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IMU E TASI GUIDANO IL SALASSO DELLE “PATRIMONIALI”

  • Redazione
  • 15 settembre 2015

Mentre ferve il dibattito sull’abolizione delle tasse sulla prima casa, la Cgia di Mestre fa i conti in tasca all’impatto delle cosiddette patrimoniali sulle finanze degli italiani, evidenziando che nel 2014 tali imposte – capeggiate proprio di Imu e Tasi – sono costate ai contribuenti quasi 50 miliardi di euro. Un dato di per sé impressionante. Mai, però, come quello relativo al loro incremento, tale che negli ultimi 25 anni, l’incidenza delle patrimoniali sul Pil è raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di quasi 5 volte. 

Un peso, insomma, difficilmente sostenibile, e che, peraltro, dovrebbe confermarsi nell’anno in corso, mentre solo dal 2016, complice proprio la potenziale abolizione del carico fiscale sulle abitazioni principali, si potrebbe registrare una decisa inversione di tendenza. “Se il Governo confermerà l’abolizione delle tasse che gravano sulla prima casa, dell’Imu agricola e quella sugli imbullonati – commenta Paolo Zabeo della CGIA – nel 2016 dovremmo risparmiare 4,6 miliardi di euro: vale a dire uno sconto che sfiora il 10 per cento”. 

LE PATRIMONIALI

Ma quante sono,nel dettaglio, le patrimoniali che pesano sui portafogli degli italiani? La Cgia ne ha contate una quindicina. “Anche se – precisa ancora Zabeo – le due imposte che gravano sulle abitazioni e sugli immobili strumentali, ovvero Tasi e Imu, garantiscono da sole oltre la metà del gettito complessivo. L’anno scorso, ad esempio, per onorare questi due tributi famiglie, imprese e lavoratori autonomi hanno versato ben 24,7 miliardi di euro”. 

Facciamo, però, un passo indietro. Innanzitutto: che cosa sono le imposte patrimoniali? Sono quelle che di fatto gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. La ricchezza è intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (auto, moto, aeromobili, imbarcazioni), gli investimenti finanziari, etc. Di solito, nei manuali di diritto tributario, le imposte patrimoniali sono classificate come imposte dirette. Queste ultime sono quelle che colpiscono direttamente la capacità contributiva del contribuente senza attendere che si verifichino fatti o atti particolari. Mentre le imposte indirette richiedono, per poter essere applicate, il verificarsi di un determinato evento. L’Iva, ad esempio, si applica quando avviene la cessione di un bene o la prestazione di un servizio. Le imposte sulle successioni e sulle donazioni, sebbene classificate come imposte indirette, vengono considerate come una forma di imposizione patrimoniale, in quanto colpiscono la ricchezza. Si tratta delle uniche imposte indirette che i testi di diritto tributario includono tra le il imposte di carattere patrimoniale. 

L’ANALISI CGIA

La prima parte dell’ analisi della Cgia è stata dedicata ad individuare le imposte il cui gettito complessivo sia espressione di imposizione patrimoniale in modo da studiarne l’evoluzione nel tempo. Il criterio seguito è stato quello di considerare quelle forme di imposizione che colpiscono la ricchezza nelle diverse forme in cui questa si manifesta (ad esempio immobili, auto, barche, aeromobili, disponibilità finanziarie) sia che la tassazione riguardi la semplice detenzione che il suo trasferimento. Ebbene, le imposte patrimoniali considerate in questa serie storica da Cgia sono: 

1) Imposta di registro e sostitutiva; 

2) Imposte di bollo; 

3) Imposta ipotecaria; 

4) Diritti catastali; 

5) Ici/Imu/Tasi; 

6) Bollo auto; 

7) Canoni su telecomunicazioni e Rai Tv; 

8) Imposta sulle transazioni finanziarie; 

9) Imposta sul patrimonio netto delle imprese; 

10) Imposta su secretazione dei capitali scudati; 

11) Imposte sulle successioni e donazioni; 

12) Imposta straordinaria sugli immobili; 

13) Imposta straordinaria sui depositi; 

14) Imposta sui beni di lusso. 

GETTITO E TREND

Se l’indagine della Cgia è partita dal 1990, colpisce che nel 2012 l’imposizione patrimoniale è cresciuta, rispetto al 2011, di 13,7 miliardi di euro (un balzo di oltre il 43 per cento), mentre nel 2013 si è avuta una temporanea flessione dovuta all’abolizione dell’Imu sulle abitazioni principali. In termini di gettito, le imposte più pesanti per le tasche degli italiani sono l’Imu/Tasi: nel 2014 hanno garantito alle casse dello Stato e dei Comuni ben 24,7 miliardi di euro. Seguono l’imposta di bollo (7,9 miliardi di euro), il bollo auto (6,1 miliardi di euro) e l’imposta di registro (4,6 miliardi di euro). 

Ma l’andamento del gettito delle imposte patrimoniali è contrassegnato anche dall’istituzione o dall’abolizione di alcuni tributi. Alcuni esempi. 

Anno 1992

Nel 1992 il gettito è cresciuto di 8,6 miliardi di euro, passando dai 11,7 miliardi del 1991 a 20,3 miliardi, con una crescita di oltre il 73 per cento. In quell’anno, per risanare le finanze pubbliche, sono stati introdotti dei prelievi straordinari di carattere patrimoniale sulla ricchezza finanziaria, sugli immobili e su alcuni beni di lusso. In particolare, il DL 333/1992 aveva previsto una imposta straordinaria immobiliare (I.S.I.) e un prelievo straordinario sui depositi e conti correnti. L’I.S.I. si calcolava applicando l’ aliquota del 3 per mille al valore catastale degli immobili. Il prelievo sui depositi è avvenuto sulle consistenze in essere alla data del 9luglio 1992. Inoltre, nel settembre del medesimo anno, è stato introdotto un ulteriore prelievo straordinario a carico delle persone fisiche che possedevano auto di grossa cilindrata, aeromobili, imbarcazioni da diporto. 

Anno 1993

Nel 1993 il gettito è cresciuto di ulteriori 4,4 miliardi di euro per effetto della sostituzione dell’ISI con l’Ici (imposta comunale sugli immobili) che pur applicandosi sulla medesima base imponibile, prevedeva delle aliquote più elevate. Inoltre, fece sentire i suoi effetti anche la nuova imposta sul patrimonio delle imprese che, con aliquota del 7,5 per mille, è stata in vigore sino al 1997. 

Anno 2008

Nel 2008, la flessione del gettito delle imposte patrimoniali è dipesa dall’abolizione dell’Ici sulla prima casa. 

Anno 2012

Nel 2012, il DL “Salva Italia” ha inasprito fortemente la tassazione patrimoniale, introducendo diverse forme di tassazione: l’Imu sugli immobili; prelievi che hanno interessato i beni di lusso, come le auto di grossa cilindrata, i natanti e gli aeromobili; l’applicazione dell’imposta proporzionale di bollo sulle disponibilità finanziarie. 

Anno 2014

Nel 2014, infine, è stata introdotta la Tasi che assieme all’Imu e alla Tari costituiscono la Iuc, ovvero l’Imposta unica comunale. Il presupposto della Tasi, pur essendo collegato all’erogazione e alla fruizione di servizi comunali, si basa sul possesso o la detenzione di un immobile, anche ad uso abitativo. Pertanto, questa nuova tassa viene percepita da tutti come una imposta patrimoniale e come tale è stata inserita nell’elenco della Cgia.

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