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Case popolari: in Piemonte chi fa manutenzione balza avanti in graduatoria

  • Redazione
  • 2 febbraio 2016
[A cura di: Vincenzo Perrotta]

Funziona così. Ogni mese l’Agenzia territoriale per la casa (Atc) stila un elenco di alloggi, tra quelli a sua disposizione, che necessitano di piccoli lavori di manutenzione ordinaria per essere abitabili. Nell’elenco vengono precisati l’ubicazione della casa, il numero di vani, la tipologia dei lavori da effettuare e la stima dei relativi importi (comunque, sempre inferiori a 7mila euro). A questo punto verrà aperto il bando pubblico al quale potranno partecipare esclusivamente i soggetti in graduatoria per l’assegnazione della casa popolare. Questi decideranno liberamente se manifestare il proprio interesse per un certo appartamento oppure no, entro la data di scadenza del bando. L’accettazione dell’offerta da parte di Atc consentirà all’assegnatario di avere uno sconto sull’affitto e permetterà a chi è in graduatoria di “saltare”, per così dire, la lista d’attesa. Nel caso di più manifestazioni di interesse sul medesimo lotto, la priorità verrà data a chi si trova prima in graduatoria. Comunque sia, il posto in graduatoria non si perderà, anche nel caso di non adesione al progetto.
Questa, in poche parole, l’iniziativa messo atto dalla Regione Piemonte, frutto dell’applicazione della legge regionale numero 6 del 2015 sull’autorecupero degli alloggi carenti di manutenzione da parte degli assegnatari. 

LE TEMPISTICHE
I primi 40 appartamenti sono stati individuati e resi disponibili a partire dall’inizio del mese di febbraio 2016. Come ha spiegato la presidente della Commissione Edilizia e Urbanistica della Regione Piemonte, Nadia Conticelli, “ogni mese fino a maggio 2016 verranno messi a disposizione per l’autorecupero da Atc, circa 50 alloggi, per un totale di 450 lotti. La partecipazione, da parte dei soggetti aventi diritto, rimane una scelta volontaria, e chi deciderà di non aderire non perderà il suo posto nella graduatoria Atc. Per il momento – ha precisato Conticelli – si tratta di una sorta di esperimento pilota mediante il quale cercheremo di capire quale sarà la risposta dell’utenza”. 
Ovviamente, le esigenze sono tante e non verranno evase a breve. Basti pensare che tra Torino e provincia sono oltre 15mila le richieste di assegnazione attualmente in lista d’attesa. “Oltre all’autorecupero, che costituisce un pezzettino importante della nostra azione, stiamo mettendo in campo numerose altre misure volte al recupero degli spazi comuni e degli edifici pubblici in disuso, da destinare a social housing e ad altre tipologie di condivisione”. 

IL QUADRO D’INSIEME 
Delle tre Atc operanti in Piemonte, la più coinvolta dall’iniziativa è quella del Piemonte centrale, che insiste sull’area metropolitana torinese. Si tratta della porzione maggiormente popolata e con il più alto numero di richieste. Secondo i dati forniti dall’ente, attualmente sono 1.281 gli alloggi popolari sfitti: 788 nella città di Torino e 493 nell’area metropolitana. Di questi, 292 sono nella disponibilità dei Comuni per essere assegnati, 412 sono fermi in attesa di manutenzione e 198 sono già in lavorazione per interventi di manutenzione ordinaria. Proprio da questi due sottoinsiemi verrà ricavato l’elenco degli alloggi disponibili all’autorecupero. In particolare, secondo le stime di Atc, i lavori di manutenzione attualmente in corso permetteranno di rendere disponibili in tutto 450 alloggi entro maggio 2016.
“Ben venga la possibilità in più che la Regione offre a chi è in attesa di una casa popolare – commenta il presidente di Atc, Marcello Mazzù -. Da parte nostra stiamo lavorando con impegno all’efficientamento della filiera degli alloggi di risulta, in modo da rendere sempre più rapido l’iter con cui si rendono nuovamente abitabili gli appartamenti che restano sfitti. Con le energie già messe in campo, riusciamo a rimettere a disposizione una media di circa 50 alloggi al mese. Ma l’obiettivo è di fare ancora meglio, consapevoli che per un migliaio di appartamenti circa che si rendono disponibili ogni anno, ci sono 15mila famiglie in attesa di una casa in tutta la Città Metropolitana”.
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