del Mutuo prima Casa Consap, che si può quasi sempre cumulare con i vantaggi del mutuo “green” offerto dalla banca.
Inaspettatamente, è emerso che, con poche eccezioni, l’APE non ricopre alcun ruolo nell’accoglimento della domanda di mutuo green e non interviene né nella valutazione del merito creditizio né sulla stima dell’immobile, in quanto entra in scena soltanto all’atto della stipula del rogito notarile, quando il mutuo è già stato deliberato e concesso.

I finanziamenti “green” per i lavori di ristrutturazione, seppur previsti nella maggior parte delle banche partecipanti al sondaggio, al momento non hanno ancora espresso un particolare appeal sul mercato.
Non sono noti prodotti di finanziamento per lavori di ristrutturazione delle parti comuni nei condomini (se pensiamo al cappotto termico dei palazzi, che ha avuto un ruolo centrale nel Superbonus, appare strano).

L’indagine ha messo in luce che l’offerta delle banche in relazione ai mutui e finanziamenti “green” è ancora in evoluzione e non tutte le banche presenti sul mercato italiano offrono prodotti di questo tipo, anche se ci si aspetta che con l’imminente entrata in vigore dei decreti attuativi della direttiva EPBD e a fronte di un patrimonio immobiliare che ha scarsa efficienza energetica, mutui “green” e agevolazioni pubbliche, in primis a favore dei meno abbienti, potranno fare la differenza e permettere a tutti di godere dei vantaggi di una casa energeticamente efficiente, debellando la povertà energetica che tanto grava su moltissime famiglie del nostro Paese.

Comunicato stampa Adiconsum

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  • Adiconsum
  • Direttiva Ue case green
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